Unicredit: precipita il titolo a -14,45%

Pessima giornata ieri in borsa per Unicredit che sprofonda chiudendo la seduta a -14,45%. Una perdita enorme per l’istituto di credito sul cui futuro pesa una ricapitalizzazione in corso il cui esito è cruciale per la sopravvivanza della banca. Insomma il clamore intorno al titolo di Unicredit, che si è cominciato a scatenare tra Natale e capodanno in seguito all’accorpamento delle azioni, non accenna a spegnersi. I piccoli risparmiatori, infatti, sono molto preoccupati dell’andamento del titolo in borsa con il rischio di perdere gran parte dei propri risparmi investiti.


Vediamo, quindi, di riassumere gli eventi che hanno caratterizzato questi ultimi concitati giorni (compreso l’aumento di capitale in corso) per cercare di capire cosa può fare un piccolo risparmiatore per evitare di perdere i propri soldi. Come premessa a questo articolo consigliamo, anche, di leggere un articolo di qualche settimana fa dove ci siamo posti la domanda: Unicredit può fallire?

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Stipendi dei parlamentari: per ora niente tagli

Chi sperava che, finalmente, la classe politica avrebbe fatto la propria parte nel contribuire al salvataggio il paese dovrà ricredersi. I tagli, se mai ci saranno, sono stati rinviati. La commissione che doveva giudicare il rapporto tra gli stipendi dei nostri parlamentari e quelli degli altri paesi europei ha dichiarato che le differenze non sono così marcate come potrebbero sembrare da una prima analisi. La commissione guidata da Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, dichiara che si i nostri deputati guadagnano di più in termini di stipendio, ma costano di meno per quanto riguarda le spese di segreteria.

Certo qualcuno potrebbe pensare che siamo di fronte all’ennesima manovra all’italiana in cui si chiedono solo sacrifici ai cittadini e i politici trovano tutti gli escamotage possibili per non partecipare. Purtroppo, al momento, pare proprio sia così perchè quella nota relativa alle spese di segreteria sembra più una presa in giro che un qualcosa di reale.

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Svizzera, sospetti di insider trading alla Banca Centrale

Brutte notizie per la Banca Centrale Svizzera: stando a quanto emerge dalla stampa elvetica, infatti, il presidente dell’istituzione monetaria sarebbe stato accusato da un avversario politico di aver speculato sull’andamento del franco attraverso un rapporto bancario intestato alla moglie, una nota gallerista nazionale.

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Crisi lavoro, a rischio 300 mila posti di lavoro

Secondo quanto afferma il Ministero dello Sviluppo Economico, sarebbero ben 230 i tavoli aperti per cercare una risoluzione alle situazioni di crisi di alcune tra le principali medie e grandi aziende della Penisola. Una situazione difficilmente sostenibile, che rischia di condurre per strada ben 300 mila lavoratori: tante infatti sono le risorse umane coinvolte in questo ben poco invidiabile scenario.

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IMU, un terzo delle case eviteranno l’imposta

Il 1 gennaio 2012 ha segnato l’avvio di una nuova stagione per le imposte sulle proprietà immobiliari. Il nuovo anno è stato infatti accompagnato con il ritorno della vecchia e (poco) cara ICI, sotto forma di IMU, l’imposta municipale unica che – oltre ad accorpare l’imposta comunale sugli immobili, ingloba altresì una quota Irpef legata ai redditi dal mattone. Se la cattiva notizia è, pertanto, legata al ritorno del prelievo fiscale sugli immobili, la buona novella sembra essere contraddistinta dalla possibilità che una larga fetta degli italiani riesca a salvare la propria casa dalle mani del Fisco: un terzo degli italiani, secondo quanto affermato dallo stesso premier Monti, non dovranno infatti pagare alcuna imposta.

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Fisco, come funziona il cervellone Serpico

Il 2012 è appena iniziato, ma le novità in ambito fiscale non mancano di certo. La principale – e forse la più avveniristica, almeno per il sistema italiano- prende il nome di Serpico, e si cela dietro un maxi computer collocato nei sotterranei di una società di gestione romana. La responsabilità di Serpico è d’altronde piuttosto evidente e gravosa: allo strumento del Fisco toccherà il compito di scovare buona parte dei 120 miliardi di euro che gli italiani evadono ogni anno all’Erario (in media, 3 mila euro per ogni contribuente), andando a incrociare dati di diversa natura (dalle dichiarazioni dei redditi ai dati catastali) e scavalcando le richieste all’autorità giudiziaria per quanto concerne l’accesso alle operazioni bancarie.

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