Retribuzioni stabili ad ottobre

Anche il mese di ottobre si è concluso in maniera deludente sul fronte delle retribuzioni. Stando a quanto affermato dall’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, nel corso del decimo mese dell’anno l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie si sarebbe pressochè fermato, generando una variazione nulla rispetto al precedente mese di settembre, e un incremento di 1,7 punti percentuali rispetto a ottobre 2010. L’incremento conseguito nel corso dei primi dieci mesi dell’anno è invece stato pari a 1,8 punti percentuali.

 

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Irlanda: altri 2 anni di sacrifici

Si torna a parlare dell’Irlanda, uno dei primi paesi a essere colpiti dalla crisi economica, e da più di un anno oggetto di una politica economica molto rigida volta a rispettare gli impegni di risanamento presi in seguito ai prestiti di BCE ed FMI dello scorso anno. Stando agli ultimi dati disponibili si è stimato che il paese avrà bisogno di ancora un paio d’anni di austerità prima di potersi dire al riparo da una eventuale ricaduta che già nel 2010 portò al collasso il sistema bancario.

Tuttavia le preoccupazioni di molti analisti riguardano la capacità dell’attuale governo di continuare ad operare tagli all’economia visto che dagli ultimi sondaggi risulta che meno della metà del popolo irlandese si dice disposto a sopportare altri sacrifici per rispettare gli accordi del piano di salvataggio.

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Arriva il contributo di solidarietà

Se ne era parlato tanto nelle settimane passate ed ora è stato approvato con un decreto dal governo Monti: il contributo di solidarietà sarà del 3% e si pagherà in un’unica soluzione nel mese di giugno 2012. A rientrare in questa che, di fatto, è una nuova tassa saranno tutti coloro abbiano un reddito superiore ai 300 mila euro l’anno. Tuttavia il contributo si pagherà solo sulle somme che superano la soglia dei 300 mila euro e solo fino al 31 Dicembre 2013, restando in essere, quindi, per 3 anni.

Insomma dopo tanto discutere sulla sua utilità finalmente è arrivata una decisione chiara sull’argomento grazie al decreto firmato sabato dallo stesso Monti in qualità di Ministro dell’economia e delle finanze.

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Bnp, il progetto di ristrutturazione per l’Italia

Bnp Paribas ha presentato ai sindacati un maxi piano di revisione della propria posizione in Italia, consolidata prevalentemente attraverso la proprietà della Banca Nazionale del Lavoro. Un piano che si preannuncia piuttosto radicale, visto e considerato che – all’interno delle principali voci – spicca la riduzione di 1.300 unità nel personale entro il 2014, e la riduzione delle nuove aperture da 50 a 10 agenzie.

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Moody’s: paesi euro a rischio default

Torna a far parlare di se Moody’s che ha reso noto uno studio sui paesi a rischio default. Secondo l’agenzia di rating il rischio di un default multiplo dell’eurozona è molto più che una probabilità. Stando a quanto traspare dalla nota si capisce che, secondo gli economisti di Moody’s, più a lungo durerà questa crisi maggiori saranno le ripercussioni sui paesi dell’eurozona che rischieranno di fallire uno dopo l’altro per mancanza di liquidità. Insomma ancora una volta verrebbe da dire: occorre fare bene ma, anche, fare subito per evitare che la situazione degeneri dando vita a scenari dalle conseguenze davvero imprevedibili.

Sempre secondo gli esperti dell’agenzia di rating aumentano le probabilità che alcuni paesi (Grecia in primis) lascino l’euro provocando non poche ripercussioni nel breve periodo. Tuttavia si apre anche una prospettiva molto intyeressante: se l’Europa saprà varare le misure necessarie per dare vita ad una fase di rigore della spesa e di rilancio dell’economia dopo una prima parte di sofferenza nel breve periodo si potrebbe dar vita ad una fase di forte rilancio dovuta ad una maggiore integrazione degli stati.

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Seat Pagine Gialle vicino al fallimento

Brutte notizie per la Seat Pagine Gialle che il 30 Novembre dovrà provvedere al pagamento di una cedola da 52 milioni ai propri azionisti. Il problema è che la società di Alberto Cappellini ha qualcosa come 2,7 miliardi di euro di debiti e senza un accordo scritto tra le parti sociali con cui si deciderà come ristrutturare il debito il cda non delibererà sul pagamento della suddetta cedola. E visti i tempi strettissimi la soluzione sembra poter essere una sola: il fallimento tecnico.

Il problema più grande è quello di riuscire a mettere tutti d’accordo in così poco tempo specialmente per quanto riguarda gli investitori privati. Tuttavia le banche stanno facendo pressione perchè l’accordo si raggiunga ed evitare di dover mettere all’asta un’azienda piena di debiti sul cui futuro pesa lo sviluppo del web e delle nuove tecnologie.

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