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Unicredit: ancora cattive notizie dai mercati

Brutte notizie per il gruppo Unicredit che continua con il suo periodo di grandissima crisi. Dopo essere stata inclusa nella lista della BCE delle banche europee che il prossimo anno dovranno necessariamente ricapitalizzarsi ora anche Moody’s ha deciso di mettere sotto osservazione il titolo e già si parla di un probabile abbassamento del rating. Ma quali sono i veri problemi che affliggono Unicredit? Può essere considerata ancora una banca sicura?

Provando a districarsi tra il mare di notizie che ci giungono sullo stato di salute della più grande banca italiana salta all’occhio un report di Bloomberg che sottolinea come Unicredit sia la banca europea che avrà il maggior numero di bond in scadenza nel 2012 e ben 37,6 miliardi di euro da rifinanziare.

Cattivi segnali arrivano anche dai mercati visto che secondo wallstreetitalia.com i bond della banca vengono scambiati al pari dei titoli spazzatura marchiati con la valutazione Junk. Anche il titolo tanto bene non va se pensiamo che nell’ultimo mese ha perso il 21% del suo valore, mentre se analizziamo le performance del titolo in borsa negli ultimi 6 mesi scopriamo che ha lasciato sul campo oltre la metà del suo valore arrivando a perdere il 54%.

Male anche i cds (credit default swap, ossia le assicurazioni sul rischio default) che sono arrivate a oltre 540 punti segno che c’è chi è pronto a prendere in considerazione un peggioramento della crisi di liquidità che già si intravede all’orizzonte.

Perchè se è pur vero che le banche italiane hanno un business fortemente legato al territorio e alle attività classiche “di sportello” è altrettanto vero che Unicredit è l’unico istituto di credito del nostro paese ha poter essere incluso nei big d’Europa. Inoltre le cattive notizie ormai sono all’ordine del giorno e ormai si comincia a far fatica a stargli dietro.

Basti pensare agli oltre 5000 licenziamenti annunciati per i prossimi 4 anni o ai forti tagli agli investimenti o, ancora all’uncio di dismissioni in paesi come la Russia. Insomma, come abbiamo già ampiamente detto, un rischio per le banche italiane esiste ed è per lo più dovuto ad una situazione della nostra economia nel suo complesso.

Se l’Italia con il nuovo governo di Monti riuscirà a recuperare velocemente credibilità e allontanare lo spettro della speculazione facendo tornare la fiducia sui titoli di stato (e questo significa far scendere velocemente spread e tassi di interesse) allora anche le banche riusciranno a ricollocare sui mercati i propri debiti in scadenza a costi sostenibili. In caso contrario non si potrà far altro che andare incontro ad una forte crisi di liquidità con conseguenze molto  pericolose per tutti.

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