Boom di fallimenti nel 2011

I dati elaborati dal Cerved contribuiscono a fotografare una situazione piuttosto impietosa dello stato del mercato del lavoro italiano. Nel 2011, infatti, i fallimenti hanno toccato e superato la soglia delle 12 mila unità, con un incremento di 7 punti percentuali su base annua. Sul fronte dei lavoratori dipendenti, gli elementi statistici consuntivi ci dicono invece che in tre anni (dal 2009 alla fine del 2011) sarebbero andati in fumo oltre 300 mila posti di lavoro.

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Grecia – banche: sfida all’ultimo euro

Le banche creditrici di Atene hanno affermato di aver effettuato un ultimo, disperato passo in avanti per venire incontro alle esigenze del governo ellenico. L’esecutivo dovrà ora valutare le offerte degli istituti bancari, e cercare di formulare una risposta credibile e definitiva, in sinergia a quanto voluto dal Fondo Monetario Internazionale, dall’Unione Europea e dalla Banca Centrale Europea.

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Nella Silicon Valley gli stipendi più alti

Se la maggior parte delle persone fatica tutto il giorno per arrivare a guadagnare uno stipendio appena sufficiente al proprio sussestamento è altrettanto vero che esistono dei lavori dove lo stipendio è tutt’altro che basso. E’ il caso degli addetti del settore hi tech della Silicon Valley, luogo storico dove si possono trovare le più importanti aziende mondiali del settore. Qui lo stipendio medio non è assolutamente disprezzabile visto che si parla di una media di 104 mila dollari l’anno, con un aumento rispetto al 2010 del 5,2%. Parliamo di cifre impensabili per i lavoratori normali che più che guardare allo stipendio devono fare attenzione a non perdere il posto di lavoro.

I professionisti del software, secondo quanto riportato da ilsole24ore.com, possono contare su stipendi da capogiro grazie al boom del comparto hi tech legato alle applicazioni web, come nel caso di Linkedln e dello stesso Facebook la cui quotazione, attesissima dagli analisti, dovrebbe arrivare per la fine dell’anno.

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Prestiti: sempre più difficile ottenerne uno

Quello di cui sempre più cittadini si lamentano è la stretta sul credito messa in atto dalle banche da circa 6 mesi nei confronti di imprese e famiglie. Come testimoniano anche le tantissime testimonianze dei nostri lettori, capita sempre più spesso di vedersi rifiutare, dalla propria banca, la richiesta di un finanziamento e, nei pochi casi in cui viene accettata, si nota un deciso aumento del costo della rata. Ma se le banche concedono pochi finanziamenti come è possibile accedere al credito per finanziare una spesa importante?

Come abbiamo detto più volte le banche, in questi ultimi mesi, stanno scontando il “rischio paese”. Questo vuol dire che le banche italiane hanno maggiore difficoltà ad ottenere liquidità sul mercato e per questo hanno ridotto l’erogazione dei finanziamenti e alzato gli spread.

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Costa Concordia, la Carnival corre ai ripari

Carnival, la società proprietaria della linea di navi da crociera Costa (e, pertanto, anche della naufragata Costa Concordia), sta cercando di riparare la falla apertasi nelle proprie strategie societarie in seguito al dramma che ha colpito, una decina di giorni fa, una delle proprie imbarcazioni di fronte all’Isola del Giglio.  Al fine di rinvigorire la propria deteriorata immagina su scala internazionale, Carnival ha annunciato che rivedrà le procedure di sicurezza sui propri natanti, dichiarando altresì una significativa revisione delle politiche pubblicitarie, che non possono che aver bisogno di una vigorosa virata nei prossimi mesi.

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Trimestrale deludente per Google

Non è un vero e proprio flop, ma i risultati conseguiti da Google nell’ultimo trimestre hanno lasciato l’amaro in bocca a ben più di qualche osservatore internazionale. Il motore di ricerca più noto del mondo ha infatti chiuso il 2011 con fatturato e utili che hanno deluso buona parte degli stakeholders della compagnia di Larry Page, sulla base di una influenza deteriorante dal mercato europeo, e da una crescita interna meno forte del previsto.  E così, stando a quanto diramato dallo stesso Page, le vendite del quarto trimestre si sarebbero fermate a “soli” 8,13 miliardi di dollari, più o meno 300 milioni di dollari in meno rispetto a quanto invece era atteso sulla piazza finanziaria.

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