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iPhone 6 e iWatch svelati: come reagirà il titolo Apple?

iphone6In una presentazione mai così attesa (forse) e mai così frequentata (sicuramente), Apple ha svelato due dei suoi nuovi gioielli. Gioielli ai quali affida, molto probabilmente, il destino commerciale dei prossimi mesi, visto e considerato che è proprio sull’iPhone 6 – in due versioni – e sull’iWatch, che la compagnia di Cupertino sta cercando di giocarsi bene le proprie carte, respingendo così la concorrenza anticipata di Samsung & co. Su quanto possa essere forte la propulsione della nuova gamma di Apple vige qualche legittimo dubbio, che tuttavia dovrebbe essere intiepidito dagli sviluppi dei prossimi giorni.

Ad ogni modo, andiamo con ordine. Apple ha svelato i due nuovi iPhone 6, in vendita negli Stati Uniti e in 8 altri prescelti Paesi (l’Italia non rientra in questa prima tranche, come già avvenuto nel passato) a partire dal prossimo 19 settembre. Gli ordini potranno invece essere inoltrati già a partire dal 12 settembre. Il prezzo base dell’iPhone 6 sarà di “soli” 199 dollari: un valore molto basso, apparentemente, poichè il device sarà venduto con due anni di contratto telefonico. La versione plus, dal display molto più grande, costerà invece a partire da 299 dollari, e sempre con due anni di contratto. In maniera più specifica, l’iPhone 6 costerà 199 dollari nella versione da 16 GB, 299 dollari per quella da 32 GB, 399 dollari per quella da 64 GB; per comprendere i prezzi della versione Plus, sarà sufficiente aggiungere 100 euro.

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Indipendenza Scozia: cosa accadrà il 18 settembre

scoziaIl prossimo 18 settembre è in programma il referendum per l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Valutato che – secondo i più attendibili sondaggi – i favorevoli alla separazione sarebbero in vantaggio, la sterlina in questi giorni sta subendo degli scossoni particolarmente importanti che potrebbero collimare nella data del 18 settembre, quando gli scozzesi saranno chiamati a esprimersi sulla “secessione”. Negli ultimi mesi il referendum era stato parzialmente sottovalutato dalle parti in causa, convinte che i favorevoli all’indipendenza fossero una decisa minoranza: il Sunday Times ha tuttavia ieri pubblicato un report “choc”, che dimostra come i favorevoli all’indipendenza siano il 51%, contro il 49% dei fedeli britannici.

Di qui, un piccolo caos valutario. La possibilità che a partire dal 18 settembre la Scozia diventi indipendente, infatti, ha spinto il governo conservatore e le forze d’opposizione a unire le forze contro quello che sarebbe un dramma geopolitico e finanziario (così, ovviamente, non la pensano le forze indipendentiste). Una unione di forze che tra poche ore si concretizzerà nel lancio del piano “devo maxi”, una sorta di esplosione del processo di devolution, che dovrebbe permettere alla Scozia di poter disporre di maggiore autonomia (fiscale, e non solo). La mossa sembra tuttavia una azione frettolosa e mal predisposta per cercare di correre ai ripari, e la leva di Cameron potrebbe non bastare per mettere al freno l’emorragia di consensi della parte dei “no”.

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Fisco: il 730 precompilato

Fisco: il 730 precompilato

Il passaggio alla dichiarazione dei redditi precompilata del 730 è prevista nel 2015, a seguito di quanto indicato nei decreti di semplificazione che sono stati già approvati dal governo. Inizialmente …

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Finanza e filantropia in Italia

Sono abbastanza sconcertanti i dati che dichiarano che due italiani su tre non sappiano cosa sia la filantropia. Molti confondono questa parola, addirittura, con il nome di una fondazione umanitaria. È forse necessario, quindi, fare un po’ di chiarezza. La filantropia che etimologicamente indica un’amore ed un interessamento verso il prossimo, è la costruzione di atti volti ad un miglioramento sociale. Il filantropo è colui che godendo di una posizione privilegiata, orienta tuttavia il proprio agire e le proprie risorse economiche all’altruismo e si fa promotore di cambiamenti sociali ed economici.

Bill-Gates

La filantropia è molto più diffusa negli Stati Uniti, forse perché essendo questo paese culturalmente da sempre improntato a un liberismo che limitava le misure di welfare, gli imprenditori illuminati hanno da subito sentito la necessità di mettersi a disposizione della collettività.

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Pronti tagli per 7 miliardi a politica, trasporti e difesa

E’ stato presentato al governo il cosiddetto “piano Cottarelli“, ossia un piano di spending review che prevede tagli del valore di 7 miliardi circa solo per l’anno in corso. Si tratta di tagli dolorosi ma in gran parte necessari anche se Renzi, apparso in tv proprio l’altro giorno ha già sottolineato che alcuni interventi non si faranno. Tuttavia qualcosa va tagliato se si vuole investire e, soprattutto, restituire potere di acquisto ai lavoratori. Per questo bisogna prendere in esame tutto per poter capire dove intervenire. Secondo il piano stilato da Cottarelli si deve intervenire su politica, trasporti, difesa e pensioni. E proprio sulle pensioni Renzi si è detto contrario ad intervenire, almeno per quel che riguarda il contributo speciale.

Si calcola poi che circa 100 milioni l’anno si possano recuperare dalle auto blu, 300 milioni dalla sanità con l’introduzione dei costi standard e circa altri 100 dalla difesa (si parla di dismettere caserme e tagliare su altri costi relativi al personale militare).

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