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Vertice UE: tante parole e pochi fatti

Chi si aspettava qualche novità importante dal Vertice UE di ieri sera rimarrà estremamente deluso perchè, ancora una volta, tutto si è concluso con un nulla di fatto. Sicuramente il vertice ha avuto la sua importanza dal punto di vista diplomatico perchè ha permesso ai leader dei principali paesi europei di discutere dei grandi problemi economici del vecchio continente e, sopratutto, di come uscire dalla crisi greca senza far saltare tutto. Tuttavia la gravità del momento ci aveva fatto sperare in quel qualcosa di più che, ancora una volta, è venuto a mancare. Così ci è toccato assistere ancora una volta al teatrino delle discussioni sugli eurobond con la Germania che resta sulla sua posizione di partenza e Hollande che continua a insistere per la loro introduzione, il tutto mediato da Monti a cui va il merito, per lo meno, di aver restituito all’Italia il ruolo che le compete ai vertici internazionali. Quindi, in sostanza, tante parole e pochi fatti come sempre accade ai vertice dell’Unione Europea.

Ma non tutto è come sembra o, perlomeno, non proprio tutto è stato da buttare. Se è pur vero che non è stato fatto nulla di “operativo” molte indiscrezioni parlano di un vertici estremamente “costruttivo” dove gli argomenti trattati sono di estrema delicatezza. Tanto per citarne alcuni: eurobond, golden rule, capacità di prestito della BCE (e la sua revisione in prestatore di ultima istanza) oltre che ovviamente di Grecia e, in particolare, della possibilità di estendere il piano di rientro.
Insomma si sono gettate le basi per quello che sarà, molto probabilmente, il vertice più importante della storia dell’eurozona, ossia quello che si terrà a fine giugno dopo le elezioni greche. Quello sarà il “vertice della verità” dopo l’Europa dovrà dimostrare di essere in grado di domare la crisi altrimenti la possibilità di un’implosione della moneta unica diventerà una certezza.

Molto interessante il cambio di visione sulla questione Grecia dove fino a qualche giorno fa tutti si esprimevano con ferma durezza sostenendo che il paese doveva rispettare gli impegni presi, costi quel che costi. Ora, forse per la paura che un’uscita dall’euro possa distruggere la moneta unica, le parole dei leader europei si sono decisamente ammorbidite.

In molti dicono di apprezzare gli sforzi fatti dal popolo greco e che l’Europa farà di tutto per non perdere un componente importante dell’eurozona. Insomma la paura di far saltare il banco sta spingendo i leader europei ad ammorbidire la linea verso la Grecia e, in particolare, alla possibilità di studiare un piano di rientro più morbido.

Per quanto riguarda gli Eurobond, invece, c’è ancora molto scetticismo con la Germania che potrebbe aver trovato un alleato nella Spagna visto che anche Rajoy si è detto perplesso circa la loro introduzione. Queste le parole del nostro presidente del consiglio al termine del vertice di ieri sera: “Il fatto che il tema degli eurobond sia chiaramente sul tavolo e abbia consensi da parte di Paesi che sono e che non sono nella zona euro, come la Gran Bretagna, significa che la cosa si muove e credo che questo determinerà  aspettative nei mercati“.

Intanto quella di ieri è stata una giornata pesantissima sui mercati finanziari con l’euro che, nel cambio con il dollaro, ha perso il minimo di Gennaio scendendo sotto 1,26 e con Piazza Affari che ha perso oltre il 3,5% confermandosi la peggior piazza europea. Qui di seguito riproponiamo il servizio di La7 che riassume la giornata di ieri con una panoramica sui mercati.

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