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Gli spread creditizi aiuteranno l’economia europea a rialzarsi?

Ci sono varie ragioni del diffuso pessimismo che aleggia sull’economia dell’Unione europea e sul potenziale contributo che offrirà alla crescita degli Stati Uniti nel 2019. Meno di due settimane fa, Mario Draghi, presidente della BCE, ha affermato che il Prodotto Interno Lordo della zona euro crescerà solo dell’1,1% nel 2019, con un calo, rispetto alle previsioni di tre mesi fa, di 60 punti base (bps).

In discesa nel mese di febbraio anche l’indice manifatturiero di gestione degli acquisti (PMI) dell’UE, passato dal 50 al 49,3. Si tratta della contrazione più forte da giugno 2013.

Alla luce di tutto questo, le più importanti banche mondiali, Federal Reserve compresa, hanno cercato di essere più accomodanti, mettendo per adesso in stand bye gli aumenti dei tassi di interesse, in taluni casi abbassandoli. Questa strategia è stata creata per rassicurare gli investitori ed evidenziare quanto ai responsabili politici stia a cuore la necessità di stimoli. In questa settimana, la Federal Reserve parlerà attraverso il presidente Jerome Powell. Quasi certamente, alla stampa verrà annunciato il mantenimento attuale dei tassi di interesse.

Per fortuna, è arrivato dai mercati il riconoscimento di questa politica più accomodante da parte delle banche centrali. Adesso, possono tranquillamente tornare su attività rischiose quale azioni e sulle parti a più alto rendimento del mercato del debito. Inoltre, i rendimenti dei titoli spazzatura europei sono diminuiti di oltre 100 punti base quest’anno.

Uno dei punti di dati più seguiti sul sentimento degli investitori nei confronti dell’Europa è lo spread tra i rendimenti dei titoli italiani a 10 anni e i rendimenti dei bund tedeschi nello stesso periodo. Le obbligazioni tedesche sono considerate un bene a basso rischio simile ai titoli del Tesoro degli Stati Uniti. La Germania è molto più fiscalmente disciplinata dell’Italia, con un rapporto debito / PIL di circa il 60% rispetto al 132% di quello italiano. Inoltre, il debito del nostro paese è valutato BBB da Fitch e S&P e Baa3 da Moody’s: in tutti e tre i casi, le obbligazioni italiane sono vicine o in fondo a ciò che è considerato “investment grade”.

Le obbligazioni italiane offrono rendimenti sempre più elevati rispetto alle obbligazioni tedesche. Quando lo spread tra i rendimenti decennali italiani e tedeschi va in contrasto, significa che, per qualsiasi ragione, il debito italiano sta diventando più attraente rispetto a quello tedesco. Solitamente, gli investitori tendono ad acquistare attività molto più rischiose quando hanno il sentore che l’economia si espanderà oppure che le nazioni che emettono debito, e che potrebbero ritrovarsi sotto una certa pressione finanziaria, non avranno nessuna difficoltà a soddisfare i propri obblighi.

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