Unicredit: ancora cattive notizie dai mercati

Brutte notizie per il gruppo Unicredit che continua con il suo periodo di grandissima crisi. Dopo essere stata inclusa nella lista della BCE delle banche europee che il prossimo anno dovranno necessariamente ricapitalizzarsi ora anche Moody’s ha deciso di mettere sotto osservazione il titolo e già si parla di un probabile abbassamento del rating. Ma quali sono i veri problemi che affliggono Unicredit? Può essere considerata ancora una banca sicura?

Provando a districarsi tra il mare di notizie che ci giungono sullo stato di salute della più grande banca italiana salta all’occhio un report di Bloomberg che sottolinea come Unicredit sia la banca europea che avrà il maggior numero di bond in scadenza nel 2012 e ben 37,6 miliardi di euro da rifinanziare.

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Francia in crisi: male spread e borsa

Pessima giornata quella di ieri in borsa caratterizzata da ribassi su tutte le principali piazze europee e, in particolare, dalla crisi dei titoli di stato spagnoli e francesi. Ed è proprio la crisi francese quella che preoccupa di più perchè se la Spagna si sapeva non godere di un’economia in ottima salute, la Francia è di fatto la seconda economia dell’eurozona. Insomma Sarkozy e soci che fino a qualche giorno fa si preoccupavano di indicare all’Italia le linee guida da seguire per migliorare i propri conti ora devono guardare ad altri problemi.

Tanto per fare un esempio ieri Parigi è stato il peggior listino di europa perdendo l’1,87% e lo spread con i bund tedeschi ha raggiunto e superato i 200 punti per poi riscendere a 175 dopo che sono circolate le voci di un probabile accordo tra BCE e FMI (la BCE presterebbe soldi all’FMI, con i quali poi si aiuterebbero i paesi europei in difficoltà).

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Famiglie italiane: il 15% a rischio povertà

Lo studio del Forum Ania-Consumatori (realizzato con la preziosa collaborazione dell’Università di Milano) fa un quadro preoccupante della situazione delle famiglie italiane. Ben il 15% non riesce a far quadrare il bilancio mensile ed è costretta a intaccare i propri risparmi per sopravvivere, mentre il 6% è costretta a ricorrere a prestiti o ad aiuti da parte di enti o associazioni. Una situazione di cui parliamo da tempo e che oggi viene confermata da uno studio di grande prestigio.

Purtroppo le famiglie italiane stanno soffrendo la crisi occupazionale che colpisce in particolar modo i giovani (ricordiamo che stando agli ultimi dati la disoccupazione giovanile si attesta quasi al 30%) che in questo modo continuano a gravare sulle spalle dei genitori molto più a lungo di quanto non avveniva solo 10 anni fa.

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Cresce il fotovoltaico: + 600% dal 2010

Ottimi dati per quanto riguarda le energie rinnovabili. Stando ai dati diffusi da Terna, la società che gestisce la rete elettrica italiana, il fotovoltaico ha fornito ad Ottobre il 4,5% dell’energia complessiva consumata in Italia. Si tratta di un risultato molto positivo perchè significa un incremento rispetto ad ottobre 2010 del 600%. Valori che permettono all’energia solare di diventare una vera e propria realtà anche nel panorama energetico del nostro paese.

Questi risultati del comparto fotovoltaico si pongono all’interno di una situazione molto complessa del settore energetico che sembra cominciare a risentire della crisi economica in corso come testimonia il lieve calo della domanda che nel mese di Ottobre si attesta su poco più dell’1%.

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Auto, immatricolazioni sempre più giù

È certamente negativo il rapporto analitico sul mese di ottobre per quanto concerne il settore auto europeo. Nel corso del decimo mese dell’anno, infatti, le immatricolazioni di nuovi veicoli sono calate di 1,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un volume che si avvicina pericolosamente alla soglia del milione di unità (1.005.976).

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Unicredit: perdita preoccupa agenzie di rating

Gli analisti di Moody’s hanno messo sotto osservazione il titolo Unicredit. Una mossa che potrebbe essere l’anteprima di una possibile operazione di downgrade del debito di una delle principali banche italiane ed europee. A non convincere l’agenzia di rating, i dubbi sulle effettive capacità del gruppo di procedere alla ristrutturazione programmata, e invertire la tendenza negativa sui risultati di conto economico.

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