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Atene: domenica si vota per restare nell’euro

Votazione fondamentale quella di domenica in Grecia. Il paese sarà chiamato per la seconda volta a scegliere i propri rappresentanti di governo con la possibilità che a vincere siano i partiti che non riconoscono il piano di aiuti europeo mettendo a rischio la permanenza del paese all’interno dell’eurozona. Insomma questo week end potrebbe essere un vero e proprio momento di svolta per il paese e per l’intera Europa, uno di quegli eventi che verranno studiati sui libri di storia dai nostri figli e nipoti. Se la Grecia dovesse scegliere la strada antieuropeista, o per meglio dire anti euro, le possibilità che la moneta unica si disintegrino saliranno considerevolmente. Questo perchè aumenteranno le tensioni sulla Spagna e sull’Italia mettendo a rischio la tenuta del sistema bancario dando il colpo di grazia alle economie locali, e colpendo in un secondo momento anche la Francia.  Insomma il prossimo week end, molto probabilmente, si deciderà il futuro dell’intera eurozona.

Intanto i sondaggi che arrivano da Atene parlano di una sostanziale parità tra i vari partiti. Ovviamente la paura degli investitori è che a vincere sia Syriza (formazione della sinistra radicale) che, pur non dichiarandosi contrario all’euro, sostiene di voler rinegoziare il piano di aiuti concesso dalla Troika.

L’unica nota a favore della moneta unica è che la maggior parte dei greci (si parla di una percentuale compresa tra il 70 e l’80% della popolazione) vuole che il paese resti all’interno dell’eurozona e, inevitabilmente, chiunque vinca dovrà tenerlo bene a mente.

Insomma quello che appare certo è che i greci si rendano perfettamente conto di quello che li aspetterebbe in caso di un’uscita dalla moneta unica ma, allo stesso tempo, si rendono perfettamente conto anche che le misure imposte come condizione per l’erogazione dei finanziamenti siano troppo restrittive e non diano respiro all’economia del paese.

Un paese, quello greco, che sta vivendo il sesto anno consecutivo di recessione, dove il numero dei disoccupati continua ad aumentare di giorno in giorno e i depositi sui conti correnti bancari continuano a diminuire per paura di una forte svalutazione dovuta al ritorno alla dracma.

Sul fronte dei mercati la tensione è alle stelle. Anche ieri lo spread di Spagna e Italia è rimasto molto alto così come sono stati altissimi i rendimenti dell’asta dei titoli di stato italiani che hanno dovuto garantire un 3,972% rispetto al 2,34% dell’asta di metà maggio e all’1,16% del minimo di inizio marzo.

Insomma i mercati fanno capire chiaramente che non si fidano più delle misure adottate per guadagnare tempo come quella da 100 miliardi per salvare le banche spagnole. Si deve fare molto di più e farlo subito… Grecia permettendo.

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