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TAN e TAEG: significato e differenze tra i due indicatori

Quando parliamo di prestito, dobbiamo necessariamente fare i conti con gli indicatori che ad esso sono correlati. La difficoltà nel comprendere le dinamiche che stanno alla base del sistema dei prestiti bancari causa spesso confusione tra coloro i quali desiderino richiederne uno, magari per costruire una casa per i figli o per acquistare un mezzo di trasporto.

Al giorno d’oggi esistono vari modi per richiedere un prestito, soprattutto grazie all’avvento del digitale. Ad esempio, è possibile fare un confronto per un prestito personale con Facile.it o con altri comparatori online comodamente da casa, senza doversi recare in filiale. Tuttavia, di fronte alle molte opzioni disponibili può facilmente capitare di non avere le idee chiare, dato che il mondo dei finanziamenti, dei mutui e dei prestiti è molto vasto e articolato. Per questo motivo è necessario conoscere alcune terminologie di base.

Esistono numerosi indicatori che aiutano a muoversi ordinatamente in tale complessità. Tuttavia, mentre alcuni di essi sono estremamente specifici e riservati alle competenze dei tecnici, altri sono utilizzati comunemente non solo da esperti del settore, ma anche da giornalisti e comuni cittadini.

Un classico esempio sono gli indicatori come il TAN e il TAEG, comunemente impiegati nei talk show di politica, attualità ed economia. Ma cosa indicano esattamente? Scopriamo cosa ci possono dire queste variabili e qual è la differenza tra le due.

Cosa rientra nel TAN

Il TAN è il Tasso Annuale Nominale. Si tratta della prima fondamentale variabile di cui è costituito il prestito. Altro non è che l’interesse annuo calcolato sul prestito, cioè il tasso di interesse indicato in numero percentuale e calcolato annualmente.

Ogni creditore richiede infatti il pagamento del prestito a rate, indipendentemente dal tipo di finanziamento fornito. Attraverso il TAN viene assicurata la trasparenza nel contratto di credito al prestito. Rappresenta inoltre una variabile riconosciuta a livello comunitario e deve essere mostrata nelle pubblicità e delle offerte commerciali.

Ciò che non rientra invece nel TAN sono provvigioni, spese e imposte, cioè gli oneri accessori. Questo perché, come vedremo, essi ricadono nel calcolo della seconda misura, il TAEG.

Il TAEG

L’acronimo TAEG sta per Tasso Annuo Effettivo Globale d’interesse. Si tratta del costo totale e include le spese obbligatorie per l’apertura e il pagamento, tra cui:

  • Polizze aggiuntive
  • Gestione pratica
  • Altri costi sulle operazioni
  • Apertura conti correnti

In sostanza si tratta di uno strumento atto a indicare il valore medio del tasso applicato dalle banche a prestiti di varia natura. Il calcolo del TAEG è relativamente complesso: vanno sommati il capitale delle spese accessorie e gli interessi, e successivamente bisogna dividere per i pagamenti effettuati.

In conclusione

La differenza principale tra TAEG e TAN riguarda in sostanza il valore. Il TAN rappresenta infatti una percentuale, identificativa degli interessi. La misura del TAEG si riferisce al costo del prestito totale.

Con l’ausilio di queste due misure si può comprendere gran parte della logica che si trova alla base dei prestiti. Ciò nonostante, è bene tenere a mente che la complessità di queste operazioni finanziarie non si esaurisce in queste due variabili. A queste si sommano varie spese relative ad eventuali assicurazioni, imposte di vario genere, costi delle comunicazioni periodiche e molto altro ancora.

 

 

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