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Industria 4.0: un piano di governo per la “rivoluzione industriale”

carlo calenda

Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, intervenendo durante la presentazione alla Camera dell’indagine conoscitiva su “Industria 4.0”, ha dichiarato che l’Italia ha tutti i requisiti per diventare “una boutique del mondo, capace di produrre prodotti sempre più personalizzati ma in chiave industriale”. L’innovazione tecnologica, secondo Boccia, potrebbe insomma permettere al nostro Paese di “cavalcare una quarta rivoluzione industriale” sul fronte dei prodotti sartoriali su cui da sempre andiamo particolarmente forte.

Ma esattamente cos’è Industria 4.0 (definita appunto da Boccia come “quarta rivoluzione industriale”)? Si tratta di un piano attraverso il quale il governo mira alla digitalizzazione industriale del paese, perché come ha sottolineato lo stesso Guglielmo Epifani, presidente della commissione Industria della Camera, “la digitalizzazione e l’interconnessione delle imprese può valere un aumento della produttività tra il 30 e il 50%”. Il governo, quindi, per mano del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha intenzione di avviare un piano per l’industria basato su cinque pilastri.

Il primo riguarda la governance dell’istituzione che dovrà dare un senso a questa Industria 4.0, ed in particolar modo propone la nascita di una cabina di regia che possa appunto coinvolgere i ministeri dello Sviluppo, dell’Economia e dell’Istruzione, ma anche l’Agenzia per l’Italia Digitale, le Università, le organizzazioni del mondo sindacale, le associazioni degli imprenditori e gli enti locali.

Stabilita la composizione di questa cabina di regia, c’è poi il secondo pilastro: quello delle “infrastrutture abilitanti“, ossia quelle infrastrutture che sono necessarie per creare un ambiente propizio per questa sorta di rivoluzione industriale. Il che significa dare il via alla banda ultralarga, potenziare le reti wireless, investire sul 5g, digitalizzare la Pubblica Amministrazione e insistere sulle reti elettriche intelligenti.

Il terzo pilastro del piano Industria 4.0 mira invece alle competenze digitali, e quindi a fare in modo che ci sia più formazione scolastica e post scolastica sul fronte dell’informatica e del digitale. La quarta colonna attiene la ricerca mirata alle Università, mentre il quinto e ultimo punto guarda all’apertura dell’innovazione, promuovendo per esempio la diffusione di standard aperti e l’interoperabilità.

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