Regali: gli italiani riscoprono il fai da te

Chiamiamola “arte del riciclo” o “fai da te” ma gli italiani riscoprono l’ingegno pur di risparmiare sui regali. La crisi economica e la crescente riduzione del potere di acquisto ha costretto, le famiglie italiane, a tagliare su moltissime voci di spesa tra cui, appunto, i regali. Che si tratti di un compleanno, della Pasqua o di un evento importante come il matrimonio la tendenza dei consumatori è quella di trovare la soluzione per fare bella figura senza spendere troppo. Si va dal reciclo di regali ricevuti ma mai utilizzati alla realizzazione di prodotti fai da te passando, anche, per l’acquisto di prodotti artigianali nei mercati di quartiere. Insomma pur di risparmiare ci si ingegna e si dedica tempo alla ricerca di idee regalo interessanti ed economiche.

D’altronde con i continui rincari delle ultime settimane, che hanno fatto lievitare i prezzi dei carburanti e di tantissimi prodotti di prima necessità, era inevitabile che si finisse con il cercare soluzioni alternative. Non a caso gli ultimi dati sui consumi relativi alla Pasqua hanno dimostrato uno dei cali più forti dagli anni 90 con una percentuale di uova invendute che, secondo le stime, sarà altissima.

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L’Italia rischia di spendere 9 miliardi in derivati

Chi non si ricorda il caso dei 2,5 miliardi di euro che il Tesoro ha rimborsato alla Morgan Stanley poche settimane fa? A quanto pare ci sarebbe il rischio che il Ministero debba spendere altri 9 miliardi per chiudere le posizioni sui derivati con altre 5 banche visto che questi strumenti sono costati alle casse pubbliche ben 6 miliardi solo tra il 2006 e il 2011. Questo è quanto trapela dalle pagine di risk.com, giornale specialistico, che sembra aver scoperto che l’esposizione del nostro paese verso 5 banche, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Dexia, BNP Paribas e Deutsche Bank, ammonti a circa 9 miliardi di euro e che il tesoro ritenga opportuno chiudere anticipatamente le posizioni per evitare ulteriori perdite che, nel contesto attuale, il paese proprio non potrebbe permettersi.

Secondo il quotidiano online linkiesta.it, il portafoglio dei derivati dell’Italia ammonterebbe a circa 160 miliardi di euro, ossia all’equivalente del 10% dei titoli di Stato emessi e attualmente in circolazione. Di questi 160 miliardi di euro 100 sarebbero interest rate swap, 36 miliardi cross currency swap, 20 swaption e 3,5 miliardi degli swap ex ISPA.

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Risparmi delle famiglie e profitti delle imprese in calo

Ormai lo abbiamo capito, il contesto economico che stiamo attraversando è di forte recessione. Le pagine del nostro giornale online lo vanno ripetendo da mesi snocciolando, nostro malgrado, numeri che parlano da soli. E, purtroppo, è così anche stavolta visto che proprio ieri sono stati diramati gli ultimi dati sulla capacità di risparmio delle famiglie e quelli relativi ai profitti delle imprese che fanno registrare l’ennesimo record negativo. D’altronde la pressione fiscale in forte aumento, il rialzo dei prezzi dei carburanti e di tantissimi prodotti considerati di prima necessità ha contribuito ad abbattere i consumi delle famiglie riducendo, di conseguenza, i profitti delle imprese che, mai come ora, stanno rischiando di chiudere i battenti. Non a caso il primo trimestre dell’anno è stato caratterizzato da un forte aumento delle aziende che hanno dichiarato fallimento portando i libri in tribunale.

Una scelta obbligata, per molti imprenditori, per l’impossibilità di far fronte ai propri debiti contratti in questo ultimo periodo di crisi e per la mancanza di disponibilità, da parte delle banche, di erogare credito nonostante le inondazioni di liquidità concesse dalla BCE. Una situazione estremamente complessa che ha avviato una sorta di spirale che, sembrerebbe, non lasciare scampo all’economia del nostro paese.

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Borse: settimana drammatica alle spalle

Quella appena passata potrebbe essere definita come una settimana dramamtica per le borse caratterizzata dal riaccendersi delle tensioni sul debito dei paesi europei. Tornano sotto attacco la Spagna e l’Italia ma perfino la Francia ha avuto difficoltà nel piazzare i propri titoli di stato a tassi di interesse decenti. Un campanello d’allarme che potrebbe comportare il rischio di bruciare velocemente tutti i progressi appena raggiunti con l’incredibile risultato di far ripiombare l’eurozona nella stessa situazione dello scorso autunno. D’altronde i dati macroeconomici non sono dei migliori: la ripresa stenta ad arrivare e se da un lato le misure per contenere i deficit e la spesa pubblica stanno sortendo i propri effetti dall’altro le misure di austerity varate dai principali governi hanno contribuito a diminuire il potere di acquisto delle famiglie facendo scendere drammaticamente i consumi.

Non a caso a Marzo sono calate le vendite di auto nuove, in Italia del 27% e in Francia del 23. Cala la produzione industriale in Germania, paese virtuoso per eccellenza, e aumenta la disoccupazione in Spagna. Per il mese di Aprile si prevede un fortissimo calo dei consumi in occasione della Pasqua (le famiglie tagliano i budget per viaggi, pranzi e cene) così come calano sui valori minimi dal 1995 i risparmi degli italiani.

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Mutui: il tasso fisso non conviene

La crisi economica della zona euro sta portando non pochi problemi a chi deve scegliere un mutuo per l’acquisto della casa. Come al solito ci si pone la fatidica domanda: scegliere un mutuo a tasso fisso e vivere sereni o approfittare della convenienza del variabile con l’incertezza del futuro? Il problema, infatti, è che con i tassi di riferimento sui valori minimi e lo spread delle banche piuttosto alto ci si trova a dover valutare una differenza molto alta tra i finanziamenti a tasso fisso e quelli a tasso variabile. Tra una rata e l’altra, infatti, può passare anche più del 20% che nell’arco di un anno sono davvero moltissimi soldi per una famiglia media. Alla maggior parte delle persone, quindi, non resta che affidarsi ai consulenti delle banche anche se, ovviamente, questi saranno sempre più propensi a consigliare i prodotti che hanno in portafoglio piuttosto che dare un’opinione obiettiva sulle reali necessità del cliente.

Per questo è fondamentale scegliere il mutuo con un minimo di consapevolezza. Noi di economyonline.it abbiamo provato ad effettuare dei test per rilevare quanto e se sia conveniente stipulare un mutuo a tasso fisso nell’attuale contesto economico. Il test si è basato su un ipotetico acquisto di un immobile del valore di 200 mila euro e la conseguente richiesta di un mutuo di 140 mila analizzando le varie offerte a tasso fisso, variabile e variabile con cap.

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Fornero presenta riforma del lavoro (video)

Nel pomeriggio di ieri il governo, rappresentato dalle persone di Mario Monti e del ministro Elsa Fornero, ha presentato la riforma del lavoro. Secondo il premier si tratterebbe di una riforma storica per l’Italia, una riforma che darebbe prospettiva di crescita al paese contribuendo a dare nuovo stimolo al mercato del lavoro. Monti ha ribadito che si tratta di “una riforma che intende realizzare un mercato del lavoro inclusivo e dinamico. È una riforma per la crescita e per il lavoro“. Insomma grande soddisfazione per l’intesa raggiunta con i partiti e per l’opportunità che L’Italia avrebbe colto (secondo la visione del governo) in ottica di crescita, produttività e ammortizzatori sociali. Secondo la Fornero, infatti, con questa riforma si avrà un mercato del lavoro in grado di dare maggiore occupazione nel medio e lungo periodo specialmente a quelle categorie, come donne e giovani, che fino ad oggi stavano pagando il prezzo più grande della crisi.

Insomma arriva molta soddisfazione da parte del governo per essere riuscito in tempi relativamente brevi a presentare una riforma del lavoro che, ultimamente, veniva chiesta a gran voce anche dai vertici europei. Ma quali saranno le novità più interessanti introdotte dalla riforma del lavoro? Quali saranno i cambiamenti più evidenti per i lavoratori italiani?

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