Mutui: solo il 2% è a tasso misto

L’incertezza e la paura che caratterizzano questo particolare periodo condizionato dalla crisi economica si riflette, sempre di più sul mondo del credito e, in particolare, sui mutui. L’ultimo studio di mutui.it, il principale portale di comparazione di mutui, conferma questa “paura nel futuro” rivelando che solo il 2% di chi chiede un finanziamento per la casa sceglie il tasso misto mentre il tasso fisso continua a riscuotere un enorme consenso. Quest’ultima soluzione, infatti, è quella che consente di poter conoscere quale sarà la rata da pagare per tutta la durata del mutuo senza correre il rischio di eventuali aumenti.

Secondo l’amministratore delegato di mutui.it, Alberto Genovese, puntare sul tasso fisso (seppur comprensibile in un momento come questo) potrebbe non essere la scelta più conveniente in quanto molti mutui a tasso misto consentono di approfittare degli attuali tassi di interesse in maniera vantagiosa e con meno rischi del tasso variabile.

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Tobin Tax, Cameron dice no

La Tobin Tax non s’ha da fare. Almeno, stando a quanto ritiene il premier britannico David Cameron, che alla sola idea di introdurre una normativa unica sulla tassazione delle rendite finanziarie, non sembra esser propenso ad effettuare le opportune aperture. Durante una recente intervista alla Bbc, Cameron ha infatti chiuso le porte in faccia a Sarkozy & soci: “Se i francesi vogliono introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie nel loro Paese” – ha affermato il premier britannico – “dovrebbero essere liberi di farlo.

Ma l’idea di una nuova tassa europea, quando quella stessa tassa non verrà introdotta in altri luoghi, non penso sia logica e la bloccherò”.

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Pensioni: ecco i conti più vantagiosi

Entro e non oltre il 29 Febbraio tutti i pensionati che godono di una pensione al di sopra dei 1000 euro dovranno necessariamente aver aperto un conto corrente bancario per poter ritirare i propri soldi. Dal 7 Marzo 2012, infatti, non sarà più possibile effettuare pagamenti in contanti sopra i 1000 euro (per effetto del decreto del governo finalizzato alla tracciabilità dei pagamenti), così anche l’Inps sarà costretta ad adeguarsi pagando i pensionati solo ed esclusivamente tramite accredito in conto corrente. Ovviamente si tratta di una novità non da poco per le persone anziane che si trovano costrette a dover aprire un conto bancario o postale e a non poter più ritirare in contanti la propria pensione.

A questo proposito abbiamo effettuato una piccola indagine di mercato cercando i migliori prodotti offerti dalle banche per rispondere all’esigenza dei pensionati, specialmente quelli che si trovano a dover operare per la prima volta su un conto corrente.

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Lavoro: gli italiani sono i più scoraggiati

In Europa sono oltre 8 milioni le risorse professionali che – pur essendo disponibili a lavorare – hanno da tempo rinunciato a trovare un impiego. Una lunga fila di scoraggiati che, secondo quanto afferma un recente report condotto dall’Eurostat, vedrebbe la propria composizione colorata a forti tinte tricolori. Stando alle analisi compiute dall’osservazione dell’Istituto statistico europeo, infatti, sugli 8,2 milioni di lavoratori europei che risultano arricchire le schiere degli scoraggiati, circa un terzo sarebbe italiano (2,7 milioni).

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Investire in Immobili: ecco dove conviene

Con la borsa sempre più imprevedibile e i conti di deposito che non vanno oltre il 4,50% di rendimento lordo molte persone stanno tornando ad investire i propri risparmi in immobili approfittando del leggero calo delle quotazione delle case  negli ultimi 2-3 mesi. Specialmente in alcune grandi città, infatti, il valore degli immobili si è assestato al ribasso permettendo, a chi dispone del capitale necessario, di fare affari non da poco. Inoltre con il mattone si rischia molto meno visto che da sempre in Italia il mercato immobiliare è andato crescendo seppur tra alti e bassi.

Insomma molte persone si sentono molto più sicure acquistando un immobile ad uso investimento piuttosto che affidare i propri risparmi alle banche rischiando di perdere tutto nel caso di un ulteriore cedimento della borsa nel corso del 2012.

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Fusione Fiat – Chrysler dopo il 2015

In una recente intervista rilasciata dall’amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, al quotidiano americano Detroit Free Press, è emerso come l’attesa fusione completa tra l’azienda torinese e il partner d’oltreoceano Chrysler sia negli obiettivi dei vertici societari, ma come la transazione non potrà che avvenire dopo il 2015. “Nulla accadrà fino a dopo il 2015” – ha dichiarato Sergio Marchionne – “a meno che io non venga investito da un autobus”.

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