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La crisi colpisce anche i brooker di Londra

La crisi economica comincia a mietere vittime illustri non risparmiando perfino i famosi broker di Londra. Stando a quanto emerso da un’analisi pubblicata da blomberg molte società di broker della city starebbe chiudendo per mancanza di clienti. In molti clienti hanno abbandonato gli investimenti finanziari spaventati dalla volatilità dei mercati e di quelli rimasti una parte sono passati alle piattaforme di trading. Un vero e proprio dramma per molte società di piccole dimensione che hanno scelto di accorparsi ad altre più grandi per creare dei veri e propri gruppi.

Tanto per fare un esempio dell’entità della crisi è sufficiente riportare questo dato: dal 2007 al 2011 c’è stato un calo del 63% del valore delle azioni scambiate sul mercato di Londra. Un calo pesantissimo che ha ridotto in maniera consistente il business dei broker londinesi.
Come dicevamo alcune società scelgono di chiudere, altre di accorparsi così da sperare che il detto “l’unione fa la forza” possa rivelarsi vero anche in questa occasione. Tuttavia i commenti degli addetti ai lavori sono unanimi e rispecchiano quanto riportato da bloomberg per bocca di Tim Linacre, ex amministratore delegato di Panmure & Co, che ribasce come il momento sia difficile e di come ci sia un deserto di clienti per le attività di trading.
Insomma sempre meno clienti interessati agli investimenti finanziari per paura di assoggettarsi ai rischi che un mercato finanziario in queste condizioni costringe ad assumersi. Ma anche la tanta concorrenza delle piattaforme di trading online che ha convinto molti clienti ad utilizzare strumenti fai da te magari investendo saltuariamente i propri soldi.

Ma, allora, l’interesse verso gli investimenti finanziari e definitivamente morto? Quale futuro aspetta le società di broker di Londra?

Ovviamente non è facile prevedere quale sia lo scenario, ma quello che è certo è che laddove ci dovesse essere una ripresa dell’economia in genere e della finanza in particolare molti clienti oggi sfiduciati tornerebbero a farsi avanti. D’altronde è normale che in un momento teso come quello che stiao attraversando è inevitabile che chi operi nel settore sia tra i primi ad essere colpiti.

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