Economia: i settori che non sono in crisi

La crisi economica avanza inesorabile e i consumi crollano drammaticamente provocando un senso di paura e insicurezza da parte sia dei consumatori che delle piccole e medie imprese. In questo scenario quasi apocalittico ci sono alcuni settori che, nonostante tutto, continuano a crescere. Si tratta, spesso, di settori di nicchia che nonostante tutto riescono ad ottenere delle ottime perfomance anche in un contesto dove l’economia continua ad andare male per via della diminuzione del potere di acquisto delle famiglie italiane e per la stretta sul credito imposta dalle banche.

Tra questi c’è il settore del lusso: aziende come Tod’s, Hermes e Bulgari continuano ad aumentare il proprio fatturato con percentuali che vanno dal + 8% di Bulgari al + 13 di Hermes.

Ovviamente stiamo parlando di beni di lusso rivolti ad una nicchia di privilegiati che, a quanto pare, non stanno variando le proprie abitudini in virtù dell’attuale condizione economica.

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Antitrust senza soldi per colpa dei tagli!

L’Antitrust rischia di chiudere alcuni importanti servizi rivolti ai cittadini/consumatori per colpa dei tagli decisi dal governo nella finanziaria, tagli doverosi per contenere la spesa pubblica ma che spesso sono stati disposti senza un criterio molto chiaro. Eppure il servizio svolto dall’autority appare auanto mai fondamentale per garantire una corretta competizione delle aziende sul mercato e per verificare che il rapporto con i consumatori sia assolutamente trasparente.

A denunciarlo è Antonio Catricalà, presidente dell’Authority Antitrust.

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Vuoi lasciare SKY: devi pagare ben 225 euro!

Nonostante la delibera dell’Agcom che ordinava aSky di adeguare, dal 29 settembre, le Condizioni generali d’abbonamento, addebitando all’abbonato, nel caso voglia rescindere il contratto, solo un costo massimo di € 11 tutto rimane come prima tutto resta come prima. Infatti le penali sono rimaste invariate e vanno da 225 a 30 euro a seconda dei casi. Questo aspetto è assolutamente intollerabile perchè si rischia, di fatto, che l’operato dell’agcom diventi non vincolante per le aziende che operano nel mercato italiano con un danno incalcolabile per i consumatori.

 

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Crisi finanziaria: la peggiore dagli anni 30!

Nonostante il piano di salvatggio approvato la scorsa settimana dal governo americano la crisi continua a spaventare. A detta di molti economisti è la peggiore dagli anni 30 e ancora ben lontana dall’essere superata. Secondo i più pessimisti, infatti, ci vorranno anni prima di riuscire a mettersi definitivamente alle spalle una crisi di portata mondiale come quella che stiamo attraversando. Il motivo è che in un contesto come quello attuale l’economia è sempre più globale e intrecciata tra i vari paesi del mondo. Questo porta, ovviamente, ad un indiscutibile velocizzazione del diffondersi di eventuali contagi colpendo per primi tutti quei paesi legati agli Stati Uniti, luogo dove tutto è esploso.

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Cosa succede se non si paga il casello autostradale?

Vi siete mai domandati cosa succede se davanti ad un casello in autostrada non avete i soldi per pagare? Qualche giorno fa a seguito dei rincari che hanno avuto pe oggetto, ancora una volta le tariffe dei padaggi delle autostrade, ho letto sul blog di Beppe Grillo un interessante articolo sull’argomento che mi ha chiarito le idee. In caso di mancato pagamento del casello l’addetto rilascia una ricevuta di mancato pagamento che ci verrà recapitata a casa. Se paghiamo entro i 15 giorni successivi bene altrimenti ci verranno addebitati ulteriori 2 euro e 58 centesimi di oneri di accertamento.

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Hypo Real Estate un’altra banca sull’orlo del baratro!

In questi giorni è partito il salvataggio di Hypo Real Estate, banca tedesca con attività per oltre 400 miliardi, che sembra avere sulle spalle un buco di almeno 50 miliardi di euro. La banca nonostante non sia di enormi dimensioni è un importante istituto di credito europeo per il finanziamento agli enti pubblici. Per questo la notizia dell’ammanco di circa 50 miliardi di euro ha fatto molto scalpore e destato più di qualche paura da parte di molti economisti che si dicono preoccupati per lo stato di salute degli istituti di credito europei a seguito dei contraccolpi della crisi.

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