Lavoro: il 37% delle madri lascia l’impiego

Ancora brutte notizie in ambito di donne e lavoro: secondo lo studio dell’Istat denominato “La conciliazione tra lavoro e famiglia” ben il 37% delle lavoratrici che diventano mamme lasciano il proprio impiego. Un dato molto pesante che testimonia quanto sia ancora molto difficile conciliare lavoro e famiglia in un paese come il nostro. Eppure lo stesso Monti, nel suo discorso di presentazione alle camere, aveva espressamente dichiarato che l’occupazione femminile sarebbe dovuta crescere per favorire la ripresa economica. Eppure la situazione appare quanto mai critica e figlia di una tradizione culturale che vede, ancora oggi, la donna come unico soggetto in famiglia a doversi occupare della casa e dei figli.

Stando ai dati rilasciati dall’Istat sarebbero ben 702 mila (ossia il 37,5%) le madri che hanno dichiarato di aver sospeso per almeno un mese la propria attività lavorativa dopo la nascita di un figlio. Dato che si ridimensiona in maniera esponenziale tra i padri visto che solo il 6,9% dei lavoratori uomini dichiara di aver utilizzato il congedo parentale.

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In arrivo la riforma del catasto

Ancora novità in ambito “casa” che, dopo l’introduzione dell’IMU (imposta municipalizzata unica) già dal 2012, prevede ora la riforma degli estimi catastali che dovrebbe renderli più attuali. Molte le novità che caratterizzeranno questa manovra ma la paura di sindacati e associazioni dei consumatori è che sia un’altra stangata che vada a pesare sui bilanci delle famiglie già provati dall’aumento dei carburanti e dalle nuove tasse introdotte dal governo.

Ma quali saranno le novità più interessanti di questo avvio di 2012 in materia di casa? Questa manovra che riformerà gli estimi catastali sarà davvero a costo zero per le famiglie o graverà sempre sui “soliti noti”?

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Mutui: giovani ancora penalizzati nel 2012

Non accenna a diminuire la difficoltà di accedere al credito dei giovani in Italia. Secondo uno studio dell’osservatorio sul credito che ha analizzato i dati relativi al 2009, 2010 e 2011 (ovviamente solo i primi 9 mesi dell’anno, quindi il confronto non è definitivo) le erogazioni del credito al consumo hanno subito un trand negativo facendo registrare rispettivamente un -11,2%, -5,2% e -1,4% di erogazioni rispetto all’anno precedente. Questo significa che nel 2011 il trand sembrerebbe rallentare pur rimanendo in ambito negativo. E a risentirne di più sono sempre i giovani che, complice una disoccupazione al 30%, non sono in grado di dare sufficienti garanzie alla banca.

Questa difficoltà dei giovani di accendere un finanziamento continuerà a persistere ancora per tutto il 2012 visto che alcuni analisti azzardano una lieve ripresa solo nel 2013. Ripresa che si concretizzerà di pari passo alla diminuzione della disoccupazione.

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La Chiesa e l’ICI: quanti soldi perdiamo?

In questo ultimo mese si è scatenata la polemica tra coloro che vogliono far pagare l’ICI sugli immobili della chiesa destinati ad usi commerciali e chi, invece, continua a sostenere il contrario. La polemica si è infuocata dopo che il governo Monti ha reintrodotto l’imposta sulla prima casa aggravando la già difficile situazione di molte famiglie italiane. Dal canto suo la chiesa, nonostante le recenti aperture del Cardinal Bagnasco, non è particolarmente entusiasta dell’idea di dover pagare la nuova IMU (imposta municipalizzata unica) su tutti gli immobili sostenendo che in gran parte di quelli di sua proprietà già vengono pagate regolarmente le tasse. Tuttavia in un momento in cui si richiedono particolari sacrifici ai cittadini sono in molti a non capire questa chiusura della chiesa che, al contrario, dovrebbe partecipare al salvataggio della nazione e agli sforzi di tutti noi.

Secondo una stima riportata sul quotidiano repubblica.it solo a Roma sarebbero 1500 gli immobili della chiesa, un valore presumibilmente sottostimato in quanto si immagina siano molti di più. Tuttavia a onore della cronoca la chiesa ci tiene a sottolineare che in molti edifici destinati ad uso commerciale già viene pagato regolarmente l’ici.

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La crisi colpisce anche i brooker di Londra

La crisi economica comincia a mietere vittime illustri non risparmiando perfino i famosi broker di Londra. Stando a quanto emerso da un’analisi pubblicata da blomberg molte società di broker della city starebbe chiudendo per mancanza di clienti. In molti clienti hanno abbandonato gli investimenti finanziari spaventati dalla volatilità dei mercati e di quelli rimasti una parte sono passati alle piattaforme di trading. Un vero e proprio dramma per molte società di piccole dimensione che hanno scelto di accorparsi ad altre più grandi per creare dei veri e propri gruppi.

Tanto per fare un esempio dell’entità della crisi è sufficiente riportare questo dato: dal 2007 al 2011 c’è stato un calo del 63% del valore delle azioni scambiate sul mercato di Londra. Un calo pesantissimo che ha ridotto in maniera consistente il business dei broker londinesi.

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La Germania torna la locomotiva d’Europa

Nonostante le difficoltà incontrate dall’Eurozona, e ben più di qualche critica piovuta intorno al suo establishment, la Germania torna a confermarsi la principale locomotiva del malandato treno del vecchio Continente. I dati ufficiali provenienti da Berlino riportano infatti una crescita della fiducia dei consumatori e delle vendite al dettaglio, con elementi statistici che hanno sconfitto le principali attese da parte degli analisti di mercato.

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