Crisi: l’unica che ci guadagna è la Germania

In questi ultimi mesi abbiamo più volte sottolineato come uno dei più grandi problemi dell’eurozona sia la linea dura della Germania fermamente convinta della sua politica di austerity imposta a mezza eurozona. Intanto, però, ogni giorno che passa si comprende sempre meglio come l’unico paese europeo che stia guadagnando da questa crisi economica sia proprio la Germania, mentre tutti gli altri stanno sprofondando in un vortice pericolosissimo. Non a caso questo bel grafico pubblicato su ilsole24ore.com mette in luce proprio questo aspetto analizzando l’andamento dei titoli di stato dagli anni ’90 ad oggi. Se osserviamo bene il grafico, infatti, si evince chiaramente che a ridosso dall’introduzione della moneta unica i rendimenti dei titoli di stato di tutti i paesi erano grosso modo sugli stessi livelli, ossia intorno al 5%.

Successivamente all’introduzione dell’euro questi rendimenti hanno avuto un andamento molto simile fino all’inizio del 2008 quando, con lo scoppiare della crisi economica le divergenze sono tornate ad aumentare. I paesi più colpiti sono stati Portogallo, Irlanda e Grecia e, a seguire, Spagna e Italia.

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Milano: registrati cali fino al 18% dei Box auto

Come volevasi dimostrare il settore immobiliare comincia a risentire in maniera piuttosto forte della crisi economica. Così, stando ad un’inchiesta di immobiliare.it, si riscontra che il valore dei box auto nella città di Milano sono calati, mediamente, del 7%. Anche le quotazioni dei box auto, quindi, cominciano a risentire della crisi economica e degli effetti della recessione che si sta abbattendo sul nostro paese e sull’intera eurozona. Ma la conferma definitiva del trend negativo arriva anche dal mercato degli affitti che, mediamente, è sceso del 10% rispetto a 4 mesi fa. Sicuramente su questo calo generalizzato hanno influito diversi fattori: per primo l’introduzione dell’imu, che ha spinto molti proprietari a mettere i propri box auto sul mercato, ma anche la diminuzione del potere di acquisto che ha spinto molti italiani a rinunciare alla propria auto per utilizzare i mezzi pubblici che, seppur non troppo efficienti, permettono di risparmiare sugli spostamenti all’interno della città.

Ma vediamo di analizzare a fondo i dati del report di immobiliare.it ottenuti su un campione di oltre 1000 annunci. Come abbiamo detto il calo generalizzato dei prezzi medi richiesti per l’acquisto di un box a Milano è stato del 7%. Una percentuale maggiore è stata riscontrata nell’area C (che è stata oggetto del ticket di ingresso) dove si riscontra un calo del 18%.

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Mutui: ecco quando convengono

Come abbiamo avuto modo di vedere in più occasioni stipulare oggi un mutuo per l’acquisto della casa può risultare estremamente caro per via degli alti spread applicati dalle banche che vanificano la convenienza dei bassi tassi di interesse. Tuttavia l’andamento dell’Euribor, che continua a scendere, permette di essere ottimisti per i prossimi mesi. Stando ad una nostra analisi, infatti, tra la fine del 2012 e i primi mesi del 2013 i tassi di interesse dovrebbero risultare decisamente più convenienti di quelli attuali. Il motivo è presto detto: la crisi economica dovrebbe spingere al ribasso l’euribor ancora fino alla fine del 2013. Secondo uno studio de ilsole24ore.com un’inversione del trend dei tassi dei mutui si dovrebbe avere solo a partire dal 2014. Insomma a questo punto, tenendo conto anche delle previsioni del censis che ha ipotizzato  un calo del valore degli immobili del 20-50% entro la fine dell’anno, conviene aspettare a comprare casa?

Ovviamente dare una risposta a questa domanda è estremamente difficile in quanto nessuno di noi ha la palla di vetro. Tuttavia è possibile fare alcune considerazioni così da offrire a tutti la possibilità di valutare in maniera consapevole quale scelta effettuare per evitare di sottoscrivere un mutuo non conveniente o, peggio ancora, di acquistare un immobile a prezzi troppo alti.

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Vertice UE: tante parole e pochi fatti

Chi si aspettava qualche novità importante dal Vertice UE di ieri sera rimarrà estremamente deluso perchè, ancora una volta, tutto si è concluso con un nulla di fatto. Sicuramente il vertice ha avuto la sua importanza dal punto di vista diplomatico perchè ha permesso ai leader dei principali paesi europei di discutere dei grandi problemi economici del vecchio continente e, sopratutto, di come uscire dalla crisi greca senza far saltare tutto. Tuttavia la gravità del momento ci aveva fatto sperare in quel qualcosa di più che, ancora una volta, è venuto a mancare. Così ci è toccato assistere ancora una volta al teatrino delle discussioni sugli eurobond con la Germania che resta sulla sua posizione di partenza e Hollande che continua a insistere per la loro introduzione, il tutto mediato da Monti a cui va il merito, per lo meno, di aver restituito all’Italia il ruolo che le compete ai vertici internazionali. Quindi, in sostanza, tante parole e pochi fatti come sempre accade ai vertice dell’Unione Europea.

Ma non tutto è come sembra o, perlomeno, non proprio tutto è stato da buttare. Se è pur vero che non è stato fatto nulla di “operativo” molte indiscrezioni parlano di un vertici estremamente “costruttivo” dove gli argomenti trattati sono di estrema delicatezza. Tanto per citarne alcuni: eurobond, golden rule, capacità di prestito della BCE (e la sua revisione in prestatore di ultima istanza) oltre che ovviamente di Grecia e, in particolare, della possibilità di estendere il piano di rientro.

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Assicurazioni più care grazie all’aumento dei comuni

Brutte notizie per gli automobilisti italiani. Molte Province, infatti, hanno deciso di aumentare l’aliquota che ricade sulle polizze auto per compensare le riduzioni dei trasferimenti statali. Il tutto si traduce, ancora una volta, con assicurazioni auto più care che andranno a gravare sulle già stremate famiglie italiane. Ormai, infatti, l’aumento delle tasse (in qualsiasi loro forma) non è più una notizia tanto è stato forte l’inasprimento fiscale negli ultimi mesi. Dall’Imu alle aliquote irpef sulle buste paga, passando per l’aumento dell’iva e delle accise sulla benzina ormai si parla solo ed esclusivamente di rincari.Come dicevamo, quindi, verrà aumentata l’aliquota sulle polizze e l’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) in quasi tutte le provincie del nostro paese per soddisfare le “esigenze di cassa” alla faccia delle esigenze dei cittadini che continuano ad essere bersagliati dagli aumenti.

In sostanza l’aliquota sulle polizze verrà portata dal 12,5% al 16% del premio in moltissimi comuni già a partire dal 1 Giugno di quest’anno, mentre in altri è stata già apportata questa modifica dal 1 Aprile. Tra i comuni più virtuosi spicca quello di Firenze dove, non senza sorpresa, abbia rivelato una diminuzione dell’aliquota dal 12,5 all’11%.

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USA: si all’acquisto diretto di treasuries dalla Cina

Come tutti ben sappiamo la Cina è il principale creditore degli Stati Uniti con circa 1170 miliardi di dollari in titoli di Stato americani. E come in qualsiasi rapporto di affari i migliori clienti hanno sempre un rapporto privilegiato tant’è che, stando alla news riportata da Reuters, gli Stati Uniti avrebbero autorizzato la Cina ad acquistare direttamente alle aste finanziarie di Washington senza dover utilizzare degli intermediari. In effetti la notizia ha dell’incredibile visto che si tratterebbe della prima relazione informatica diretta tra il tesoro americano e un governo straniero. Basti pensare che tutte le altre banche centrali, compresa la Banca del Giappone (che ha sempre fatto un enorme acquisto di titoli di stato USA) devono piazzare i propri ordini attraverso le principali banche di Wall Street che sono state designate dal governo come primary dealer. Saranno poi queste a fare un’offerta per loro conto nelle aste del Tesoro. Insomma gli Stati Uniti hanno deciso di riconoscere uno status di Vip ai cinesi concedendo agevolazioni uniche che, stando a reuters, andrebbero avanti in gran segreto già dal Giugno del 2011.

Ma perchè questo trattamento di favore? Il motivo è presto detto. Altri creditori importanti, come il Giappone che detiene circa 1100 miliardi di dollari in titoli di Stato Usa, non hanno un sistema centralizzato come quello Cinese dove gran parte degli acquisti vengono effettuati dalla sola Banca centrale. Negli altri paesi, invece, gli ordini vengono effettuati da più entità (Banche centrali, fondi pensioni, ecc.).

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