Mentre l’Europa, sotto le pressioni degli USA e dei Bric, promette l’imminente costituzione di un’unione bancaria aumentano i timori per il futuro della Spagna. Ieri il governo di Madrid ha collocato 3 miliardi di titoli di stato a 12 e 18 mesi con i tassi di interesse che schizzano alle stelle passando al 5,074%, dal 2,985%, e al 5,107% dal 3,302% dell’asta precedente. Insomma i mercati non si fidano più della capacità della Spagna di rimborsare il proprio debito e sembrano voler scommettere su un suo prossimo default. D’altronde il campanello d’allarme è suonato qualche giorno fa, ossia da quando i titoli a 10 anni sono saliti stabilmente sopra il 7%, indicatore chiave della salute di uno stato.
La triste reazione del mercato alla promessa dell’eurozona di pompare fino a 100 miliardi di euro nel traballante sistema bancario spagnolo sottolinea che non basta più immettere liquidità ma occorre cominciare a risolvere i problemi alla base. Ma i politici europei sembra far finta di non capire e continuano per la loro strada litigando anche negli appuntamenti ufficiali e dando un’immagine dell’Europa quanto mai frantumata.