Fondi comuni: i gestori vogliono più libertà

Investire a livello globale, ecco la soluzione proposta dal Wall Street Journal per massimizzare i profitti dei propri investimenti finanziari anche in un contesto di crisi come quello che stiamo attraversando. Lo strumento è quello dei fondi comuni di investimento, soluzione che consente di diversificare il rischio anche a chi non dispone di enormi capitali. Secondo il prestigioso quotidiano ormai viviamo in un contesto sempre più globale dove le aziende nazionali non sempre rappresentano il meglio dell’economia di un paese. Dando carta bianca ai gestori dei fondi comuni di investimento è possibile sfruttare di volta in volta le opportunità che si presentano in un mercato globale dove le aziende sono spinte a svolgere il proprio lavoro all’estero. Il concetto viene spiegato meglio da Dan O’Keefe, amministratore delegato di Artisan Partners: “In molti casi le aziende, siano esse negli Stati Uniti o all’estero, si guadagnano i loro profitti in tutto il mondo e, spesso, non vi è correlazione tra il luogo in cui una società è domiciliata e dove fa il suo denaro“.

L’idea, quindi, è quella di avere una “carta globale” con cui i gestori di portafogli possano cogliere, di volta in volta, le opportunità che si presentano sul mercato sfruttando al meglio i trend del momento. L’esempio è quello dei mercati emergenti, ossia quei mercati che stanno crescendo ai ritmi più alti ma dove, spesso, sono aziende straniere a trarre il maggior beneficio da questa crescita.

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Dove investire durante la crisi secondo Steen Jakobsen

Steen Jakobsen, Chief Economist di Saxo Bank (banca specializzata nel trading e negli investimenti online), ha diffuso alcuni consigli su come gestire i propri investimenti in questo contesto di crisi. Visto il grande interesse dei nostri lettori per questo argomento abbiamo deciso di riproporvi questo documento diffuso dall’ufficio stampa di Saxo Bank. Steen Jakobsen ha prospettato quattro possibili scenari conseguenti all’uscita della Grecia dall’Euro e, per ogni scenario ci fornisce degli interessanti consigli di investimento che abbiamo voluto riproporvi in queste pagine. Ovviamente per ognuno dei punti trattati da Steen Jakobsen ci siamo permessi di aggiungere le nostre considerazioni sia circa le probabilità che si verifichino sia circa le proposte di investimento ad esse collegate.

Ovviamente ci aspettiamo di poterne parlare insieme a voi nello spazio dedicato ai commenti che trovate in fondo alla pagina ricordandovi che quanto riportato in queste pagine non rappresenta un consiglio di investimento ma deve essere interpretato al solo fine informativo. Qualora si decidesse di mettere in pratica le tipologie di investimento trattate consigliamo di contattare un consulente finanziario di propria fiducia evitando il fai da te.

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Brembo, un titolo da tenere d’occhio

Come ben sappiamo molti titoli azionari del listino italiano sono degli investimenti deludenti in ottica di medio e lungo periodo. Tuttavia ci sono alcuni piccoli gioielli che, seppur scontando il periodo di crisi della nostra economia, dimostrano di avere delle basi estremamente solide. E’ il caso della Brembo, la più famosa azienda al mondo specializzata nella produzione di impianti frenanti per auto e moto da strada e da competizione. La brembo ha presentato, pochi giorni fa, una trimestrale davvero molto buona con un utile netto di 21,1 milioni di euro, ricavi netti in aumento del 12,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un fatturato in aumento del 10,8%. Il tutto in un contesto economico difficilissimo per il settore automobilistico dovuto alla forte contrazione della vendita di auto e moto di nuova immatricolazione dovuto alla crisi economica che attanaglia gran parte del vecchio continente.


Anche per quanto riguarda il resto dell’anno le proiezioni sono decisamente favorevoli visto che gli ordinativi in portafoglio sembrano confermare il trend di crescita dei ricavi di tutti i settori in cui il Gruppo opera. Questo considerando sempre che un eventuale deterioramento della crisi nell’eurozona, i cui risvolti non sono al momento prevedibili, potrebbe contribuire  a rivedere sensibilmente gli obiettivi dell’azienda.

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Attesa per l’Ipo di facebook

C’è molta attesa, oggi per l’ipo di facebook che in questo modo fa il suo esordio in borsa specialmente dopo che il social network ha annunciato di aaver aumentato il proprio collocamento del 25%, offrendo 3 miliardi di dollari in più di titoli. In effetti intorno a Facebook c’è molto fermento e, sopratutto, l’interesse di tutti visto che il collocamento rischia di diventare la maggiore ipo di una società di tecnologia al mondo battendo perfino il “rivale” (se così possiamo dire) Google. Ovviamente c’è molto interesse anche da parte dei piccoli risparmiatori attirati dalla immensa popolarità del social network e dalla possibilità di veder rivalutati i propri risparmi in un momento così difficile per le piazze finanziarie di tutto il mondo. Insomma per molti facebook rappresenta una novità a cui guardare con interesse.

Per questo abbiamo ritenuto estremamente interessante proporre ai nostri lettori questo breve elenco pubblicato sul Wall Street Journal dedicato ai 7 motivi per non investire in facebook. Già da tempo, infatti, abbiamo sconsigliato ai nostri lettori di investire i propri risparmi sul social network nella fase iniziale della quotazione. Questo perchè, come già successo con molte altre realtà tecnologiche, le quotazioni iniziali vengono rapidamente perse.

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Commodities: possibili ribassi in vista

Il mercato delle Commodieties è, da sempre, al centro degli interesse degli investitori perchè tende a riflettere l’andamento dell’economia reale. La preoccupazione è che la maggior parte delle materie prime prossa subire un calo delle quotazioni nel corso del 2012 e, stando ad una prima analisi, le premesse ci sono tutte. La forte crescita del prezzo della maggior parte delle commodities, infatti, è determinato dalla domanda e, indirittemante dalla crescita dell’economia. Dal 2008 ad oggi stiamo vivendo la peggiore crisi economica della storia (forse anche peggiore di quella che caretterizzò i primi del ‘900) ma quello che comincia a preoccupare fortemente gli analisti sono i dati che cominciano arrivare dalle cosidette economie emergenti, ossia quelle che fino ad oggi non avevano subito grandi contraccolpi continuando a crescere a ritmi impensabili per gli standerd europei e statunitensi.

Parliamo, in primis, della Cina che negli ultimi mesi ha dato diversi segni di indebolimento. Quello che era considerato il motore del mondo, infatti, comincia a rallentare la sua corsa crescendo molto meno di quanto fatto negli anni passati. Le esportazioni cinesi sono drasticamente calate per via della crisi che sta mettendo in ginocchio l’Europa.

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La visione del mercato di Buffett

In un’intervista alla Cnbc Warren Buffett ha dato la sua visione del mercato accennando a molti temi caldi del momento come le elezioni in Francia e in Grecia e alla quotazione di Facebook. Come sempre le opioni di Warren Buffett, detto anche lìoracolo di Omaha per la sua capacità di prevedere i movimenti sui mercati finanziari, sono tenute in altissima considerazione. Spesso Buffet è riuscito a dare la giusta lettura ai segnali che provenivano dai mercati dimostrando di poter anticipare i trend anche in momenti difficili come quelli che abbiamo attraversato dal 2008 ad oggi. E proprio in questo contesto di caos dove la crisi europea rischia di travolgere il vecchio continente è molto interessare sapere cosa ne pensa uno dei maggiori investitori del mondo.

Secondo l’oracolo di Omaha l’eurozona sta faticando a trovare una soluzione ai propri problemi ma, alla fine, la strada per uscire dalla crisi sarà trovata. Le elezioni in Francia e in Grecia sarebbero la prova che a breve, in Europa, ci saranno delle novità da cui dipenderà la sopravvivenza dell’euro e delle economie degli stati membri.

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