L’asta dei Bot: rendimenti in rialzo

Un po ce lo aspettavamo ma il rendimento dei Bot ad un anno è di quelli che mettono paura. Lo Stato Italiano, infatti, oggi ha collocato sul mercato ben 11,5 miliardi di euro ma è stato costretto a garantire un rendimento del 4,153% quando solo ad Agosto pagavamo meno del 3%.

Insomma il mercato sembra fidarsi sempre meno della nostra economia e gli investitori sono disposti ad acquistare i nostri titoli di stato solo a fronte di un rendimento molto alto, o almeno più alto che in passato.

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Titoli di Stato, confermato l’appeal nei confronti degli investitori

Si è chiusa in maniera positiva l’ultima asta relativa al collocamento di Bot e Ctz. Il Tesoro è infatti riuscito a collocare circa 8,5 miliardi di euro di Buoni ordinari del Tesoro con scadenza a sei mesi, che hanno dato luogo a un rendimento medio ponderato, per le tasche degli investitori, di 2,140 punti percentuali, in flessione di 0,129 punti percentuali rispetto alla scorsa asta. Un risultato molto interessante in quanto permette un sensibile risparmio allo stato italiano anche in vista delle prossime aste che caratterizzeranno gli ultimi mesi del 2011.

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Bot sempre meno convenienti!

Molti italiani sono sempre più indecisi su come investire i propri risparmi per evitare che vengano “mangiati” dall’inflazione. Uno strumento molto interessante per via del suo basso rischio è rappresentato dai Buoni ordinari del tesoro. Tuttavia non sempre questo strumento finanziario ha ricoperto un grande interesse per via dei propri rendimenti. Il rendimento dei buoni ordinari del tesoro , infatti, scende sempre più giù. Nell’asta del 12 gennaio 2010, quello sui titoli di Stato trimestrali ha infatti siglato un nuovo record (negativo), mentre l’asta per i Bot annuali si è pericolosamente avvicinata alla soglia minima raggiunta pochi mesi fa.

piazza affari

Più nel dettaglio, l’asta trimestrale ha chiuso un rendimento pari a 0,37%, peggio dello 0,385% riscontrato nel mese di settembre. Tenendo in considerazione che allo 0,37% di rendimento (lordo) occorre detrarre la ritenuta fiscale (del 12,5%) e le commissioni applicate dagli istituti di credito per l’operazione, ne deriva un rendimento complessivo originato dalla transazione pressoché nullo.

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