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Stati Uniti e Cina firmano la “fase uno” dell’accordo commerciale

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Dopo oltre un anno di trattative, miliardi di dollari in dazi, momenti di intensa escalation e ritardi temporanei, Stati Uniti e Cina hanno firmato la “fase uno” di un accordo commerciale. Il presidente Donald Trump lo ha definito “un passo importante, che non è mai stato fatto prima con la Cina, verso un futuro di commercio equo e reciproco”.

Questa prima fase dell’accordo, che i due Paesi hanno raggiunto a dicembre, raffredderà le tensioni commerciali che hanno sconvolto il mondo tra le due superpotenze economiche. Interrompe però l’accordo commerciale e di riforma globale che l’amministrazione Trump voleva quando ha iniziato la sua guerra commerciale nel 2018. Invece, la Cina ha accettato di effettuare acquisti per un valore di circa 200 miliardi di dollari di beni statunitensi in un periodo di due anni.

La Cina ha anche fatto concessioni su proprietà intellettuale, valuta e accesso ai servizi finanziari, e ha promesso di porre fine a quella pratica che costringe le aziende a rinunciare alla loro tecnologia. Gli Stati Uniti, in cambio, annulleranno e ridurranno alcuni dazi, anche se rimarranno le imposte su 360 miliardi di beni cinesi.

Il presidente Donald Trump sta facendo passare questo accordo come un’enorme vittoria, ma l’amministrazione non ha ottenuto quei cambiamenti strutturali che voleva nell’economia cinese, incluso affrontare le enormi sovvenzioni di Pechino alle società cinesi. Non è ancora chiaro se la Cina adempierà totalmente a questo obbligo di acquistare prodotti statunitensi e, anche se lo farù, la garanzia è valida solo per due anni.

Detto questo, l’accordo commerciale parziale potrebbe non essere in grado di rimediare ai danni causati dalla guerra commerciale. Alcuni ritengono che, più che un accordo commerciale, sembra una cessazione delle ostilità.

In effetti, l’amministrazione Trump ha definito questo accordo “fase uno”, il che implica che è solo l’inizio e non la fine dei negoziati con la Cina. Robert Lighthizer, il principale rappresentante commerciale, ha affermato che gli Stati Uniti e la Cina hanno ancora molte cose da risolvere su tanti grandi problemi strutturali.

Alcuni esperti sono scettici che una seconda fase ci sarà. Brad Setser, membro senior per l’economia internazionale presso il Council on Foreign Relations ed ex funzionario del Tesoro degli Stati Uniti, ha dichiarato: “È difficile confermare se ci sarà una fase due o come si arriverà ad essa. In un certo senso, la prima fase è stata resa possibile dal fatto che la Cina non era disposta a passare alle grandi questioni strutturali”.

In altre parole, questo potrebbe essere il miglior affare che l’amministrazione possa ottenere da Pechino in questo momento. Un accordo commerciale “fase uno” è un propaganda intelligente, soprattutto se, come hanno suggerito l’amministrazione e lo stesso Trump, la fase due dei negoziati non inizierà fino a dopo le elezioni del 2020. Quindi, l’accordo di Trump è più una tregua commerciale tra le due maggiori economie del mondo, cosa che è positiva per gli Stati Uniti, la Cina e il resto del mondo.

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