Crisi: facciamo il punto della situazione

L’enorme quantità di news che continuano a susseguirsi circa lo stato di salute dell’economia italiana ed Europea rischia di confondere le idee. Per questo è bene approfittare dell’inizio di settimana per fare il punto della situazione e cercare di ripartire con le idee un po più chiare. Ci siamo lasciati sabato con alle spalle una settimana impegnativa ma senza grosse novità dal punto di vista europeo. Il vertice che doveva offrire spunti operativi immediati si è concluso con tanti buoni propositi ma con un nulla di fatto perchè solo con le parole non ci si può mettere alle spalle una crisi di questa portata. E mentre i governi europei continuano a dibattere su eurobonds si eurobonds no, la condizione di salute della Spagna comincia a precipitare. Ed è proprio la Spagna il paese su cui occorre puntare maggiormente l’attenzione perchè potrebbe essere la mina vagante capace di far saltare l’euro.

La situazione in Spagna, infatti, è molto delicata per colpa di una disoccupazione alle stelle (quella giovanile è oltre il 50%), di un crollo del mercato immobiliare e, sopratutto, per colpa delle fortissime tensioni sulle banche. Dopo aver dovuto nazionalizzare parte di Bankia, il terzo gruppo bancario del paese, con una spesa di ben 19 miliardi di euro ora la paura è quella di una corsa agli sportelli che provocherebbe, inevitabilmente, il default anche degli altri istituti di credito del paese.

Leggi tutto

Il governo valuta incentivi per le auto ecologiche

Ottime notizie potrebbero arrivare a breve per chi deve acquistare l’auto nuova. Il parlamento dovrà valutare a Giugno la proposta di legge sui nuovi incentivi auto per chi acquista un veicolo ecologico. Gli incentivi, qualora passasse la legge, darebbero un nuovo stimolo ad un settore in fortissima crisi nel nostro paese come testimoniano i dati sulle vendite di Aprile che hanno fatto registrare un -18% su base annuale dopo il -26,5% del mese di Marzo. Basti pensare che ad Aprile di quest’anno sono state immatricolate in Italia solo 129 mila auto circa contro le 158 mila di un anno fa, confermando il trend estremamente negativo della Fiat che continua a perdere quote di mercato in Italia e nel resto d’Europa. Il tutto a vantaggio del mercato dell’usato che in proporzione ha perso molto meno confermando che in periodi di crisi l’auto usata resta quella più gettonata.

Ora con gli incentivi si potrebbe ottenere il duplice vantaggio di ridare slancio al settore e, allo stesso tempo, dare un contributo significativo alla diminuzione dell’inquinamento specialmente nei centri urbani grazie alle minori emissioni dei veicolo ecologici. Come abbiamo detto, infatti, gli incentivi sarebbero ad esclusione delle auto con emissioni al di sotto dei 95 g/Km CO2.

Leggi tutto

Cosa succede al franco Svizzero?

Strani movimenti si stanno verificando sul cambio euro/franco svizzero mettendo in forte difficoltà molti traders. Nella giornata di giovedì, infatti, il cambio si è mosso insolitamente a quota 1,2075 con un violento strappo al rialzo per l’euro, nonostante la moneta unica stesse facendo registrare nuovi minimi sul dollaro. Per chi non lo sapesse il franco svizzero è stato congelato al cambio di 1,20 dalla Banca centrale svizzera (Sbn) per evitare che in questo momento di crisi la moneta si rafforzi troppo nei confronti dell’euro danneggiando le esportazioni delle proprie aziende e, di conseguenza, la crescita del paese. Insomma cosa può aver giustificato tale movimento in un cambio ormai congelato? Stando alle indiscrezioni sembra che sia circolata la news (poi rientrata) della possibile introduzione di una tassa sui depositi in franchi svizzeri.

Questa news ha provocato un violento, quanto immediato, indebolimento della moneta elvetica per poi rientrare velocemente sui livelli standard dopo la smentita. Ovviamente, però, non ci sono certezze al riguardo quindi solo il tempo saprà dirci se, effettivamente, sia proprio così o ci sia sotto qualche altra cosa che, per il momento, non ci è dato sapere. Per il momento questo episodio è utile per comprendere quanto nervosismo e volatilità ci sia sul mercato.

Leggi tutto

Uscire dall’Euro sarebbe così drammatico?

La crisi sta prendendo la piega peggiore che si potesse immaginare: la Grecia è più fuori che dentro la moneta unica, le economie di tutti i principali stati membri (Germania esclusa) stanno rischiando di collassare, si comincia a pensare ad una possibile fine dell’euro e le tensioni sociali stanno andando alle stelle. Insomma quello che ci troviamo davanti agli occhi, ci piaccia o no, è uno scenario apocalittico che rischia di degenerare da un momento all’altro. In tutto questo i governi europei riunitisi in settimana per l’ennesimo vertice non sono stati in grado di trovare nessuna soluzione, solo tante belle parole e pochi fatti. Un immobilismo, quello europeo, davvero snervante per tutti noi addetti ai lavori che ci troviamo costretti a raccontare la gravità della situazione giorno per giorno. Ma a Bruxelles sembra come se il tempo a disposizione sia infinito e, per l’ennesima volta, si rimanda di un altro mese qualsiasi decisione visto che nulla verrà fatto prima del prossimo vertice di fine Giugno che si terrà subito dopo le elezioni greche.

A questo punto non ci resta che cominciare seriamente a parlare di una possibile uscita dall’euro del nostro paese. Sia chiaro è e resta una prospettiva da “ultima spiaggia” ma le cartucce a disposizione dell’Eurogruppo sono davvero poche e i problemi sono enormi quindi bisogna cominciare a valutare questa non più come una fantasiosa ipotesi ma, al contrario, come una delle possibilità a nostra disposizione.

Leggi tutto

Crisi: l’unica che ci guadagna è la Germania

In questi ultimi mesi abbiamo più volte sottolineato come uno dei più grandi problemi dell’eurozona sia la linea dura della Germania fermamente convinta della sua politica di austerity imposta a mezza eurozona. Intanto, però, ogni giorno che passa si comprende sempre meglio come l’unico paese europeo che stia guadagnando da questa crisi economica sia proprio la Germania, mentre tutti gli altri stanno sprofondando in un vortice pericolosissimo. Non a caso questo bel grafico pubblicato su ilsole24ore.com mette in luce proprio questo aspetto analizzando l’andamento dei titoli di stato dagli anni ’90 ad oggi. Se osserviamo bene il grafico, infatti, si evince chiaramente che a ridosso dall’introduzione della moneta unica i rendimenti dei titoli di stato di tutti i paesi erano grosso modo sugli stessi livelli, ossia intorno al 5%.

Successivamente all’introduzione dell’euro questi rendimenti hanno avuto un andamento molto simile fino all’inizio del 2008 quando, con lo scoppiare della crisi economica le divergenze sono tornate ad aumentare. I paesi più colpiti sono stati Portogallo, Irlanda e Grecia e, a seguire, Spagna e Italia.

Leggi tutto

Milano: registrati cali fino al 18% dei Box auto

Come volevasi dimostrare il settore immobiliare comincia a risentire in maniera piuttosto forte della crisi economica. Così, stando ad un’inchiesta di immobiliare.it, si riscontra che il valore dei box auto nella città di Milano sono calati, mediamente, del 7%. Anche le quotazioni dei box auto, quindi, cominciano a risentire della crisi economica e degli effetti della recessione che si sta abbattendo sul nostro paese e sull’intera eurozona. Ma la conferma definitiva del trend negativo arriva anche dal mercato degli affitti che, mediamente, è sceso del 10% rispetto a 4 mesi fa. Sicuramente su questo calo generalizzato hanno influito diversi fattori: per primo l’introduzione dell’imu, che ha spinto molti proprietari a mettere i propri box auto sul mercato, ma anche la diminuzione del potere di acquisto che ha spinto molti italiani a rinunciare alla propria auto per utilizzare i mezzi pubblici che, seppur non troppo efficienti, permettono di risparmiare sugli spostamenti all’interno della città.

Ma vediamo di analizzare a fondo i dati del report di immobiliare.it ottenuti su un campione di oltre 1000 annunci. Come abbiamo detto il calo generalizzato dei prezzi medi richiesti per l’acquisto di un box a Milano è stato del 7%. Una percentuale maggiore è stata riscontrata nell’area C (che è stata oggetto del ticket di ingresso) dove si riscontra un calo del 18%.

Leggi tutto

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi