Le banche italiane sono tra le meno solide e le meno capitalizzate d’Europa. A dirlo non siamo noi, ma l’Eba, che ha così etichettato gli istituti di credito tricolori come le ultime ruote di un carro creditizio complesso e malfunzionante, e rischia di trascinare il vecchio Continente in una serie di criticità ben più gravi di quelle da tempo riscontrate.
news
UE e FMI: come salvare Italia e Spagna
Momenti concitati tra FMI, banche centrali e UE per mettere appunto un piano di salvataggio che scatterebbe nel caso, sempre più probabile, di un eventuale contagio della crisi anche in Italia e Spagna. E a destare le maggiori preoccupazioni è proprio l’Italia che dopo la pessima asta che portato il rendimento dei bot al 6% desta sempre maggiori preoccupazioni.
I mercati non si fidano più delle promesse della nostra classe dirigente e il mostruoso debito pubblico che continua a crescere fa temere che non ci siano le possibilità di evitare il default.
Vendite mondiali in mano a poche aziende
L’analisi effettuata dalla Eidgenoessische Technische Hochshule rivela come il 40% del fatturato mondiale sia in mano a meno di 150 aziende. Una sproporzione piuttosto emblematica, che pone al vertice della classifica la Barclays, e nei gradini intermedio e più basso del podio la Capital Group Companies e la Fmr.
Mutui e crisi economica: facciamo il punto
La traballante situazione economica del Paese continua a generare diffidenza nei cittadini italiani e negli istituti di credito. Se da una parte si registrano richieste di mutuo in calo del 23% a settembre (quasi un quarto in meno rispetto allo stesso mese del 2010), dall’altra anche le banche mostrano una maggiore cautela in fatto di finanziamenti e pretendono maggiori garanzie di rientro del capitale.
Come abbiamo già avuto modo di segnalare qualche giorno fa, un’indagine di Mutui.it, relativa agli ultimi 6 mesi del 2011, ha rivelato in particolare che il valore medio dell’importo erogato dei mutui è calato del 20%. I dati sono ancora più allarmanti se si considerano i soli mutui prima casa, il cui importo è diminuito del 24%.
Gli Italiani preferiscono le auto usate
Uno dei settori che ha risentito maggiormente della crisi finanziaria è senz’altro quello dei veicoli per uso privato, ossia auto e moto. Sempre più italiani ricorrono al mercato dell’usato e i grandi marchi non fanno che lamentare drammatici cali di vendite. Insomma dal concessionario ci si va sempre di meno e quando ci si va si chiede un’auto usata. Questo trand si è consolidato nel corso del 2011 visto che rispetto al mese di agosto (quindi in soli 2 mesi) aumenta del 3,1% chi prevede di acquistare un’auto usata piuttosto che una nuova. Ma non solo, diminuisce anche la spesa media prevista per chi pensa di acquistare un’auto nuova che ora si attesta su di una media di circa 14 mila euro (circa 2000 euro in meno rispetto al precendente studio) e le previsioni di acquisto per moto e scooter.
Ubs, utili sopra le stime
La banca svizzera Ubs, uno dei più importanti istituti di credito al mondo, ha affermato di aver chiuso il trimestre con un risultato netto che va al di là delle aspettative formulate nelle scorse settimane dagli osservatori finanziari di Reuters. Un risultato soddisfacente, reso possibile dalle voci straordinarie di conto economiche, che hanno potuto controbilanciare l’impatto negativo della nota frode di un proprio trader, Kweku Adoboli.