Le prospettive economiche per l’Europa sembrano meno cupe di quanto si temesse in precedenza, ma la prevista ripresa a partire dal 2021 potrebbe essere ancora più debole di quanto sperato in precedenza a causa dell’aumento esponenziale dei casi COVID-19 in tutto il continente. A dirlo è la Commissione europea, la quale ha chiesto al Parlamento e al Consiglio europeo di concludere al più presto i negoziati sul Recovery Fund da 800 miliardi di euro circa.
In estate, la Commissione ha previsto una contrazione complessiva dell’8,3% del PIL dell’UE per il 2020, peggiore della contrazione del 7,4% prevista in primavera, e una crescita del 5,8% l’anno prossimo. Ora, la contrazione prevista per il 2020 è tornata al 7,4%. Nel frattempo, la previsione per la crescita del 2021 è al 4,1%, seguita dal 3% nel 2022. Ciò significa che la ripresa non sarebbe completa nemmeno tra due anni.
Valdis Dombrovskis, capo economico della Commissione europea, ha scritto in una nota: “Questa previsione arriva dopo la seconda ondata della pandemia, che sta scatenando ancora più incertezza e infrange le nostre speranze di un rapido rimbalzo”. Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha aggiunto: “Ci vorranno due anni prima che l’economia europea si avvicini al suo livello pre-pandemico”.
“Abbiamo concordato un pacchetto di ripresa per fornire un supporto massiccio alle regioni e ai settori più colpiti”, ha dichiarato Dombrovskis. “Invito nuovamente il Parlamento e il Consiglio europeo a concludere rapidamente i negoziati affinché il denaro inizi a fluire nel 2021, in modo da poter investire, riformare e ricostruire insieme. C’è ancora il rischio che fallimenti legati alla pandemia, interruzioni dell’approvvigionamento e disoccupazione di lunga durata possano essere più profondi e di portata più ampia”.
L’altro grande fattore da considerare è che la contrazione e la ripresa dell’Europa saranno probabilmente molto disomogenee. Ad esempio, la Commissione prevede che il PIL reale tedesco diminuirà del 5,6% quest’anno prima di crescere del 3,5% nel 2021 e del 2,6% nel 2022, ma la Spagna prevede un calo del 12,4% quest’anno, seguito dal 5,4% e dal 4,8% rispettivamente nel 2021 e nel 2022.
“L’impatto economico della pandemia è stato molto diverso nell’UE e lo stesso vale per le prospettive di ripresa”, ha affermato la Commissione. “Ciò riflette la diffusione del virus, il rigore delle misure di sanità pubblica adottate per contenerlo, la composizione settoriale delle economie nazionali e la forza delle risposte politiche nazionali”.
A titolo di confronto globale, la Commissione ha definito le probabili statistiche di contrazione e ripresa per gli altri principali Paesi. Si calcola che gli Stati Uniti, ad esempio, la contrazione nel 2020 sarà del 4,6%, seguita da una crescita del 3,7% nel 2021 e del 2,5% nel 2022. Nel Regno Unito, invece, è molto peggio: contrazione del 10,3% nel 2020, seguita da una crescita del 3,3% e del 2,1% rispettivamente nel 2021 e nel 2022.