Il costo di ogni parlamentare italiano

Quando si è cominciato a parlare di sacrifici da chiedere agli italiani per uscire dalla crisi economica sono stati in molti a chiedere che si cominciasse proprio dai costi della politica. In particolare gli italiani chiedevano di tagliare sia il numero che stipendio e benefici dei nostri parlamentari.

La risposta di alcuni “illustri” politici è stata che tagliando il numero dei parlamentari e abolendo alcuni loro privilegi il risparmio sarebbe stato minimo… meglio quindi alzare l’aliquota dell’iva al 21%!

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UE e FMI: come salvare Italia e Spagna

Momenti concitati tra FMI, banche centrali e UE per mettere appunto un piano di salvataggio che scatterebbe nel caso, sempre più probabile, di un eventuale contagio della crisi anche in Italia e Spagna. E a destare le maggiori preoccupazioni è proprio l’Italia che dopo la pessima asta che portato il rendimento dei bot al 6% desta sempre maggiori preoccupazioni.

I mercati non si fidano più delle promesse della nostra classe dirigente e il mostruoso debito pubblico che continua a crescere fa temere che non ci siano le possibilità di evitare il default.

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Tassi Btp pericolosamente sopra al 6%

Ci siamo… nonostante tutte le rassicurazioni di questi giorni del governo qualcosa sembra essere andato storto visto che c’è stata fortissima tensione nell’asta dei Btp di ieri dove il rendimento lordo dei titoli decennali torna sopra quota 6%. E’ la prima volta dal 1997 e non si tratta certo di un segnale molto rassicurante.

Per l’esattezza lo stato ha dovuto garantire un rendimento del 6,06% per quanto riguarda i 2,9 miliardi di Btp a dieci anni, ossia quelli in scadenza il primo Marzo 2022, anche se la richiesta è stata addirittura maggiore.

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Vendite mondiali in mano a poche aziende

L’analisi effettuata dalla Eidgenoessische Technische Hochshule rivela come il 40% del fatturato mondiale sia in mano a meno di 150 aziende. Una sproporzione piuttosto emblematica, che pone al vertice della classifica la Barclays, e nei gradini intermedio e più basso del podio la Capital Group Companies e la Fmr.

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Licenziamenti facili: sindacati furiosi

Licenziare sarà più facile che in passato perchè le aziende potranno farlo qualora fossero in crisi. Anche se ancora bisogna delineare nei dettagli questo aspetto della manovra i sindacati sono già sul piede di guerra definendo un’istigazione alla rivolta (parole di Bonanni, leader della Cisl) questo provvedimento deciso dal governo.

In effetti parlare di lavoro flessibile in un paese come l’Italia dove i contratti di lavoro a tempo indeterminato per i giovani sono più unici che rari sembra essere davvero fuori luogo.

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Mutui e crisi economica: facciamo il punto

La traballante situazione economica del Paese continua a generare diffidenza nei cittadini italiani e negli istituti di credito. Se da una parte si registrano richieste di mutuo in calo del 23% a settembre (quasi un quarto in meno rispetto allo stesso mese del 2010), dall’altra anche le banche mostrano una maggiore cautela in fatto di finanziamenti e pretendono maggiori garanzie di rientro del capitale.

Come abbiamo già avuto modo di segnalare qualche giorno fa, un’indagine di Mutui.it, relativa agli ultimi 6 mesi del 2011, ha rivelato in particolare che il valore medio dell’importo erogato dei mutui è calato del 20%. I dati sono ancora più allarmanti se si considerano i soli mutui prima casa, il cui importo è diminuito del 24%.

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