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Risparmi delle famiglie e profitti delle imprese in calo

Ormai lo abbiamo capito, il contesto economico che stiamo attraversando è di forte recessione. Le pagine del nostro giornale online lo vanno ripetendo da mesi snocciolando, nostro malgrado, numeri che parlano da soli. E, purtroppo, è così anche stavolta visto che proprio ieri sono stati diramati gli ultimi dati sulla capacità di risparmio delle famiglie e quelli relativi ai profitti delle imprese che fanno registrare l’ennesimo record negativo. D’altronde la pressione fiscale in forte aumento, il rialzo dei prezzi dei carburanti e di tantissimi prodotti considerati di prima necessità ha contribuito ad abbattere i consumi delle famiglie riducendo, di conseguenza, i profitti delle imprese che, mai come ora, stanno rischiando di chiudere i battenti. Non a caso il primo trimestre dell’anno è stato caratterizzato da un forte aumento delle aziende che hanno dichiarato fallimento portando i libri in tribunale.

Una scelta obbligata, per molti imprenditori, per l’impossibilità di far fronte ai propri debiti contratti in questo ultimo periodo di crisi e per la mancanza di disponibilità, da parte delle banche, di erogare credito nonostante le inondazioni di liquidità concesse dalla BCE. Una situazione estremamente complessa che ha avviato una sorta di spirale che, sembrerebbe, non lasciare scampo all’economia del nostro paese.
Profitti delle imprese

Secondo i valori resi pubblici dall’Istat, nel 2011, i profitti delle società si sono attestati intorno al 40,4%, ossia il valore più basso dal 1995 ad oggi. Tale valore è in riduzione rispetto all’anno precedente di ben l’1,1% con l’ultimo trimestre che ha fatto registrare il calo maggiore (-0,6% rispetto al trimestre precedente).

Di conseguenza cala anche il tasso di investimento che passa al 22,2% dal 22,3% del 2010 (l’ultimo trimestre ha fatto registrare il calo più corposo al 21,8%).

Molto ci si aspetta dalla riforma del lavoro che il governo ha appena presentato e che potrebbe ridare slancio alle assunzioni permettendo all’economia di tornare a crescere (più si assume più aumentano i consumi delle famiglie). Tuttavia le parole della Marcegaglia, presidente di Confindustria, lasciano presagire un percorso ancora lungo e difficoltoso.

Risparmi e consumi delle famiglie

Anche per quanto riguarda le famiglie la situazione non è delle migliori: cala la propensione al risparmio, che nel 2011 è stata pari al 12% (valore più basso dal 1995) e ha fatto registrare un calo, rispetto al 2010, di ben 0,7 punti percentuali.

Ovviamente cala anche il potere di acquisto (lo andiamo ripetendo ormai da tempo) dello 0,5%. Ma l’aspetto più preoccupante è che questi dati si riferiscono solo al 2011 e, a quanto ci risulta, la tendenza avrebbe subito un’impennata nel I trimestre di quest’anno anche per colpa dell’aumento dei prezzi dei carburanti.

Secondo le associazioni dei consumatori il motivo del calo della propensione al risparmio è presto detto. “Le famiglie difficilmente riescono ad arrivare a fine mese figuriamoci se riescono a mettere da parte qualche risparmio”, sono le parole di Rosario Trefiletti di Federconsumatori.

Come uscire da questa spirale

C’è da premettere che il nostro paese sta scontando gli effetti di una crisi Europea e che i problemi da affrontare in questo momento sono frutto della cattiva gestione degli ultimi 50 anni. Detto questo, ovviamente, l’aspetto primario è quello di trovare la strada per ridare potere di acquisto alle famiglie.

Senza questo è impensabile che le aziende possano risollevarsi ricominciando ad assumere e riavviando quella spirale positiva (più si consuma più le aziende guadagnano, più le aziende guadagnano più assumuno) che rimetterebbe in moto la nostra economia permettendoci di scacciare l’incubo di una recessione che duri ben oltre il 2012.

Tuttavia per fare questo servono soldi e il nostro paese ne ha pochi. Per questo sarebbe opportuno cominciare a prendere questi soldi dove ci sono, a cominciare proprio dalla politica: solo dai tagli alla politica e alle spese inutili della nostra “macchina dello stato” si potrebbero recuperare fondi necessari a finanziare politiche di sviluppo e di sostegno ai consumi.

Ovviamente non sarebbe l’unica strada da percorrere ma, comunque, rappresenterebbe un ottimo inizio e un motivo per riacquisire fiducia anche sui mercati finanziari.

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