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Decreto Semplificazioni: cosa cambia per professionisti e non

matteo renzi

Il Governo si muove verso l’approvazione del nuovo decreto sulle semplificazioni fiscali. Pur essendo diversi i cambiamenti introdotti, diamo un’occhiata a quelli senz’altro più importanti: sono principalmente 5 i punti sostanziali su cui si articola il decreto che nel corso della prossima settimana dovrebbe arrivare all’esame del Consiglio dei Ministri, e che con la sua approvazione introdurrà diverse novità volte a semplificare i rapporti tra il Fisco e i contribuenti.

Gli aspetti di rilievo riguardano la chiusura senza alcuna sanzione delle partite IVA inattive, la cancellazione dello strumento dello spesometro per quanti inviano fatture in modalità telematica e l’entrata in campo dei versamenti mediante F24 cartaceo anche per pagamenti che dovessero superare i mille euro. Inoltre, con l’entrata in auge del decreto semplificazioni fiscali cadrà definitivamente l’obbligo di inserire i contratti di locazione all’interno della dichiarazione dei redditi.  Ma andiamo con ordine attribuendo a ciascuno di questi punti un minimo di approfondimento.

F24 cartaceo anche per pagamenti sopra i 1000€ – Con questa norma si compie un passo che troverà senza ombra di dubbio il plauso dei contribuenti: con l’approvazione del decreto semplificazioni, il governo permetterà ai cittadini di pagare in baca anche tasse superiori ai 1000€, senza quindi prevedere più l’obbligo di ricorrere per forza di cose al pagamento elettronico.

Si tratta di una novità importante che per quanto può non dar adito a grossi cambiamenti agli occhi di chi è abituato a pagare le tasse online, si tradurrà invece in una gran bella novità per quanti invece non hanno dimestichezza con la tecnologia (e che in forza di ciò erano costretti a rivolgersi al commercialista o al CAF per poter pagare l ‘onere). Pertanto chi non è titolare di partita IVA e non dovesse ritenersi poi molto sciolto con gli strumenti elettronici, avrà tutto il diritto di guardare a questo decreto con un occhio di favore.

Addio alle Partite IVA non più attive – Chi è titolare di partita IVA ma non la utilizza da almeno 3 anni, deve cominciare a mettersi sull’attenti: con l’approvazione del decreto semplificazioni, l’Agenzia delle Entrate avrà l’autorizzazione per chiudere tutte le Partite IVA inattive, ossia quelle che non emettono né ricevono fatture da almeno tre anni. L’aspetto positivo di questa norma è che non ci sarà alcun costo a carico di chi si vedrà chiusa la sua Partita IVA né ci sarà alcun tipo di sanzione da pagare. Una misura del tutto simile a questa fu approvata anche nel 2011, sebbene in quell’occasione i titolari di Partita IVA furono costretti a pagare una sanzione.

Come cambiano 2 e 5 per mille – Il decreto semplificazioni mette mano anche al 2 e al 5 per mille che, dalla sua approvazione in poi, non terranno più in considerazione le dichiarazioni integrative. Eliminando questa procedura, il governo velocizza finalmente la liquidazione dei soggetti che sono stati scelti dai contribuenti (fino a questo momento partiti e associazioni culturali che ricevevano contributi mediante le dichiarazioni dei redditi, infatti, si vedevano recapitare le somme anche dopo molto tempo!).

Via alle comunicazioni “Black List” – Tra le semplificazioni che il Consiglio dei Ministri sta per rendere attuative, c’è anche l’eliminazione della comunicazione delle operazioni effettuate con controparti che sono state inserite nei Paesi Black List. In aggiunta, verrà eliminato anche l’obbligo di segnalare i beni della società concessi all’utilizzo dei singoli soci.

I contratti di affitto spariscono dal 730 – Un’altra novità che sarà particolarmente sentita dai contribuenti italiani riguarda l’eliminazione di un balzello che ancora oggi grava sui proprietari di immobili concessi in locazione. L’aspetto più importante della parte relativa ai contratti di affitto, riguarda in particolare l’eliminazione dell’obbligo di inserire i contratti di locazione nella dichiarazione dei redditi.

Dopodiché ci sono diverse altre norme: tra le ulteriori misure mosse a favore dei professionisti troviamo ad esempio quella che permette una deducibilità totale delle spese sostenute per recarsi agli eventi di formazione. Fino ad ora la deducibilità della formazione era limitata al 75% della spesa, mentre dal decreto semplificazione in poi ci si aspetta una deducibilità totale (la richiesta è stata avanzata in tal senso da parte dei commercialisti che risentono particolarmente di questo limite attuale).

Resta comunque il fatto che con l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri, il decreto semplificazioni si rivelerà finalmente in ogni suo aspetto, permettendo di capire nel dettaglio i cambiamenti a cui darà il via e di conoscere più da vicino le agevolazioni mosse a favore di contribuenti e professionisti.

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