Le aziende italiane investono all’estero

Le aziende multinazionali italiane si stanno espandendo all’estero. Questo è quanto emerge dallo studio dell’Istat che ha rilevato  che il 39% dei gruppi impegnati nel settore dei servizi e il 30% dei gruppi industriali hanno progettato di investire all’estero preferendo i paesi al di fuori dell’Unione Europea. i paesi più gettonati, ossia quelli dove le multinazionali italiane pensano di espandersi maggiormente, sono gli Stati Uniti, il Canada, l’America centro Meridionale (molto apprezzato il mercato del Brasile) e l’India. Un’altro aspetto emerso dallo studio dell’Istat è quello relativo alle finalità degli investimenti che sono rivolti, essenzialmente, alla produzione, alla distribuzione e alla logistica.

Questi dati sono molto significativi e permettono di capire come sia diminuito, rispetto al biennio precedente, il peso dei paesi dell’Unione Europea che, ad oggi, non sembrano attirare più di tanto le nostre multinazionali. Paesi in forte crescita come il Brasile o l’India possono garantire volumi di affari impensabili nel vecchio continente ma a questo va anche aggiunta la turbolenza dei mercati e il senso di fortissima incertezza che grava sui paesi dell’UE.

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Prestito Multipremia: risparmi se paghi

Torniamo a parlare di finanziamenti per analizzare nel dettaglio il prestito Multipremia di Fiditalia, un prodotto interessante che ti consente di abbattere parte delle spese per gli interessi se paghi regolarmente tutte le rate del finanziamento. Questo prodotto, infatti, prevede il pagamento di un interesse decrescente nel caso in cui i pagamenti delle rate mensili risultino puntuali. Questo prodotto è stato introdotto, tra quelli offerti dalla prestigiosa finanziaria, in seguito all’aumento delle insolvenze da parte di chi accende un prestito. Con Multipremia Fiditalia vuole premiare i clienti che, invece, sono costanti e puntuali nel rimborsare le rate.

In effetti la possibilità di risparmiare è molto interessante in quanto il tasso può scendere fino ad un minimo del 4,95%, un valore molto interessante visti gli attuali tassi di interesse dei finanziamenti. Tassi che, lo ricordiamo, si sono alzati notevolmente negli ultimi mesi in seguito alla crisi di liquidità delle banche dovuta alle incertezze di mercato.

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Luce e gas, rincari fino al 4,8%

Ancora pessime notizie per famiglie e imprese: dal 1° gennaio 2012 sono previsti rincari per le bollette di luce e gas da un minimo del 2,7 ad un massimo del 4,8%. Questo è quanto si evince dalle stime di Nomisma Energia che prevede aumenti per le famiglie stimabili in circa 22 euro l’anno per la corrente e 32 per il gas. Un aumento complessivo di circa 54 euro l’anno che rischia di aggravare la già compromessa situazione di tantissime famiglie italiane che faticano realmente ad arrivare alla fine del mese con i conti in ordine. D’altronde i rincari di beni e servizi di prima necessità e gli aumenti delle tasse per far fronte alla crisi sono sproporzionati rispetto alla crescita di stipendi e pensioni che rimangono pressochè invariati.

Quella sul gas e sulla corrente è l’ennesima stangata dopo quella sulla benzina che già aveva creato enormi difficoltà a famiglie e imprese i cui conti per il consumo energetico continuano a crescere a ritmi troppo veloci.

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Aumentanole famiglie e le imprese in difficoltà

La crisi finanziaria si trasforma ogni giorno si più in una vera e propria crisi dell’economia reale mettendo a dura prova le famiglie e le imprese. In Italia, ad esempio, stanno aumentando in maniera considerevole le quote di privati e aziende che non riescono a far fronte ai propri debito creando non poche difficoltà alle banche. Basti pensare che al 30 Settembre i dati parlano di un aumento del 100% delle insolvenze rispetto solo a 3 anni fa, sfondando il muro dei 100 miliardi di euro. Una somma immensa che rischia di mettere a dura prova la stabilità finanziaria degli istituti di credito italiani, già provati dalle turbolenze dei mercati e dalla difficoltà di reperire liquidità sui mercati.

Insomma il problema dei cosidetti crediti deteriorati sta diventando uno degli aspetti più complessi della gestione delle banche, visto anche il ritmo a cui questo problema continua a peggiorare. Secondo ilsole24ore.com i crediti deteriorati rappresentano, oggi, il 12% dei crediti delle banche contro il 6% del 2009. Di questi 100 e passa miliardi di euro circa il 42% sono sofferenze, il 36% incagli, il 15% sono classificati come ristrutturazioni e il 7% come esposizioni scadute.

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Auto, negativo il mercato europeo

Brutte notizie per il mercato auto europeo: nel corso del mese di novembre, infatti, le immatricolazioni di nuovi veicoli leggeri sono calate di 3,5 punti percentuali su base annua, per un volume che – in termini assoluti – è di poco superiore a 1,030 milioni di unità. A comunicare i dati ufficiali è stata l’Acea, l’Associazione dei produttori auto del vecchio Continente, secondo cui – dall’inizio dell’anno alla fine dell’undicesimo mese – le immatricolazioni sarebbero calate di 1,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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Borse: male i listini europei, sale lo spread

Chiusura in negativo per Piazza Affari che ha terminato una settimana pessima facendo registrare, nella giornata di ieri, uno -0,38%. Un risultato pessimo quello degli ultimi giorni di contrattazione che hanno visto protagoniste (nel bene e nel male), ancora una volta, le banche con Intesa San Paolo che ha perso il 3,34% solo nella giornata di Venerdì. Male anche Unicredit, Pirelli e Azimut che hanno perso rispettivamente il 3,95, il 4,25 e il 4,91%. Volendosi consolare un po tanto meglio non è andato neanche alle altre borse europee visto che hanno chiuso la settimana tutte o quasi con il segno meno.

Ancora tensioni anche sul fronte dello spread che si mantiene su livelli altissimi, fermandosi intorno a quota 474 punti base con il rednimento del titolo a 10 anni che sale al 6,59%. Parliamo di interessi altissimi che sarà difficile sostenere ancora a lungo.

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