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L’economia zoppicante giustifica il voto di protesta in Italia

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Se qualcuno si chiedesse mai il perché la vittoria populista in Italia abbia avuto connotati così evidenti dovrebbe andare a ritroso nel tempo e osservare quanto sia stata poco performante l’economia italiana dalla crisi finanziaria in poi. Non è bastato il lieve trend economico positivo ha mandare avanti un sistema politico ormai obsoleto.

Italia e Grecia sono senza dubbio il tallone d’Achille dell’Unione Europea: crescita economica praticamente ininfluente. Per certi aspetti, il trend italiano dall’inizio del secolo è persino peggiore di quello della Grecia, in cui almeno un certo boom c’è stato prima che arrivassero i tempi bui. Gli standard di vita italiani sono solo leggermente superiori a quelli che erano quando il paese divenisse membro fondatore della moneta unica nel 1999.

L’appartenenza all’euro ha chiaramente contribuito a spiegare l’ascesa del populismo in Italia, perché ha reso impossibile per il governo ripristinare la competitività svalutando la moneta, cosa che faceva regolarmente nei giorni precedenti all’unione monetaria. Le discipline dell’appartenenza all’euro hanno portato a una crescita più lenta, salari bloccati, alta disoccupazione e austerità: condizioni perfette che hanno decretato la vittoria del Movimento Cinque Stelle.

Il Ministro del Consiglio uscente, Paolo Gentiloni, ha comunque messo in evidenza alcuni piccoli successi. Negli ultimi quattro anni sono stati creati un milione di posti di lavoro, anche se il 60% di essi sono part-time. La disoccupazione giovanile è diminuita, ma un terzo di tutte le persone di età inferiore ai 25 anni sono ancora senza lavoro, il doppio della media Ue.

Ricordiamo le parole pronunciate a Davos da Gentiloni meno di due mesi fa: “Una gran parte del popolo italiano è insoddisfatto delle condizioni economiche in cui versa il paese. La lenta crescita non sta riducendo le disuguaglianze ma le sta allargando. Stiamo raggiungendo livelli ancora più intollerabili”. Parole quasi di resa, che hanno aperto definitivamente la strada alla politica populista.

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