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Imprese italiane, una su tre è in rosso

Se siete titolari di un’attività produttiva, e avete chiuso l’esercizio in perdita, sappiate che siete in buona compagnia. Secondo quanto afferma il Ministero dell’Economia, infatti, un’impresa italiana su tre è in rosso, le società in fallimento sarebbero cresciute del 61%, quelle in liquidazione e, successivamente, estinte, del 52%.  Tutto qui? Non proprio, poiché dall’esame ministeriale risulta che anche le imprese che non sono in rosso e che non hanno intenzione di chiudere i battenti, non se la passano affatto bene.

Il reddito medio dichiarato dalle attività produttive della penisola è infatti calato di 6,7 punti percentuali a 257 mila euro, con un imponibile di 126.482 milioni di euro, rispetto ai 137.244 milioni di euro dell’anno precedente. Una contrazione che – ci spiega il Ministero – è attribuibile “primariamente alla grave crisi economica”.

Il peggio però deve ancora arrivare. I dati del Ministero dell’Economia si riferiscono infatti alle dichiarazioni effettuate nel 2010 sui bilanci del 2009, quando la crisi – pur profonda – non aveva ancora dipanato tutti i propri effetti negativi.

È pertanto probabile che i prossimi dati statistici sul 2010 e sul 2011 possano essere caratterizzati non solamente da contrazioni perfino più gravi del prodotto interno lordo reale, quanto da un conseguente crollo del gettito Ires (in parte certificato dagli ultimi dati Bankitalia) e dal numero delle imprese accompagnate in stato di fallimento o di liquidazione volontaria.

E il 2012? Sebbene sia ancora troppo presto per trarre bilanci sull’esercizio sociale appena cominciato, i presupposti per un altro anno particolarmente drammatico sembrano esserci tutti, in un contesto in cui non è ancora ben chiaro se la riforma del mercato del lavoro e le liberalizzazioni incombenti potrebbero giocare un ruolo negativo o positivo.

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