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Italia: per S&P il rating è BBB+

S&P, lo scorso venerdì, ha declassato gran parte dei paesi dell’Unione Europea e, in particolare l’Italia portando il rating del nostro paese al livello di BBB+. La società di rating americana ha difeso la sua scelta sostenendo che l’Italia paga l’alto costo a cui è costretta a rifinanziare il proprio debito e, pur sostenendo che la situazione politica con il governo Monti è sensibilmente migliorata, non è da escludere che le manovre in agenda incontreranno difficoltà nell’essere applicate. In sostanza, secondo Standard and Poors le politiche economiche del governo, seppur giuste, incontreranno una dura opposizione politica e difficilmente verranno approvate.

Insomma il nostro paese viene retrocesso ancora abbassando il rating di ben 2 posizioni. Oltre all’Italia ha fatto scalpore il taglio di rating della Francia che passa ad AA+ con outlook negativo, così come l’Austria, mentre la Spagna è passata ad un giudizio di AA-. Tra gli altri paesi “a rischio” si sono salvati Germania, Lussemburgo, Finlandia e Olanda anche se sono ancora sotto osservazione e non è escluso qualche colpo di scena nei prossimi mesi.

Ma analizzando la decisione di S&P qualcosa non torna. Per prima cosa l’orario della comunicazione poteva essere diverso (è arrivato nel primo pomeriggio di venerdì), così come la decisione stessa che, a nostro avviso (e non solo), lascia adito a parecchi dubbi.

Per prima cosa era davvero necessario un taglio di rating di ben 2 punti per il nostro paese (così come per la Spagna)? Davvero l’Italia merita un rating BBB+? Perchè non è stato rivisto al ribasso il rating di altri paesi che, forse, sono messi anche peggio del nostro?

Le domande che, purtroppo, rimarranno senza risposta sono molte. Tuttavia non siamo gli unici ad avere qualche dubbio sulla bontà delle decisioni prese da S&P. Basti pensare che, questa volta, si sono infuriati perfino i cinesi che in una nota hanno criticato duramente l’operato delle agenzie di ranti americane sottolineando come il loro operato rischi di diventare poco attendibile.

Secondo l’agenzia stampa cinese c’è il rischio che S&P e le altre agenzie dirating possano divulgare informazioni non corrette creando dei rischi altissimi sui debiti sovrani dei paesi colpiti dando vita ad un contesto di grande instabilità sui mercati globali. La Cina, continua la nota, crede che i paesi europei come Spagna e Italia abbiano dato vita ad una politica di austerity molto forte che darà i frutti nel medio periodo. Infine nel comunicato stampa la Cina ricorda che proprio le agenzie di rating non furono minimamente in grado di prevedere la crisi del 2008.

Insomma un attacco durissimo che non riscontra precedenti. Ovviamente si sono scagliati contro l’agenzia di rating americana anche i vertici istituzionali dei singoli paesi colpiti e più di qualcuno comincia a sospettare che si tratti di un vero e proprio attacco all’Europa e all’euro.

Quello che è certo è che questo downgrade dei paesi dell’euro arriva in un momento delicatissimo in cui l’UE deve risolvere il problema della Grecia, sempre più vicina ad una crisi definitiva che potrebbe dare il colpo di grazia al progetto Euro. Il paese, infatti, non è riuscito a trovare un accordo sulla rinegoziazione del debito bloccando, di fatto, l’erogazione di aiuti dalla BCE senza i quali non si potrà che fallire.

Una situazione delicatissima che preannuncia una settimana di fuoco.

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