Crescita a rischio per le troppe tasse

Le troppe tasse mettono a rischio la crescita. A sostenerlo è il vice direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, che in un’audizione alla camera ha ribadito la sua preoccupazione in merito all’argomento. Secondo Rossi l’obiettivo del governo deve essere quello di riuscire ad abbassare la pressione fiscale sui contribuenti in regola, sulle imprese e sul lavoro, ossia sulle buste paga. D’altronde non ci vuole una scienza a capire che con questa pressione fiscale il paese non va da nessuna parte. Lo dimostrano perfino i dati fino ad ora diffusi secondo cui, nonostante l’aumento delle tasse, i soldi che entreranno nelle casse dello stato nel corso di questo 2012 saranno inferiori a quelli del 2011.

Il perchè è presto detto: aumentando la pressione fiscale in un contesto come quello attuale si è dato un notevole impulso ad una veloce riduzione dei consumi. E se si compra meno lo stato incassa meno (vedi iva, tanto per fare un esempio), le aziende chiudono (quindi non pagano più le tasse) e i lavoratori vengono licenziati (quindi non pagano più le tasse).

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Commercio: segni di rallentamento in tutto il mondo

Che il contesto economico non sia un gran che lo sanno anche i sassi. Quello che molti non sanno, invece, è che il commercio globale sta attraversando una fase di stallo con un oscuramento delle prospettive di crescita per l’anno in corso e per quelli a venire. Insomma si vende poco (e si produce ancora meno) non solo in Europa ma in tutto il mondo. Ecco alcuni numeri diffusi dall’organizzazione mondiale del commercio: il volume globale degli scambi di merci si espanderebbe solo del 2,5% quest’anno, rispetto al 5% dello scorso anno e quasi il 14% di crescita del 2010. Alla base di questi dati disarmanti c’è, sicuramente, la crisi Europea. Nei principali paesi dell’UE, infatti, i consumi sono scesi sui livelli più bassi degli ultimi 20 anni con fortissime conseguenze perfino sulla locomotiva cinese che comincia a dare degli evidentissimi segni di rallentamento dovuti al calo delle esportazioni.

Basti pensare che la Cina, quest’anno, ha diminuito del 5% le esportazioni verso l’Unione Europea (dati aggiornati ad Agosto) e le propsettive da qui a Dicembre dovrebbero essere ancora più negative.

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Spagna a un passo dalla richiesta di aiuti finanziari

Chi pensava che il peggio fosse passato si sbagliava di grosso. Il pericolo più grande arriva (come avevamo detto già diversi mesi fa) dalla Spagna la cui situazione finanziaria continua a peggiorare di giorno in giorno. Il tutto si è trasformato in un effetto valanga sui mercati azionari di Madrid e di Milano che hanno perso rispettivamente il 3,9% e il 3,29%. La Spagna sembra sia costretta ad introdurre nuove misure di austerità cosa che ha scatenato la rabbia della popolazione come testimoniano le immagini relative agli scontri di piazza dei giorni scorsi con decine di feriti. Insomma la situazione sta degenerando e gli stimoli finanziari introdotti fino ad ora non hanno fatto altro che drogare i mercati senza andare a risolvere nessuno dei problemi che attanagliano l’economia europea e, ormai, quella mondiale.

Ma perchè il caso spagnolo è così pericoloso? Per prima cosa la Spagna è la quarta economia dell’eurozona e, come tutti ben sappiamo, maggiori sono le dimensioni di un’economia maggiori sarebbero i danni in caso di default. Inoltre la Spagna sta attraversando una delle peggiori crisi del mondo del lavoro della sua storia. La disoccupazione viaggia stabile oltre il 20% e quella giovanile ha superato il 50%.

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Monti e le elezioni del 2013

In un contesto economico sempre più drammatico accompagnato da una politica assolutamente inadeguata il caso del giorno non è rappresentato dal numero di disoccupati o dalla quantità di aziende che …

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Draghi: si all’acquisto di bond

Il presidente della Banca centrale europea è tornato a parlare della crisi europea difendendosi dagli attacchi ricevuti dai parlamentari tedeschi in questi ultimi giorni. Draghi ha ribadito che la banca potrebbe sostenere i paesi in difficoltà acquistando titoli di stato con scadenza entro i tre anni. Tale limite, infatti non permetterebbero di classificare tali acquisti come aiuti in quanto non rappresenterebbero creazione di moneta. Le parole di Mario Draghi in un’udienza a porte chiuse presso il Parlamento europeo il Lunedi era molto atteso dai mercati finanziari per avere ulteriori dettagli su come la banca potrebbe contribuire a ridurre i costi di finanziamento di paesi come la Spagna e l’Italia e impedire loro di doversi trovare nella spiacevole situazione di dover ricorrere a dei veri e propri piani di salvataggio stile Grecia, Irlanda o Portogallo.

Il tutto mentre la situazione della Spagna continua ad aggravarsi e l’economia europea continua a dare segni di cedimento. Ultima, in ordine di tempo, la notizia dell’ennesimo calo del mercato dell’auto in paesi strategici come Italia e Francia dove si sta tornando a volumi simili a quelli di fine anni 60.

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Crisi e vacanze: crollano i prezzi in Sardegna

In questo momento di fortissima crisi con il destino dell’euro appeso ad un filo parlare di vacanze appare quanto mai inopportuno. Eppure l’interessante report diffuso da immobiliare.it porta alla ribalta l’argomento facendo notare come la crisi nel settore sia davvero molto forte. Il succo del discorso è questo: in vacanza ci si va molto meno che in passato e chi lo fa vuole spendere poco. Il risultato è un vero e proprio crollo dei prezzi delle case vacanze e degli hotel che, pur di non rimanere vuoti, sono costretti a rivedere le proprie tariffe adeguandosi al mercato. Tra le zone più colpite spicca la Sardegna la cui industria turistica sta registrando, da 2 anni a questa parte, dei bilanci quasi drammatici.

Al di la di questo è interessante notare come il mercato delle case vacanza stia diventando sempre più protagonista dell’estate italiana; in tempi di crisi molto meglio optare per un appartamentino da dividere in 4, 6 o più persone che spendere cifre folli per un albergo. Secondo l’indagine di Immobiliare.it il 14% degli italiani sceglie proprio le case vacanze per le proprie ferie.

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