Mutui: giovani ancora penalizzati nel 2012

Non accenna a diminuire la difficoltà di accedere al credito dei giovani in Italia. Secondo uno studio dell’osservatorio sul credito che ha analizzato i dati relativi al 2009, 2010 e 2011 (ovviamente solo i primi 9 mesi dell’anno, quindi il confronto non è definitivo) le erogazioni del credito al consumo hanno subito un trand negativo facendo registrare rispettivamente un -11,2%, -5,2% e -1,4% di erogazioni rispetto all’anno precedente. Questo significa che nel 2011 il trand sembrerebbe rallentare pur rimanendo in ambito negativo. E a risentirne di più sono sempre i giovani che, complice una disoccupazione al 30%, non sono in grado di dare sufficienti garanzie alla banca.

Questa difficoltà dei giovani di accendere un finanziamento continuerà a persistere ancora per tutto il 2012 visto che alcuni analisti azzardano una lieve ripresa solo nel 2013. Ripresa che si concretizzerà di pari passo alla diminuzione della disoccupazione.

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La Chiesa e l’ICI: quanti soldi perdiamo?

In questo ultimo mese si è scatenata la polemica tra coloro che vogliono far pagare l’ICI sugli immobili della chiesa destinati ad usi commerciali e chi, invece, continua a sostenere il contrario. La polemica si è infuocata dopo che il governo Monti ha reintrodotto l’imposta sulla prima casa aggravando la già difficile situazione di molte famiglie italiane. Dal canto suo la chiesa, nonostante le recenti aperture del Cardinal Bagnasco, non è particolarmente entusiasta dell’idea di dover pagare la nuova IMU (imposta municipalizzata unica) su tutti gli immobili sostenendo che in gran parte di quelli di sua proprietà già vengono pagate regolarmente le tasse. Tuttavia in un momento in cui si richiedono particolari sacrifici ai cittadini sono in molti a non capire questa chiusura della chiesa che, al contrario, dovrebbe partecipare al salvataggio della nazione e agli sforzi di tutti noi.

Secondo una stima riportata sul quotidiano repubblica.it solo a Roma sarebbero 1500 gli immobili della chiesa, un valore presumibilmente sottostimato in quanto si immagina siano molti di più. Tuttavia a onore della cronoca la chiesa ci tiene a sottolineare che in molti edifici destinati ad uso commerciale già viene pagato regolarmente l’ici.

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La crisi colpisce anche i brooker di Londra

La crisi economica comincia a mietere vittime illustri non risparmiando perfino i famosi broker di Londra. Stando a quanto emerso da un’analisi pubblicata da blomberg molte società di broker della city starebbe chiudendo per mancanza di clienti. In molti clienti hanno abbandonato gli investimenti finanziari spaventati dalla volatilità dei mercati e di quelli rimasti una parte sono passati alle piattaforme di trading. Un vero e proprio dramma per molte società di piccole dimensione che hanno scelto di accorparsi ad altre più grandi per creare dei veri e propri gruppi.

Tanto per fare un esempio dell’entità della crisi è sufficiente riportare questo dato: dal 2007 al 2011 c’è stato un calo del 63% del valore delle azioni scambiate sul mercato di Londra. Un calo pesantissimo che ha ridotto in maniera consistente il business dei broker londinesi.

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La Germania torna la locomotiva d’Europa

Nonostante le difficoltà incontrate dall’Eurozona, e ben più di qualche critica piovuta intorno al suo establishment, la Germania torna a confermarsi la principale locomotiva del malandato treno del vecchio Continente. I dati ufficiali provenienti da Berlino riportano infatti una crescita della fiducia dei consumatori e delle vendite al dettaglio, con elementi statistici che hanno sconfitto le principali attese da parte degli analisti di mercato.

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Zuckerberg contrario alla quotazione di Facebook

Secondo quanto affermato dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, il social network potrebbe sbarcare in Borsa con una quotazione che potrebbe condurre la società californiana a divenire titolare di una capitalizzazione di mercato pari a 100 miliardi di dollari. Facebook ha infatti in mente di collocare sulla piazza azionaria una quota del proprio capitale, sufficiente per poter raccogliere i 10 miliardi di dollari che le consentirebbero di sviluppare i progetti di espansione a breve e a medio termine.

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Germania: qual è la verità sul debito?

In questi ultimi 2 giorni è nata una polemica sui conti della Germania in seguito ad un articolo apparso sul quotidiano libero di mercoledì. A dir la verità qualche dubbio sui conti del paese che, di fatto, si è messo alla guida dell’eurozona era già stato sollevato da alcuni blogger nostrani che avevano rilevato qualche anomalia nei conti della prima economia dell’area euro. Noi ci siamo tenuti alla larga da questo discorso perchè non volevamo limitarci a riportare la notizia ma abbiamo cercato di capirci qualche cosa in più così da fare un minimo di chiarezza sull’argomento. Ma partiamo dall’inizio. La germania, nell’articolo in questione, è stata accusata di aver omesso i debiti relativi al welfare dal calcolo del debito pubblico così da risultare il paese più virtuoso d’Europa. Ovviamente l’articolo in questione ha scatenato un dibattito, tutto nostrano, che vede impeganti da una parte coloro sostengono la maggiore efficienza dell’economia tedesca e, dall’altra, coloro ancora nutrono dei risentimenti verso il paese per via della risatina di Angela Merkel riservata al nostro ex premier.

Cominciamo subito con il sottolineare una cosa fondamentale: la Germania è un’economia solida e molto efficiente ma è assolutamente molto lontana dall’essere perfetta. Quindi pensare che tutto quello che riguarda l’economia tedesca funzioni a dovere è un errore.

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