Investire in Immobili: ecco dove conviene

Con la borsa sempre più imprevedibile e i conti di deposito che non vanno oltre il 4,50% di rendimento lordo molte persone stanno tornando ad investire i propri risparmi in immobili approfittando del leggero calo delle quotazione delle case  negli ultimi 2-3 mesi. Specialmente in alcune grandi città, infatti, il valore degli immobili si è assestato al ribasso permettendo, a chi dispone del capitale necessario, di fare affari non da poco. Inoltre con il mattone si rischia molto meno visto che da sempre in Italia il mercato immobiliare è andato crescendo seppur tra alti e bassi.

Insomma molte persone si sentono molto più sicure acquistando un immobile ad uso investimento piuttosto che affidare i propri risparmi alle banche rischiando di perdere tutto nel caso di un ulteriore cedimento della borsa nel corso del 2012.

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Fusione Fiat – Chrysler dopo il 2015

In una recente intervista rilasciata dall’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, al quotidiano americano Detroit Free Press, è emerso come l’attesa fusione completa tra l’azienda torinese e il partner d’oltreoceano Chrysler sia negli obiettivi dei vertici societari, ma come la transazione non potrà che avvenire dopo il 2015. “Nulla accadrà fino a dopo il 2015” – ha dichiarato Sergio Marchionne – “a meno che io non venga investito da un autobus”.

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Eni: l’Iran pagherà i 2 miliardi di dollari?

L’Eni vuole 2 miliardi di dollari per le attività commerciali del primo decennio dell’anno nei confronti della compagnia petrolifera iraniana Nioc, ma il partner non ritiene doveroso procedere al pagamento dovuto. Questa sembrava essere, in estrema sintesi, l’evoluzione di una vicenda che rischia di complicare ulteriormente i rapporti tra la compagnia italiana e quella iraniana, mettendo a rischio il credito vantato. Tuttavia nelle ultime 36 ore si sono visti i primi segnali di apertura al dialogo che potrebbero rimettere le cose a posto.

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Unicredit rimbalza e chiude al +6%

Finalmente una giornata positiva per il titolo Unicredit visto che ieri ha chiuso con un +6% che fa ben sperare chi ha investito nel titolo della Banca. Solo nelle ultime 4 sedute, infatti, il titolo aveva perso qualcosa come il 60% dal 3 Gennaio ad oggi creando non poco scompiglio in chi aveva investito nel titolo. Tuttavia il rimbalzo di ieri potrebbe essere solo una parentesi visto che con l’aumento di capitale ancora in corso è facilmente prevedibile che questa grande volatilità, caratterizzata da giornate molto positive alternate a giornate estremamente negative, possa durare almeno fino al 20 Gennaio, ossia fino al termine ultimo per usufruire dei diritti di opzione per l’aumento di capitale.

Tuttavia alcuni analisti provano a fare un’analisi di quello che potrebbe essere il futuro scenario del titolo a Piazza Affari nei prossimi mesi del 2012. Previsioni che lasciano il tempo che trovano (i fattori in gioco sono troppi per poter fare delle previsioni davvero attendibili) ma che vale la pena prendere in considerazione nel momento in cui si intende valutare il titolo.

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I nuovi tassi usurai per il 2012

La banca d’Italia, come avviene ogni trimestre, ha da poco rilasciato quelli che saranno i nuovi tassi di interesse considerati “usurai” per i primi mesi del 2012. Come tutti ben sanno, o dovrebbero sapere, per i finanziamenti esiste un limite stabilito dalla Banca d’Italia oltre il quale un interesse viene considerato usuraio, ossia chi lo applica può essere perseguibile penalmente. Questo significa che finanziarie e istituti di credito devono necessariamente adattarsi alle direttive della Banca d’Italia per evitare di finire fuori dai confini delimitati dalla legge. Per sapere se un tasso di interesse è o no usuraio basta verificare la tabella trimestrale redatta dall’istituto di via Nazionale.

I tassi soglia, ossia i tassi massimi, sono stati calcolati secondo le nuove direttive stabilite dal decreto legge dello scorso Maggio 2011. Si tratta di valori che è bene conoscere per evitare spiacevoli problemi nel momento in cui si accede al credito.

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Come è distribuita la ricchezza degli italiani?

Come è distribuita la ricchezza e il patrimonio degli italiani? Male, ci verrebbe da rispondere. Almeno stando a quanto comunicano i dati forniti dalla Banca d’Italia, secondo cui la metà dei patrimoni della Penisola sarebbero in mano al 10% delle famiglie. Immobili e titoli finanziari i principali strumenti indici della ricchezza, per un volume complessivo pari a 8.600 miliardi di euro, quattro volte il debito pubblico tricolore.

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