Dove investire durante la crisi secondo Steen Jakobsen

Steen Jakobsen, Chief Economist di Saxo Bank (banca specializzata nel trading e negli investimenti online), ha diffuso alcuni consigli su come gestire i propri investimenti in questo contesto di crisi. Visto il grande interesse dei nostri lettori per questo argomento abbiamo deciso di riproporvi questo documento diffuso dall’ufficio stampa di Saxo Bank. Steen Jakobsen ha prospettato quattro possibili scenari conseguenti all’uscita della Grecia dall’Euro e, per ogni scenario ci fornisce degli interessanti consigli di investimento che abbiamo voluto riproporvi in queste pagine. Ovviamente per ognuno dei punti trattati da Steen Jakobsen ci siamo permessi di aggiungere le nostre considerazioni sia circa le probabilità che si verifichino sia circa le proposte di investimento ad esse collegate.

Ovviamente ci aspettiamo di poterne parlare insieme a voi nello spazio dedicato ai commenti che trovate in fondo alla pagina ricordandovi che quanto riportato in queste pagine non rappresenta un consiglio di investimento ma deve essere interpretato al solo fine informativo. Qualora si decidesse di mettere in pratica le tipologie di investimento trattate consigliamo di contattare un consulente finanziario di propria fiducia evitando il fai da te.

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Terremoto: ora l’Emilia è davvero in ginocchio

In occasione della prima scossa di terremoto avevamo già spiegato che essendo il nostro un sito di approfondimento finanziario avremmo affrontato l’argomento analizzandone l’impatto che avrebbe avuto sull’economia della regione e così faremo anche in questa occasione. Ci limitiamo a farvi vivere quel momento riproponendo un video realizzato negli studi di TV7 della scossa delle 9 (quella più forte). Al momento oltre al drammatico bilancio che parla di oltre 15 morti, 200 feriti e 7 dispersi c’è da sottolineare il dramma delle tantissime aziende distruttute dalle 2 scosse della giornata di ieri. Molti capannoni industriali che avevano retto, a fatica, alla scossa del 20 Maggio sono stati distrutti dal forte terremoto di ieri aggravando la già disperata situazione dell’economia locale. Così oltre alla perdita delle vite umane l’Emilia dovrà fare i conti anche con le grandissime difficoltà economiche dei prossimi mesi. Il governo, già dopo il sisma del 20 Maggio, aveva garantito che avrebbe sospeso il pagamento dell’Imu e delle altre tasse per tutti coloro abbiano subito danni ingenti dal terremoto.

Tuttavia la situazione dopo le scosse di ieri è letteralmente precipitata. Molte imprese agricole, come il consorzio del Grana Padano o quelle legate alla produzione del famoso aceto balsamico, devono fare i conti con danni di proporzioni incredibili tanto che solo per le aziende del Consorzio del Grana si stima un danno di almeno 135 milioni di euro nella sola giornata di ieri.

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Banche: aumentano i costi di conti e bonifici

Brutte notizie per le famiglie e le imprese perchè oltre alla stretta sul credito dobbiamo segnalare anche un aumento dei costi dei conti correnti bancari e di tutti i servizi ad essi associati. Questo rialzo dei prezzi è dovuto al momento difficile che il nostro sistema bancario sta attraversando ma, tutto questo, si traduce in un maggior costo per famiglie e imprese già provate dalle difficoltà di questa crisi economica che non accenna a voler allentare la propria morsa. Per contro non si registra un significativo miglioramento della qualità dei servizi o dei prodotti offerti. Insomma gli istituti di credito sembrano scaricare sui propri clienti il peso delle proprie difficoltà economiche aumentando i costi dei servizi legati ai conti correnti bancari. Oltre all’aumento dello spread applicato su prestiti e mutui, di cui abbiamo più volte parlato negli ultimi mesi, il corriere.it ha rilevato un forte aumento dei costi dei bonifici e dei tassi di interesse applicati sugli scoperti in conto corrente.

Sono proprio queste 2 voci, infatti, alcuni dei servizi più utilizzati da famiglie e imprese nel proprio utilizzo dei conti correnti. Ma quello che appare più ingiusto è come a fronte di questi aumenti non si possa registrare nessun miglioramento dei tassi di interesse applicati ai conti bancari che restano assolutamente ridicoli.

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Spagna: rischio collasso per banche e regioni

I nostri lettori ne sono consapevoli da tempo ma finalmente anche i grandi media italiani hanno cominciato a parlare seriamente del rischio Spagna, un paese sull’orlo del collasso che, ora, mette davvero molta paura. Non a caso la tensione sui titoli di stato iberici è salita alle stelle con uno spread sopra i 500 punti base e un tasso di interesse, sui decennali, che ha raggiunto un rendimento del 6,5%. I problemi della Spagna non sono certo una novità e ne abbiamo parlato in più occasioni ma quello che mette paura è il sistema bancario che, dopo il caso della nazionalizzazione di Bankia, rischia di collassare. Per il momento, infatti, non c’è stata una vera e propria corsa agli sportelli ma qualora si dovesse verificare il paese avrebbe senz’altro bisogno di aiuti nel giro di pochissimo tempo. La Spagna, infatti, non gode di un’economia in salute ed è fortemente condizionata da una disoccupazione estremamente alta e da un forte calo del settore immobiliare.

Lo spazio di intervento del governo, quindi, sarebbe estremamente limitato tanto che alcuni analisti cominciano già a parlare di un possibile piano di aiuti al paese al vaglio degli organismi europei. Tuttavia se le cifre riportate dal Wall Street Journal fossero esatte (si parla di circa 50-60 miliardi di euro per sopperire alle mancanze del sistema bancario del paese) si metterebbe davvero male per l’eurozona.

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Come proteggere i soldi in banca

In questi giorni la tensione sulle banche spagnole ha messo in allerta molti italiani che cominciano a preoccuparsi seriamente per il rischio che si verifichi nel nostro paese una corsa agli sportelli bancari. La paura di perdere i soldi in banca è dettata, principalmente, dalla situazione in Grecia e dalle notizie che continuano ad arrivare dalla Spagna circa la criticità del sistema bancario. Certo i depositi presso le banche spagnole sono drasticamente diminuiti nelle ultime settimane ma, nonostante questo, non si è verificato, ancora, un vero e proprio assalto alle filiali con le scene di panico che ci si potrebbe immaginare. Tuttavia la paura di perdere tutti i propri risparmi è molto alta e il rischio è quello di farsi prendere dal panico inutilmente. Per questo è bene cercare di ragionare con calma così da valutare i rischi reali che possono correre i nostri soldi in banca in modo tale da valutare con serenità quali azioni possiamo compiere nel caso si verifichi il peggio.

Come abbiamo più volte ripetuto non ci interessa fare del terrorismo mediatico solo per catturare l’attenzione di qualche lettore in più, quindi ripetiamo che al momento il rischio di un congelamento dei conti correnti bancari (o, ancora peggio, di prelievi forzati) resta solo un’ipotesi che difficilmente troverà riscontro nella realtà dei fatti. Tuttavia volendo essere pronti al peggio è bene cercare di capire come sia possibile proteggere i risparmi sul proprio conto corrente bancario sfatando alcuni miti che si stanno diffondendo sul web.

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Governo Monti inefficace contro l’evasione fiscale

Come tutti ben sappiamo (anche perchè ci è stato ripetuto fino allo sfinimento) combattere l’evasione fiscale è fondamentale per poter avviare un processo virtuoso che porti ad una riduzione delle tasse. Se tutti pagassimo le tasse si potrebbe ridurre la pressione fiscale dando un nuovo slancio all’economia. Eppure, nonostante le parole del presidente del consiglio (che ha più volte sottolineato l’importanza dei controlli per combattere l’economia in “nero”),  la Commissione Europea bolla come inefficace l’azione di governo contro l’evasione fiscale. A riportare la notizia è il Finalcial Times che è riuscito ad ottenere, in anteprima, una bozza della relazione della Commissione Europea estremamente critica nei confronti del nostro paese.

Secondo questa bozza la Commissione ha sottolineato come “L’Italia sta attuando una strategia coraggiosa di consolidamento fiscale, ma nonostante questi risultati importanti, la piena attuazione delle misure adottate rimane difficile, soprattutto quando si richiede la collaborazione di molti attori, e rimane spazio per ulteriori progressi nel programma di riforma“.

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