Cina futuro tra boom e… sboom

L’apparentemente bizzarra teoria recessiva della Barclays Capital potrebbe riguardare ben presto la Cina, a un bivio tra la continua crescita economica – che dovrebbe condurla, entro i prossimi 30 anni, a divenire la prima economia mondiale – e il pericolo di un clamoroso passo indietro. Secondo gli analisti della Barclays Capital, infatti, il tentativo di costruire l’edificio più alto del mondo (riuscito o meno) sarebbe succeduto dal pericolo di grave crisi economica.

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500 mila italiani in cassa integrazione a 0 ore

E’ di mezzo milione di unità il numero degli italiani che attualmente vivono in una condizione di cassa integrazione a zero ore. A dircelo è la Cgil, tramite il suo osservatorio Cig del dipartimento settori produttivi, che “certifica” di fatto la criticità del mercato occupazionale italiano per quanto concerne il ricorso alla cassa integrazione. Ancora, l’osservatorio afferma come nel corso del 2011 siano state registrate circa 950 milioni di ore di cassa integrazione (poco meno di 1,2 miliardi di unità rispetto all’anno precedente), per un totale di 3,4 miliardi di ore negli ultimi tre anni di crisi.

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Costa Crociere: danni per oltre 700 milioni

La terribile tragedia che ha colpito la nave da crociera della compagnia Costa Crociere sta rivelando, in questi giorni, come l’errore umano sia alla base della morte di ben 5 persone (al momento) e alla possibile distruzione di uno degli habitat più belli del Mediterraneo, visto che il rischio di una fuori uscita del Greggio è molto probabile. Tuttavia il nostro è un sito finanziario e, per quanto queste tragedie andrebbero affrontate da un punto di vista umano, siamo costretti ad analizzare il risvolto economico della tragedia. Per chi non lo sapesse la Costa Crociere non è una società di proprietà italiana ma è posseduta dalla società Carnival, il più grande gruppo del mondo nel settore delle crociere.

Ovviamente è ipotizzabile che ci saranno delle ripercussioni per la Carnival già a partire dall’apertura delle borse di oggi, in quanto il suo marchio subirà, inevitabilmente, un duro colpo dall’accaduto. La Carnival, infatti, oltre a dover risarcire tutti i passeggeri della nave (parliamo di oltre 2000 persone) ha perso uno dei suoi gioielli il cui valore stimato era di circa 700 milioni di dollari.

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Italia: per S&P il rating è BBB+

S&P, lo scorso venerdì, ha declassato gran parte dei paesi dell’Unione Europea e, in particolare l’Italia portando il rating del nostro paese al livello di BBB+. La società di rating americana ha difeso la sua scelta sostenendo che l’Italia paga l’alto costo a cui è costretta a rifinanziare il proprio debito e, pur sostenendo che la situazione politica con il governo Monti è sensibilmente migliorata, non è da escludere che le manovre in agenda incontreranno difficoltà nell’essere applicate. In sostanza, secondo Standard and Poors le politiche economiche del governo, seppur giuste, incontreranno una dura opposizione politica e difficilmente verranno approvate.

Insomma il nostro paese viene retrocesso ancora abbassando il rating di ben 2 posizioni. Oltre all’Italia ha fatto scalpore il taglio di rating della Francia che passa ad AA+ con outlook negativo, così come l’Austria, mentre la Spagna è passata ad un giudizio di AA-. Tra gli altri paesi “a rischio” si sono salvati Germania, Lussemburgo, Finlandia e Olanda anche se sono ancora sotto osservazione e non è escluso qualche colpo di scena nei prossimi mesi.

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Investimenti: attenzione a Europa e Bancari

Come abbiamo detto più volte la maggior parte degli analisti prevede una prima parte del 2012 all’insegna della recessione. Al coro si aggiunge anche Paris Horvitz, il responsabile degli investimenti di HSBC, il quale sostiene che l’Europa sarà da considerare come una zona d’ombra dell’economia mondiale per buona parte dell’anno in corso. Un’altro brutto segnale che non fa intendere nulla di positivo per quello che potrebbe essere ribattezzato come un anno davvero molto particolare per via delle tante importanti scadenze che lo caratterizzeranno.

Tanto per fare un esempio il 2012 sarà l’anno delle elezioni in paesi come Cina, Francia e Stati Uniti, per non parlare della crisi del debito che rischia di precipitare da un momento all’altro a mano a mano che le scadenze si avvicineranno.

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I capitali si spostano nei mercati emergenti

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una profonda trasformazione della distribuzione della ricchezza in termini globali. I paesi cosidetti “emergenti” stanno crescendo in maniera significativa aumentando la ricchezza procapite al punto che, secondo Credit Suisse, già dal 2025 il numero di famiglie della classe media di quei paesi supererà per numero quelle americane. Basti pensare che solo in Cina la ricchezza media procapite e cresciuta del 300% nell’arco degli ultimi 10 anni rallentando solo nell’ultimo biennio per via della crisi globale. Tutto ciò sta modificando anche la finanza internazionale per via dello spostamento enorme di capitali dalle vecchie economie, ormai praticamente statiche, verso quelle dei paesi emergenti, molto più dinamiche e con prospettive di crescita interessanti.

Tutto ciò non farà altro che spostare gran parte del flusso finanziario e degli investimenti rendendo ancora più difficile la vita dei mercati finanziari europei e americani che potrebbero soffrire di una minore liquidità e di un cospicuo calo delle transazioni.

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