Come tutti ben sappiamo i risultati delle elezioni in Francia e in Grecia hanno confermato quello che ci si aspettava, ossia che l’Europa così com’è stata fino ad oggi non piace più a nessuno. Non a caso in Francia ha vinto Hollande, candidato socialista che ha basato la sua campagna elettorale contro la linea di austerity decisa dall’asse Merkel-Sarkozy, e in Grecia hanno vinto le forze politiche minori contrarie, chi più chi meno, alle misure drastiche imposte dalla comunità internazionale quale punto focale per l’erogazione degli aiuti. Insomma la giornata di ieri potrebbe aver disegnato un’Europa nuova e, per certi versi, anche un’Europa migliore dove si ricominci a parlare di crescita senza la quale diventa un po difficile sperare di uscire dalla più grande crisi economica di tutti i tempi.
D’altronde le misure prese in sede europea per fronteggiare la crisi, fino ad ora, non hanno portato altri risultati se non il peggiorare la situazione imponendo vincoli di bilancio rigidissimi a tutti quei paesi che, al contrario, avrebbero dovuto spendere di più per poter ridare slancio all’economia senza portarla in recessione come invece sta avvenendo.