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Tassi fermi, la Bce conferma la propria politica

bceLa Banca Centrale Europea, nella riunione tenutasi oggi a Francoforte, ha confermato l’attuale livello dei tassi di interesse di riferimento, al minimo storico. Ma se la decisione di lasciare il costo del denaro invariato era nell’aria (ampiamente), il banco di prova era non monetario, bensì politico: comprendere come Mario Draghi sarebbe riuscito a governare un comitato che appare semper più diviso, e nel quale il principale oppositore, Jens Weidmann, sembra aver una voce in capitolo ben più ampia di quelle che sarebbero le valutazioni superficiali.

Da Weidmann – e non solo lui – negli ultimi giorni erano provenute nuove bordate al timone di Mario Draghi, accusato di eccessivo immobilismo, e “reo” di aver posto le basi ad un pur enorme distacco che separa il trend assunto dagli Stati Uniti (dove la ripresa economica è iniziata da tempo, e si sta facendo di proporzioni sempre più rilevanti) e l’Unione Europea e l’Eurozona (sempre più in crisi). Non solo: a Mario Draghi si para oggi un nuovo esempio lampante, quella Bank of Japan che con una mossa a sorpresa ha annunciato nuovi stimoli che sembrano aver prodotto i risultati sperati – almeno nel mercato azionario.

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Bce sgrida l’Italia, ecco cosa ha detto

bce-conti-utileNon ci sono notti tranquille per Matteo Renzi e l’Italia. Se da una parte la Bce sembra essere fin troppo accomodante nei confronti delle zone periferiche del vecchio Continente, dall’altra l’istituto banchiere di Mario Draghi sembra essere altrettanto severo quando si tratta di esprimere giudizi nei confronti dei principali indiziati in un simile ambito di crisi.

“Restano rischi sulle possibilità del governo italiano di centrare l’obiettivo di un deficit di bilancio pari al 2,6% del Pil nel 2014, soprattutto dopo che il quadro economico è risultato peggiore del previsto” – ha in particolar modo affermato la Banca centrale europea all’interno del proprio consueto bollettino, all’interno del quale ha dedicato specifica attenzione proprio all’Italia, Paese che – prosegue il report – dovrà “rafforzare ulteriormente la posizione di politica fiscale così da adempiere alle norme del Patto di Stabilità e di Crescita, in particolare per quanto riguarda la riduzione del rapporto debito pubblico/Pil”.

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Tassi: rialzo o non rialzo… questo è il problema?

Nel mese di aprile, la Banca Centrale Europea ha portato in rialzo di 25 basis points il tasso ufficiale di interesse di riferimento, trascinando il consolidato 1% al nuovo livello pari all’1,25%. Ora il dilemma è: i tassi di interesse saranno nuovamente aumentati? A domandarselo sono, soprattuto, le famiglie che hanno stipulato un mutuo a tasso variabile e che potrebbero essere penalizzate da un ulteriore aumento dei tassi. Ovviamente molto dipende dalla fiducia che la BCE ha per la crescita dell’economia dell’eurozona per i prossimi anni, crescita che potrebbe essere rivista con stime al ribasso da qui alla fine dell’anno. Proprio per questo non è escluso che si decida di lasciare le cose così come sono in attesa di tempi migliori.

Ma andiamo con ordine. Come dicevamo ad Aprile la Bce ha deciso di uumentare i tassi di interesse. Ad accorgersene sono stati soprattutto i titolari di mutui a tassi di interesse variabile indicizzati al TUR della BCE, che hanno visto le proprie rate rincarare nel corso delle ultime due mensilità.

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