Mutui: diminuisce l’importo medio richiesto

Ecco il nuovo report mensile diffuso da mutui.it sull’andamento delle richieste di mutuo relative agli ultimi 3 mesi. Il dato più significativo è quello relativo alla richiesta media del capitale finanziato per l’acquisto della prima casa che si attesta ora intorno ai 146 mila euro, in calo del 9% rispetto ai livelli di 12 mesi fa. A novembre 2010, ossia prima della forte crisi del debito che ha investito l’Europa, la media dei finanziamenti relativi all’acquisto della prima casa era di 160 mila euro. Un altro dato davvero molto significativo è quello relativo all’età media dei richiedenti che conferma il trand rialzista portandosi a 37 anni mentre alla fine del 2010 era di 36. Un dato significativo che testimonia il momento di grandissima difficoltà dei giovani italiani che, vuoi per la mancanza di lavoro, vuoi per la precarietà dello stesso, non riescono ad accedere al credito se non in tarda età.

Negli ultimi 12 mesi si è assistito ad un rimpicciolimento dei mutui erogati dalle banche ma, anche, ad un fenomeno che costringe i giovani a rimandare il progetto di acquisto della prima casa. Secondo Lorenzo Bacca, il responsabile business di mutui.it, il motivo è che “chiedere mutui per pagare il 100% del valore dell’immobile vuol dire esser certi di ottenere un rifiuto da parte delle banche. Naturale, quindi, che anche l’età media salga e che il sogno dell’indipendenza si faccia più lontano per i giovani“.

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Prestiti: le famiglie si affidano ai parenti

Come abbiamo avuto modo di sottolineare in più occasioni ottenere un prestito oggi è diventato molto più difficile e costoso di quanto non fosse 12 mesi fa. Le banche, ancora per effetto della crisi, stentano a riaprire del tutto i rubinetti e, sopratutto, ad abbassare lo spread applicato ai principali finanziamenti. Per questo, secondo una recente indagine, emerge che gli italiani si affidano sempre più spesso alla famiglia in caso di necessità. Aumentano, quindi, i prestiti tra parenti e familiari con cui si riesce a sopperire all’impossibilità di accedere al credito di milioni di italiani. Prestiti che sempre più spesso vengono chiesti non per acquistare un bene o un servizio (pensiamo all’acquisto di un’auto o alla ristrutturazione della casa) ma per affrontare le normali spese quotidiane diventate oramai insostenibili.


Questo, secondo il direttore generale di Crif, Enrico Lodi, sta innescando un circolo vizioso in cui “mentre le banche cercano di contenere le sofferenze, le famiglie rinviano le spese non indispensabili e sono frenate negli acquisti”. Questa situazione estremamente delicata dovrebbe andare avanti ancora per gran parte del 2012 e si potrà risolvere in maniera definitiva solo se l’Europa riuscirà ad allentare la tensione sul debito sovrano dei singoli stati e, di conseguenza, la pressione sulle banche che in questo caso torneranno ad erogare il credito con una certa fluidità.

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Nuove regole per le farmacie

Dopo l’approvazione della commissione industria del Senato al decreto sulle liberalizzazioni si delineano le nuove regole che entreranno in vigore per il settore delle farmacie. L’effetto del decreto dovrebbe essere quello di garantire l’apertura di 5 mila nuove farmacie sul territorio nazionale stimolando la concorrenza e contribuendo ad un sostanziale ribasso dei prezzi specialmente dei prodotti di libera vendita. Molto interessante il dato relativo al tetto degli abitanti previsti per l’apertura delle nuove farmacie che passa dagli attuali 5 mila della normativa in vigore ai 3300 del decreto che entrerà in vigore a breve. Un’altra novità interessante riguarda le parafarmacie che potranno vendere anche nei piccoli comuni le medicine che verranno tolte dalla lista della fascia C, ossia quella completamente a carico del paziente.

Le prime reazioni, come era ovvio immaginare, non sono state particolarmente positive visto che le lobby del settore hanno fatto sentire in più occasione la propria voce tentando di ridimensionare in maniera significativa il provvedimento. Il rischio, secondo le associazioni dei farmacisti, è quello di mettere a dura prova il settore già in crisi per via della particolare congiuntura economica.

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Assicurazioni auto: si valuta la tariffa unica

In questi ultimi giorni è stato presentato un interessante emendamento per mano del senatore Pontone che prevede il pagamento di una tariffa unica per gli automobilisti più virtuosi. Questo emendamento potrebbe rivelare una piacevolissima sorpresa per molti automobilisti, in quanto andrebbe a cancellare le discriminazioni tra nord e sud, dove generalmente le tariffe rc auto sono decisamente più care. Con la tariffa unica per gli autmobilisti che fanno meno incidenti sarebbe possibile ottenere una polizza agevolata a livello nazionale evitando tutte quelle ridicole differenze tra città e città, spesso anche della medesima regione.  Se l’emendamento diventerà legge, quindi, le compagnie assicurative saranno costrette, a parità di condizioni, ad applicare la stessa tariffa su tutto il territorio nazionale.

In questo caso non sarà più possibile che un automobilista di 50 anni di Napoli che abbia una polizza auto con una classe di bonus malus pari a 1 paghi di più rispetto ad un automobilista della stessa età e con la stessa classe di merito di una qualsiasi città del nord Italia. Si tratta, quindi, di una piccola ma significativa rivoluzione che potrebbe rappresentare l’ennesimo tassello che mira a scardinare l’operato delle compagnie di assicurazione, più volte accusate di applicare tariffe non oggettive sul territorio nazionale.

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Bene Asta Btp, oggi attesa per LTRO

Ieri mattina si è conclusa in maniera positiva l’asta dei BTP in programma. A differenza di quella di lunedì, dove sono stati collocati titoli con scadenza di breve periodo, l’asta di ieri era un appuntamento particolarmente atteso dagli analisti per capire fino a che punto il mercato fosse pronto a fidarsi del nostro paese. I titoli oggetto dell’asta, infatti, erano BTP con scadenza a 5 e 10 anni. In entrambi i casi la richiesta è stata maggiore dell’offerta in particolare per il btp a 10 anni dove sono stati piazzati circa 3,75 miliardi ma con richieste superiori ai 5 miliardi di euro. I rendimenti sono scesi al 4,19%, per il titolo a 5 anni, e al 5,5% per quello a 10. Insomma si allenta la tensione sul nostro debito pubblico anche se non come sarebbe stato lecito aspettarsi. Lo spread, ad esempio, è sceso di pochissimo per poi stabilizzarsi a quota 354 punti base e, a dir la verità, anche sui rendimenti dei titoli (seppur in discesa) ci si sarebbe aspettato qualcosa in più.

Il problema sembra essere ora la profonda incertezza che continua ad aleggiare in Europa. Da un lato ci sono ancora molti problemi irrisolti legati alla Grecia, dall’altro pesa anche l’incertezza sull’andamento dell’asta in cui la BCE offrirà agli istituti di credito europei una montagna di liquidità ad un costo davvero molto basso, ossia l’1%.

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Cariparma: 2,5 miliardi per i mutui casa

Oggi vogliamo segnalare una nuova interessante novità che potrebbe interessare tutti coloro siano in procinto di acquistare un immobile. Il gruppo Cariparma Credit Agricole, infatti, ha deciso di lanciare una nuova offerta per i mutui casa stanziando la bellezza di 2,5 miliardi di euro destinati alle famiglie. Significative le parole del direttore Marketing Retail del Gruppo, Nicola Generani, che ha sottolineato che “il mutuo rappresenta una scelta strategica di vicinanza alle famiglie italiane nel progetto più importante per una famiglia ovvero l’acquisto della casa“. Un segnale in forte controtendenza rispetto all’andamento del mercato che, come abbiamo più volte segnalato negli ultimi mesi, sta vivendo delle fasi molto incerte. Le banche, infatti, hanno “chiuso i rubinetti” aumentando lo spread applicato ai mutui e rendendo più severe le garanzie richieste per ottenere il credito.

Cariparma, invece, sembra voler andare in controtendenza anche in questo proponendo mutui casa con la possibilità di finanziare fino all’80% del valore di mercato dell’immobile (e una durata massima di 30 anni) a tassi di interesse particolarmente interessanti rispetto a quelli proposti oggi sul mercato.

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