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Disoccupazione: dal 2017 addio alla mobilità, sostituita con la Naspi

Indennità di disoccupazione AspI

Ci sono novità in arrivo per quel che riguarda la disoccupazione. A partire dal 2017, infatti, i lavoratori che rimarranno vittime di licenziamenti collettivi non potranno più beneficiare dell’indennità di mobilità: i lavoratori che rimarranno senza un’occupazione e che soddisfaranno i requisiti richiesti, potranno avvalersi invece della Naspi, la quale prenderà a tutti gli effetti il posto della vecchia mobilità.

Le differenze tra mobilità e Naspi: cosa cambia dal 2017

La prima differenza sostanziale che c’è tra la mobilità e la Naspi riguarda senza ombra di dubbio l’importo dell’indennità percepita, perché se con la mobilità l’importo percepito è sostanzialmente uguale a quello previsto dalla cassa integrazione, con la Naspi l’importo equivale invece al 75% dell’imponibile medio degli ultimi 4 anni e non può comunque superare la soglia massima dei 1.300 euro mensili. Oltre l’importo, tra le due forme di sussidio c’è però anche un’altra differenza che riguarda in questo caso la durata della prestazione: se la mobilità ha una durata minima di 12 mesi e una durata massima di 48 mesi, l’arco temporale su cui la Naspi va ad applicarsi non supera i 24 mesi.

Disoccupazione: cosa cambia con l’arrivo della Naspi

A partire da gennaio 2017, l’indennità di mobilità lascerà il posto alla Naspi, per cui i lavoratori che prima avevano i requisiti per ottenere la mobilità, da gennaio dovranno essere in possesso dei requisiti stabiliti dalla Naspi per non rimanere privi di una fonte di reddito. E allora vediamoli, questi requisiti.

Per poter ottenere la Naspi occorre che ci si qualifichi come lavoratore subordinato che ha perso involontariamente il lavoro e che ha all’attivo ameno 13 settimane di contributi versati nei 4 anni precedenti la richiesta, e anche 30 giorni di lavoro effettivi nel corso dell’anno corrente.

Come accennavamo poc’anzi, la Naspi può essere percepita per una durata massima di 24 mesi: la durata del sussidio varia in relazione al periodo di tempo che si è lavorato nei 4 anni precedenti la richiesta, ed in particolare la si ottiene calcolando la metà esatta delle settimane di contributi versati (se sono state versate 48 settimane di contributi, cioè 1 anno di lavoro pieno, allora la Naspi verrà erogata per sei mesi che equivalgono appunto a 24 settimane).

L’importo dell’assegno è pari al 75% dell’imponibile medio calcolato sugli ultimi 4 anni di reddito, anche se è prevista una decurtazione del 3% a partire dal quarto mese di fruizione e così via per ciascun mese di percezione dell’indennità.

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