FMI: per l’Italia 2 anni di recessione

Brutte notizie arrivano, ancora una volta, dal Fondo Monetario Internazionale che vede nell’eurozona e in particolare nell’Italia il freno alla crescita globale che ancora per un paio di anni sarà molto debole. In particolare il nostro paese dovrebbe ettraversare un periodo di 2 anni di durissima recessione con un calo del prodotto interno lordo che il Fondo Monetario Internazionale stima possa aggirarsi intorno ai 2 punti percentuali per il 2012 e intorno al -0,3% nel 2013. Tra i fattori giudicati determinanti l’FMI segnala il rialzo dei rendimenti dei titoli di stato, che significa un maggior costo da sostenere per rifinanziare il debito in scadenza, e la diminuzione del credito bancario a famiglie e imprese.

Proprio quest’ultimo aspetto è quello che sembra preoccupare di più in quanto senza credito alle famiglie si bloccano i consumi (che già si attestano da diversi mesi su livelli molto bassi) e senza credito alle imprese si impedisce loro di sopportare il momento di difficoltà e di continuare a investire per non perdere di competitività a livello europeo.

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Cartelle Equitalia: arriva la proposta di Adiconsum

Visto il crescente sentimento di odio nei confronti di Equitalia, come testimoniano gli attentati degli ultimi mesi, sarebbe opportuno rivedere il ruolo della società di riscossione e, sopratutto, la validità dei metodi applicati specialmente in rapporto alla particolare situazione economica che stiamo attraversando. Con l’attuale crisi sempre più italiani non riescono a far fronte alle cartelle esattoriali che si vedono recapitare da Equitalia che per mancati pagamenti di poche centinaia di euro possono diventare (gonfiate di more, interessi e sanzioni) anche qualche migliaio. Per questo ci sentiamo di appoggiare la proposta dell’Adiconsum, che per voce di Pietro Giordano ha proposto al Governo Monti un piano di rientro dai debiti per tutte le cartelle sotto i 30 mila euro.

L’associazione ha sviluppato un piano di rientro per le cartelle esattoriali di piccolo e medio taglio (sotto i 30 mila euro) così da tutelare i consumatori e da permettere allo Stato di sbloccare quelle cartelle che in gergo vengono dette “incagliate”.

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Prestiti: inchiesta UE sulle truffe

Secondo una recente inchiesta della Commissione Europea, i cui risultati sono stati diffusi in collaborazione con John Dalli (commissario UE per i consumatori), sono moltissimi i siti internet finanziari che offrono prestiti e mutui pur non garantendo un servizio all’altezza. Secondo questo interessante report circa 393 siti web su 500 che ne sono stati analalizzati in tutta Europa (ossia circa il 70% dei siti web analizzati) offrono prestiti a tassi di interesse più alti di quelli promessi nelle campagne pubblicitarie. Ma anche le stesse pubblicità, spesso, difettano delle informazioni che dovrebbero essere fornite nel rispetto delle normative vigenti.

Quella della Commissione Europea, quindi, è una bocciatura dei siti finanziari visto che solo il 30% risulta essere in linea con tutte le direttive della UE. Un dato molto negativo che testimonia quanta strada ci sia ancora da fare per garantire la massima trasparenza dei prodotti finanziari in tutti i paesi dell’unione.

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Piangono i banchieri: stipendi fermi per 3 anni

Presidenti dei consigli di amministrazione, amministratori delegati, direttori generali delle banche. Soggetti che hanno in comune uno stipendio particolarmente importante e che, qualche giorno fa, hanno avuto in comune anche la ricezione di una lettera firmata dal numero 1 dell’Associazione Bancaria Italiana, Giuseppe Mussari. Sul contenuto della lettera, grazie alla ripubblicazione avvenuta da parte di alcuni media italiani, non vi sono più dubbi.

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Draghi: gravissima la situazione dell’Eurozona

Il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha definito “gravissima” la situazione dell’Eurozona. Una situazione che risulterebbe essere peggiorata in pochi mesi, e solo ora lievemente stabilizzatasi grazie alle misure di rigore che sono state approvate da alcuni Paesi, Italia in testa.  L’allarme lanciato dal numero 1 della BCE è quanto di più serio un presidente dell’istituzione monetaria abbia mai avanzato dalla nascita dell’euro.

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Quanto investono i risparmiatori italiani

Secondo una recente analisi di sostariffe.it la maggior parte dei risparmiatori italiani investe nei conti deposito somme non superiori ai 30 mila euro per un periodo che, generalmente, si attesta intorno ai 6 mesi. Un dato interessante quello raccolto dal sito di comparazione di tariffe che ha analizzato in forma anonima circa 37 mila rilevazioni che permettono di tracciare l’identikit del risparmiatore medio. Il canale più gettonato continua ad essere quello dei conti deposito che, come abbiamo più volte indicato, rappresentano un’ottimo strumento per mettere al sicuro i propri soldi ed ottenere, comunque, un ritorno economico visti gli attuali tasi di interesse.

Il dato più interessante, per certi versi, è l’orizzonte temporale che nel 40% dei casi è di soli 6 mesi. Questo potrebbe essere spiegato dal fatto che in molti casi i conti deposito vengono visti come un vero e proprio “parcheggio” per i propri risparmi, in attesa di essere utilizzati per qualche spesa particolare o di essere investiti in altre forme.

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