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Corruzione nel mondo, la classifica ufficiale per il 2015

Come di consueto è arrivato il rapporto annuale di Transparency International, un’organizzazione globale non-profit incentrata sulla lotta alla corruzione. E sulla base di quest’ultimo rapporto risulta che l’Italia perde posizioni nell’ambito della classifica globale delle nazioni più corrotte del pianeta: il Belpaese sale al 61esimo posto con 44 punti nella classifica generale, ponendosi sullo stesso identico piano della Tunisia che ha ottenuto 41 punti, e classificandosi persino peggiore di Paesi non di certo esemplari come il Ghana (che riesce a starsene più in alto di noi di ben 9 posti). Persino la Grecia fa meglio di noi con 46 punti e un 58esimo posto in classifica. Ma andiamo con ordine.

Corruzione nel mondo: i risultati più interessanti del rapporto

Tra i risultati più interessanti del rapporto di Transparency International figura senz’altro la posizione degli Stati Uniti d’America che pur vantando l’economia più grande al mondo non riescono ad ergersi come uno dei Paesi meno corrotti: gli USA occupano infatti il 17esimo scalino con 76 punti. Si tratta di un traguardo discutibile, tant’è che lo stesso direttore di Transparency International, Cobus de Swardt, ha dichiarato che “le economie più grandi del mondo dovrebbero dare l’esempio, facendo in modo che le loro istituzioni siano trasparenti per davvero e i loro leader considerati responsabili”.

Tra i Paesi col punteggio più alto, ossia tra i meno corrotti, abbiamo Hong Kong al 18esimo posto con 75 punti, la Germania al 10esimo posto con 81 punti, il Canada alla nona posizione con 83 punti, Singapore al numero 8 con 85 punti, la Norvegia al sesto con 87 punti e i Paesi Bassi al quinto sempre con 87 punti. Ma allora quali sono i Paesi più puliti dell’anno? Ancora una volta è il Nord Europa a guidare la testa della classifica con Danimarca, Finlandia e Svezia che insieme alla Nuova Zelanda hanno ottenuto una media di ben 90 punti!

In coda troviamo invece Somalia, Corea del Nord ed Afghanistan che con 8 punti vengono tutti e tre considerati i Paesi più corrotti dell’anno. Come dichiarato da Transparency International, “in questi Paesi la mancanza di una leadership responsabile e di istituzioni pubbliche efficaci evidenziano il bisogno di prendere una posizione molto più decisa contro la corruzione”.

Crisi economica e violazione dei diritti: terreno fertile per la corruzione?

Ciò che si apprende dalla classifica completa è che i Paesi che in qualche modo “soffrono di qualcosa” sono quelli più corrotti. Come si può evincere dalla cartina stilata da Transparency International, infatti, le parti più corrotte del pianeta sono quelle in cui si soffre della crisi economico-finanziaria o quelle in cui magari pur non essendoci una vera e propria crisi economica, si sente la mancanza di diritti umani, di legalità e democrazia: laddove c’è più fame e laddove ci sono regimi con conseguenti violazioni dei diritti, in sostanza, c’è molta più corruzione.

Al contrario laddove l’economia è più forte e il rispetto dei diritti umani e civili considerato sacro, ecco che il livello di corruzione si abbassa drasticamente: a questo proposito è impossibile non notare come Paesi che abbiamo a ragione sempre considerato esemplari siano tra i più puliti di tutti, come ad esempio Canada, Svezia, Finlandia, Danimarca, Norvegia, Australia e Nuova Zelanda, Cile e Uruguay (quest’ultime sono non a caso le economie più salutari del Sudamerica).

La situazione italiana, invece, migliora di qualche posto ma alla fin fine risulta essere sempre la maglia nera d’Europa: peggio di noi nel Vecchio Continente c’è soltanto la Bulgaria. Più che qualche passo in avanti compiuto dal nostro Paese, infatti, sarebbe più corretto parlare di una Italia che sale di posizione solo perchè gli altri fanno peggio di lei. D’altra parte esser messi peggio del Ruanda e del Ghana non è certo motivo di vanto per un Paese come il nostro che è tra i più industrializzati e, si presume, anche tra quelli che in fatto di diritti umani non hanno certo nulla da imparare da quei Paesi dell’Africa.

Per quanto riguarda invece il monitoraggio della situazione sulla base del G20, l’Italia è in questo senso nella metà precisa precisa della classifica ponendosi al decimo posto dopo Canada, Germania, Regno Unito, Australia, Stati Uniti, Giappone, Francia, Corea del Sud e Arabia Saudita.

La strada da fare è pertanto ancora molta, soprattutto per una Italia che con tutti i pregi che può vantarsi di avere, potrebbe arrivare ben più in alto in fatto di economia e trasparenza! La classifica anticorruzione diffusa da Transparency International è la dimostrazione più evidente di come la corruzione sia un vero e proprio freno per lo sviluppo del nostro Paese.

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