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Brexit e Italia: molto alto il rischio di una recessione economica mondiale

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Ci sono dei chiari avvertimenti su una possibile recessione economica globale. Punto di partenza? Europa, con Regno Unito e Italia quali Paesi in cui tutto inizierà. Ecco perché appaiono alquanto prematuri i festeggiamenti all’interno dei mercati azionari statunitensi. Gli investitori farebbero bene a prestare molta attenzione agli avvertimenti.

I tassi di interesse negativi su circa 5 trilioni di dollari di titoli di stato sono un chiaro segnale che gli Stati Uniti non devono ignorare. E’ probabile che, nei prossimi mesi, la stessa cosa possa accadere nel Paese. Solitamente, mercati obbligazionari e banche centrali del mondo sono sensibili ai rischi economici. Lo stato di allerta, come già successo in passato, si è alzato perché i rischi sono veramente elevati. In Europa, una recessione economica è uno spettro che aleggia ormai da diversi mesi. Le possibilità che superi i confini del Vecchio Continente e si allarghi su tutto il mondo sono realmente elevati.

Uno dei rischi più prossimi è la Brexit. Il Regno Unito, quinta più grande economia mondiale, potrebbe uscire dall’Europa il prossimo 31 ottobre senza un accordo. La convinzione generale è che un tale scenario possa causare, all’indomani della Brexit, un calo del 5% dell’economia del Paese. Le ricadute negative sull’intera economia europea sarebbero inevitabili.

Boris Johnson, quasi sicuramente prossimo primo ministro del Regno Unito, va avanti con o senza accordo. Una Brexit senza accordo potrebbe essere fermata da un voto di fiducia senza successo nel governo prima del 31 ottobre. Tuttavia Jeremy Corbyn, leader del Partito Laburista e poco amichevole nei confronti dei mercati, potrebbe diventare primo ministro e minare la fiducia degli investitori, soprattutto se continuerà ad andare avanti con quelle stesse prescrizioni di politica economica che negli anni ’60 fallirono.

L’altra minaccia per l’economia globale arriva dall’Italia. L’aumento del debito pubblico del Paese mette seriamente a rischio la stessa sopravvivenza dell’Euro. Un salvataggio dell’Italia in stile Grecia sarebbe praticamente impossibile poiché l’economia è 10 volte superiore a quella greca. Con il terzo mercato obbligazionario più grande del mondo, una gravissima crisi economica in Italia causerebbe un effetto domino in stile 2008.

Il governo Lega-Cinque Stelle non vuole ascoltare i campanelli d’allarme. Nonostante il rapporto debito pubblico/PIL abbia raggiunto livelli di guardia, l’esecutivo vuole ugualmente andare avanti con la pesante riduzione fiscale non finanziata, la quale potrebbe far aumentare il deficit di bilancio ben oltre la soglia del 3% imposta dall’UE.

Poi ci sono i mini-BOT, obbligazioni di piccolo taglio che il governo intende emettere per pagare i propri debiti. Una moneta parallela a tutti gli effetti, vista da alcuni come prologo di una futura uscita dell’Italia dall’Eurozona. Se il governo cadesse, e alle prossime elezioni Salvini diventasse premier, un tale scenario, per adesso ritenuto dallo stesso “impossibile”, potrebbe veramente verificarsi.

A questi due scenari si unisce anche la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti. Ecco perché le banche centrali del mondo sono diventate decisamente più accomodanti che in passato. Contemporaneamente, i mercati obbligazionari spingono sulla reale possibilità che un’economia globale più debole possa ulteriormente spingere verso diversi tagli dei tassi di interesse nel prossimo anno.

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