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Prestiti non finalizzati: la cessione del quinto

piggy-3612928__340I prestiti richiedibili presso una banca o una finanziaria si possono differenziare in finalizzati e non finalizzati. Un tipico prestito finalizzato è il mutuo: lo si richiede per acquistare uno specifico immobile, per il quale la banca farà anche delle verifiche e delle perizie. Un prestito non finalizzato invece non costringe il richiedente a dichiarare le motivazioni per cui si utilizza il finanziamento ottenuto; ad esempio un prestito non finalizzato è quello con cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Cosa si intende per cessione del quinto

Stiamo parlando di prestiti personali particolari, in quanto la rata mensile non può però superare un quinto dello stipendio, calcolato al netto, quindi il 20% di quanto si percepisce mensilmente. La legge stabilisce una serie di caratteristiche di tale prestito, che non può avere un periodo di ammortamento inferiore ai 24 mesi e superiore ai 120 mesi. Spesso anche chi è un cattivo pagatore, o ha attivi altri tipi di finanziamento, può richiedere ed ottenere un prestito con cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Chi può richiedere un prestito con cessione del quinto

Questo tipo di prestito è richiedibile da chiunque sia residente in Italia e abbia un lavoro, in un’azienda pubblica o privata, così come i pensionati che percepiscono la pensione da parte di qualsiasi ente, come ci viene spiegato sulla chiara infografica realizzata da IBL Banca. Alcuni istituti di credito permettono di richiedere un prestito di questo genere anche a chi ha un contratto a tempo determinato, ma solo nel caso in cui il periodo di ammortamento rientri nel periodo di durata del contratto. Per quanto riguarda i pensionati è stabilita un’età massima entro la quale è possibile richiedere il prestito con cessione del quinto, che è di 85 anni al momento dell’estinzione del finanziamento.

Come funziona

La cessione del quinto è un tipo di prestito molto particolare, soprattutto perché non è il debitore che si preoccupa di versare mensilmente le rate dovute, lo fa in realtà il suo datore di lavoro. La cifra viene infatti trattenuta direttamente dalla busta paga. Solitamente è obbligatorio stipulare una polizza assicurativa sulla vita del debitore e sull’impiego. In caso di morte o licenziamento l’istituto di credito ha la facoltà di rivalersi sulle cifre che il debitore ha maturato in azienda, come ad esempio il trattamento di fine rapporto, fino alla completa estinzione del debito. Di mese in mese il debitore non si dovrà preoccupare di nulla, semplicemente percepirà uno stipendio pari ai 4/5 di quanto percepiva prima del prestito.

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