Salvare la casa dal terremoto con una polizza

I danni subiti dalle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia (così come quelle dell’Aquila 3 anni fa) sono durissimi e rilanciano l’idea di istituire una polizza obbligatoria per proteggere gli immobili dal rischio terremoto. Molte famiglie, nel crollo della casa, hanno perso tutto quello che avevano essendo proprio la casa l’investimento per eccellenza degli italiani. Sicuramente lo Stato interverrà a sostegno dei malcapitati abitanti dei paesi colpiti ma conosciamo tutti le tempistiche che accomunano questo tipo di interventi. Inoltre bisogna vedere in che modo arriveranno questi aiuti perchè la ricostruzione del centro storico dell’Aquila, a 3 anni dal devastante sisma, è ancora in alto mare. Insomma, al di la dei sensazionalistici annunci fatti sul momento, la realtà dei fatti è che lo Stato interviene, quando lo fa, in maniera decisamente lenta. Una valida alternativa potrebbe essere rappresentata dalle polizze assicurative in grado di tutelare gli immobili dal rischio terremoto. Ovviamente queste tipologie di coperture si possono già sottoscrivere in maniera libera presso una delle tante compagnie di assicurazione.

Quello che si sta studiando, però, è una cosa decisamente diversa, ossia una polizza “obbligatoria” dal costo estremamente ridotto (si parla di cifre prossime ai 100-200 euro ad immobile). Con questi soldi lo Stato potrebbe finanziare la ricostruzione delle zone terremotate e istituire un fondo per la messa in sicurezza di tutti quegli edifici, siti nelle zone a rischio, che non sono stati costruiti con criteri antisismici.

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USA: il mercato del lavoro rallenta pesantemente

Anche gli Stati Uniti danno qualche segno di cedimento della propria economia. Ieri i dati sul lavoro negli USA hanno dato il colpo di grazie ai mercati finanziari che avevano cercato, per tutto il giorno, di “tenere botta” nonostante le notizie in arrivo dal fronte Europeo, tutt’altro che rassicuranti. Ormai si parla apertamente di un possibile piano di aiuti da 300 miliardi di euro per sostenere l’economia spagnola anche se la Germania si è detta assolutamente contraria a qualsiasi forma di aiuto finanziario alle banche iberiche. Così, nel pomeriggio, ecco arrivare come un macigno i dati sull’occupazione negli States che segnano una brutta battuta d’arresto. In sostanza si creano meno posti di lavoro e torna ad aumentare la disoccupazione (seppur di poco). Tuttavia quello che preoccupa di più gli addetti ai lavori è che si possa essere avviato un trend negativo dovuto alla crisi europea che spinga nuovamente al rialzo la disoccupazione USA nei prossimi mesi, proprio ora che anche dalla Cina arrivano segni di cedimento.

Insomma se una crisi dei paesi europei è in grado di creare tutti questi problemi figuriamoci cosa potrebbe succedere nel caso di un fallimento dell’euro con conseguente ritorno alle valute nazionali. Tornando ai dati USA quello più significativo è, a mio avviso, quello relativo ai nuovi posti di lavoro creati nel mese di Maggio.

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Vuoi comprare casa? Devi avere il 50% del valore in contanti

In questi ultimi giorni abbiamo più volte parlato dei problemi che attanagliano le banche ormai non più in grado di sostenere l’economia reale perchè costrette a dover far fronte ai propri problemi finanziari. Così da uno studio di mutui.it emerge che, stando agli ultimi dati realitivi ai primi 4 mesi di quest’anno, i mutui casa sono stati concessi per una percentuale inferiore al 50% degli immobili dati in garanzia. In sostanza le banche, mediamente, hanno finanziato meno della metà del valore dell’immobile acquistato. Si tratta di un dato mai registrato prima che permette di avere una panoramica sull’attual situazione di disagio delle famiglie italiane e, in particolare, delle giovani coppie per le quali diventa impossibile, o quasi, acquistare una casa. Questo perchè difficilmente una giovane coppia avrà i soldi necessari a coprire la metà del valore dell’immobile in aggiunta a quelli necessari per affrontare le spese relative alla compravendita. Insomma, di fatto, questa crisi delle banche sta letteralmente tagliando le gambe alle famiglie italiane e al settore immobiliare con il rischio di un repentino crollo dei prezzi entro la fine dell’anno.

Questa nostra preoccupazione è sottolineata da Lorenzo Bacca, responsabile business unit di Mutui.it: “…oggi, chi vuol comprare la sua prima casa deve aver risparmi per oltre la metà del suo valore. È un dato preoccupante che ci impone di sperare in una veloce inversione di tendenza“. Un’inversione di tendenza che, stando ai fatti, non è nell’aria almeno a breve.

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FMI prepara il salvataggio della Spagna

La Spagna rischia talmente tanto che l’FMI starebbe preparando un piano di salvataggio da 300 miliardi di euro. Noi di economyonline.it lo avevamo annunciato diversi mesi fa quando ancora tutti i grandi media italiani non parlavano del problema, lo avevamo detto quando ancora l’attenzione era tutta focalizzata sulla Grecia. D’altronde i segni di una imminente crisi Spagnola erano evidenti a tutti, bastava solamente voler guardare. Un paese con una disoccupazione oltre il 20%, in cui il mercato immobiliare crolla del 20-30% nell’arco di pochi mesi sta per attraversare una delle peggiori crisi della sua storia. E ora, di fronte alla possibilità  di un piano di salvataggio da 300 miliardi di euro l’eventuale disgregazione della moneta unica sembra essere qualcosa di più di una eventualità paventata solo dai disfattisti. Se a questo aggiungiamo che il fronte Europeo è sempre più spaccato con la Germania che resta sola nel non voler concedere aiuti finanziari ai paesi in difficoltà (proprio la Germani che è stato uno dei pochissimi paesi ad avvantagiarsi dell’euro).

Insomma la situazione è critica e conferma quanto avevavo detto solo pochi giorni fa: Giugno sarà il mese decisivo in cui si deciderà del futuro della moneta unica. Perchè il tempo a disposizione dell’Unione Europea per salvare l’euro è ormai finito. Nei prossimi 30 giorni ci sono delle scadenze fondamentali tra cui ricordiamo le elezioni in Grecia, con cui si deciderà sulla permanenza del paese nell’eurozona, e gli aiuti alla Spagna il cui sistema bancario è sul punto di essere messo in ginocchio da una crescente fuga di capitali.

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Aiutiamo l’Emilia acquistando Parmigiano e Grana

In questi giorni si stanno moltiplicando le iniziative benefiche a favore delle zone terremotate. Tuttavia, pur trattandosi di iniziative serie e oneste, riteniamo sia molto più opportuno aiutare il popolo emiliano in un modo più diretto. Il modo migliore per aiutare l’Emilia Romagna a rialzarsi dal terribile terremoto che ha distrutto interi paesi è quello di acquistare i prodotti delle aziende in difficoltà. In particolare si segnala particolarmente colpito il comparto agroalimentare famoso per i rinomati formaggi Grana Padano e Parmigiano Reggiano i cui stabilimenti hanno subito danni per diverse centinaia di miagliaia di euro. Stando alle prime rilevazioni sarebbero circa 80 milioni di euro i danni subiti dal consorzio del Parmigiano Reggiano solo per quanto riguarda la perdita delle forme di Parmigiano cadute in terra in seguito al crollo dei capannoni industriali. Per quanto riguarda il Consorzio del Grana Padano si segnalano oltre 300 mila forme a rischio per un controvalore di oltre 150 milioni di euro.

La situazione è drammatica perchè è in ballo il futuro di migliaia di lavoratori che devono riprendere al più presto la propria attività. Purtroppo, però, per liberare le aree interessate dal crollo delle macerie e ricostruire i capannoni industriali è necessario liberarli dalle forme contenute al loro interno. Per questo riteniamo che l’aiuto migliore che tutti noi possiamo dare è proprio quello di acquistare direttamente dai consorzi o dalle aziende preposte Parmigiano e Grana così da favorire i lavori di ripristino delle aziende.

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Pensioni: il 50% è sotto i 1000 euro

Pensionati che non arrivano alla fine del mese. E’ questa l’atroce verità che emerge dalla Relazione annuale dell’Inps presentata a Montecitorio dal Presidente Mastrapasqua. Pensionati costretti a vivere, spesso, con un reddito che tutto può essere considerato tranne che dignitoso specialmente per quanto riguarda le donne, ancora una volta penalizzate nel computo con gli uomini. Ma quello che lascia perplessi è il fatto che, nonostante questa condizione di enorme difficoltà dei pensionati, la spesa dell’Inps, nel suo complesso, è in aumento del 2,4%. Il motivo è presto detto: calano gli occupati e, quindi, la bilancia pende decisamente a sfavore dell’ente. In sostanza all’aumentare dei pensionati non aumenta il numero di occupati per colpa della crisi economica. Se a questo aggiungiamo che sono in aumento le richieste di sussidi di disoccupazione e l’utilizzo della Cassa integrazione, 2 strumenti che gravano sui bilanci dell’ente pensionistico, è chiaro che i conti dell’Inps sono sotto pressione.

E, infatti, sembra non si riescano a trovare i soldi per l’enorme massa di esodati che rischia di rimanere senza reddito nei prossimi anni per via della riforma che allunga la soglia per poter andare in pensione. Il Ministro Fornero insiste nel trovare una soluzione parziale per circa 65 mila persone soluzione che non trova apprezzamento ne tra i sindacati ne tra i vertici dell’Inps.

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