Riparte l’export italiano, ripresa (forse) nel 2013

Durante un’audizione al Parlamento europeo il presidente della BCE, Mario Draghi, ha fatto il punto della situazione sulla crisi economica che sta attraversando l’area euro. Secondo Draghi si stanno osservando i primi incoraggianti segnali positivi sul fronte dei conti grazie alle tante misure di austerity che hanno accompagnato la politica economica di quasi tutti i paesi europei. Secondo il presidente della Banca centrale ha anche sottolineato l’importanza degli ultimi accordi siglati in chiave di vigilanza bancaria che dovrebbero permettere di rompere il circolo vizioso tra il debito sovrano e le banche.

esportazioni italiane

Allo stesso tempo Draghi ha ribadito che devono essere i governi centrali dei singoli paesi ad adottare tutte le misure necessarie per permettere all’economia di tornare a crescere anche se, ha ammesso, il costo iniziale per i cittadini sia molto alto.

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Piazza Affari si riprende dopo l’asta dei Bot

In seguito al crollo della maggior parte dei titoli del listino milanese nella giornata di lunedì, Piazza Affari sembra recuperare le perdite grazie al buon esito dell’odierna asta dei Bot in cui il Tesoro ha collocato ben 6,5 miliardi euro con un rendimento pari all’1,45%. Lo spread Btp-Bund beneficia della situazione positiva nel mercato obbligazionario e scende in area 330 punti base, dopo l’impennata causata nei giorni scorsi dall’annuncio delle dimissioni di Mario Monti. C’è preoccupazione a tutti i livelli di trading, dalle grandi banche d’investimento ai piccoli trader privati che operano con i CFD (contratti per differenza) relativamente al futuro del Bel Paese che si trova di fronte ad una nuova sfida politica.

La precaria stabilità che il presidente Monti aveva impostato attraverso le misure di austerity, dopo la caduta del governo Berlusconi, è ora minacciata da una nuova corsa alle elezioni che pone il Paese in una fragile posizione dal punto di vista del rischio di default; i credit default swaps (cds) erano infatti saliti di 31 punti lunedì in seguito alle notizie relative a Monti.Anche la ricandidatura di Berlusconi preoccupa i leader a livello europeo e i media globali hanno commentato negativamente questa mossa del Cavaliere.

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Bce: stop al taglio dei tassi

Chi sperava in un ulteriore taglio dei tassi di interesse da parte della BCE potrebbe rimanere molto deluso. Stando a quanto rilevato dal Wall Street Journal, infatti, la Banca Centrale Europea potrebbe aver esaurito gli interventi in questa direzione. Secondo Peter Praet, capo economista della BCE intervistato dal WSJ, “C’è troppo poco margine di manovra, piuttosto credo che dovremmo continuare a mirare a garantire l’efficacia della politica monetaria“. Parole interessanti che ci suggeriscono quanto sia improbabile che la Banca possa prendere nuove misure aggressive per far ripartire l’economia. Insomma molto probabilmente l’obiettivo sarà quello di concentrarsi sulla riduzione del divario in ambito finanziario della zona euro, spingendo i governi ad accelerare le riforme fiscali ed economiche necessarie ad uscire dalla crisi.

Non a caso la scorsa settimana, la BCE ha tenuto il suo tasso di riferimento invariato allo 0,75% nonostante avesse tagliato le sue previsioni economiche per il prossimo anno ad una contrazione dello 0,3% dallo 0,5% di crescita come previsto nel mese di settembre. A questo punto le possibilità sono solamente 2: o la Bce si aspetta un ulteriore peggioramento della crisi e vuole tenersi qualche cartuccia per quando la situazione sarà ancora più disastrosa o i vertici si sono resi conti che ora sono necessari interventi di politica economica locale da parte dei singoli governi.

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Torna Berlusconi e lo spread sale

Come tutti ben sappiamo Monti ha da poco dato le dimissioni in seguito alla scomunica del Pdl che ha dichiarato di non avere più fiducia nel Professore e di non voler più appoggiare il suo governo in Parlamento. Berlusconi, inoltre, ha dichiarato di volersi ricandidare nonostante avesse più volte detto negli ultimi mesi di volersi far da parte. Insomma un mix che ha infiammato i mercati con lo spread che torna subito a crescere. D’altronde le reazioni sono state quasi unanimi. Ma la più eloquente, forse, è stata quella del presidente del Parlamento europeo Schulz che alla vigilia della consegna del Premio Nobel per la pace all’Unione europea a Oslo ha sottolineato che “Berlusconi è il contrario della stabilita ed il suo ritorno può essere una minaccia per l’Italia e per l’Europa“.

Quello che è certo è che lo spread tra btp e bund tedeschi dopo essere sceso sotto i 300 punti base (record degli ultimi 2 anni) torna a salire velocemente attestandosi poco sotto i 350 punti base. Ma cosa cambia veramente dal punto di vista economico?

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Imprese e crisi: quanti sacrifici!

Troppo spesso ci dimentichiamo che l’economia italiana è costituita in prevalenza da piccole e medie imprese. Si tratta di aziende, spesso a conduzione familiare, che nel loro piccolo hanno reso grande il made in Italy nel mondo. Sono proprio queste piccole e medie realtà le vere fondamenta della nostra economia e non dalle grandi aziendi che, a dir la verità, hanno sempre occupato un ruolo marginale a livello di impatto sull’occupazione e sull’economia in genere. Ma, contraddizione tutta italiana, le grandi aziende sono quelle che nel corso degli anni sono riuscite ad ottenere privilegi e condizioni di favore dalle strutture pubbliche e dagli istituti di credito.

Proprio per questo oggi sono proprio le piccole e medie imprese quelle che stanno soffrendo di più gli effetti della crisi economica se non altro perchè sono state abbandonate a se stesse. Qualcuno ha mai sentito che le istituzioni pubbliche si sono mosse per salvare una piccola azienda di 20 operai? Difficile! Eppure l’economia italiana è fatta da centinaia di migliaia di realtà di queste dimensioni senza le quali saremmo un paese decisamente più povero.

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Francoforte e le sue ambizioni finanziarie

La splendida città tedesca di Francoforte ha, da diversi anni, l’ambizione di poter arrivare a rivaleggiare con Londra per lo scettro di capitale finanziaria del continente europeo. Ma se negli ultimi anni la sua crescita è stata dirompente nel 2012 le cose sono cominciate a cambiare. La maggior parte delle grandi banche internazionali stanno attuando, nelle proprie sedi di Francoforte, un importante piano di licenziamenti riducendo progressivamente il personale. Parliamo di colossi del settore come Credit Suisse, UBS o Citigroup e non della piccola banca locale. Ma per quale motivo i big della finanza stanno tagliando sul personale? Cosa sta accadendo a Francoforte?

Stando a quanto rivelato dal Wall Street Journal sembra che il business delle grandi banche d’affari internazionali presenti in Germania sia calato notevolmente negli ultimi 12 mesi. Questo massiccio piano di riduzione del personale non sarebbe altro che la necessità di ridurre i costi in funzione dei minori ricavi.

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