Bce sgrida l’Italia, ecco cosa ha detto

bce-conti-utileNon ci sono notti tranquille per Matteo Renzi e l’Italia. Se da una parte la Bce sembra essere fin troppo accomodante nei confronti delle zone periferiche del vecchio Continente, dall’altra l’istituto banchiere di Mario Draghi sembra essere altrettanto severo quando si tratta di esprimere giudizi nei confronti dei principali indiziati in un simile ambito di crisi.

“Restano rischi sulle possibilità del governo italiano di centrare l’obiettivo di un deficit di bilancio pari al 2,6% del Pil nel 2014, soprattutto dopo che il quadro economico è risultato peggiore del previsto” – ha in particolar modo affermato la Banca centrale europea all’interno del proprio consueto bollettino, all’interno del quale ha dedicato specifica attenzione proprio all’Italia, Paese che – prosegue il report – dovrà “rafforzare ulteriormente la posizione di politica fiscale così da adempiere alle norme del Patto di Stabilità e di Crescita, in particolare per quanto riguarda la riduzione del rapporto debito pubblico/Pil”.

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Monti: il premier piace sempre più agli inglesi

Il Financial Times, prestigioso quotidiano londinese, ha espresso grande ammirazione e fiducia per l’operato di Mario Monti. Il presidente del Consiglio italiano – sottolinea il giornale d’oltre manica – “dopo un’assenza di un paio di decenni” ha permesso all’Italia di “tornare sul palcoscenico”, evidendiando poi come il ruolo di Monti possa essere determinante non solamente per il futuro della Penisola, quanto anche, e soprattutto, per il destino dell’intero vecchio Continente.Stando ai virgolettati che riportiamo dal Financial Times, Mario Monti è “il leader politico più interessante d’Europa”. “Angela Merkel è il leader europeo che ha oggi più potere” – prosegue poi il quotidiano finanziario di Londra – “Nicolas Sarkozy ambisce a essere il più energetico. Ma Mario Monti è il più interessante”.

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Esportazioni: deficit commerciale dimezzato

Secondo quanto rilevato dall’Istat, le esportazioni italiane del mese di novembre sarebbero cresciute di 2,3 punti percentuali su base mensile, e di 6,5 punti percentuali su base annua. Un trend talmente positivo (rispetto al controvalore delle importazioni), che è stato in grado di portare il disavanzo da quota 3,39 miliardi di euro del 2010 a 1,6 miliardi di euro dei primi undici mesi del 2011.

Sempre secondo quanto sostiene l’Istituto Nazionale di Statistica, la spinta propulsiva alle esportazioni italiane sarebbe provenuta dai mercati extra Unione Europea, che hanno garantito una domanda molto dinamica anche nei momenti di maggiore difficoltà della variabile macroeconomica.

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Conti pubblici, nuovo miglioramento per l’Italia

Lentamente, ma in maniera che inizia ad essere apprezzabile per continuità, i conti pubblici italiani iniziano a migliorare. Secondo quanto afferma l’ultimo report dell’Istat, infatti, durante il terzo trimestre del 2011 il rapporto tra il deficit e il Prodotto Interno Lordo sarebbe sceso al 2,7%, con il saldo primario pari all’1,7%, per il dato migliore dal 2008 a questa parte. Anche in questo caso, ad onor di cronaca, ci preme segnalare come in realtà il miglioramento non sia ancora frutto della manovra Monti (considerato che gli elementi statistici si riferiscono al terzo quarto del 2011), della quale, pertanto, attendiamo ancora i risvolti positivi in termini macroeconomici.

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Tobin Tax, Cameron dice no

La Tobin Tax non s’ha da fare. Almeno, stando a quanto ritiene il premier britannico David Cameron, che alla sola idea di introdurre una normativa unica sulla tassazione delle rendite finanziarie, non sembra esser propenso ad effettuare le opportune aperture. Durante una recente intervista alla Bbc, Cameron ha infatti chiuso le porte in faccia a Sarkozy & soci: “Se i francesi vogliono introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie nel loro Paese” – ha affermato il premier britannico – “dovrebbero essere liberi di farlo.

Ma l’idea di una nuova tassa europea, quando quella stessa tassa non verrà introdotta in altri luoghi, non penso sia logica e la bloccherò”.

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L’Italia in recessione: lo dice Confindustria

Confindustria sostiene che l’Italia sia in recessione, che il mercato del lavoro abbia perso già un milione di posti, e che entro la prossima primavera la produzione interna lorda crollerà di 2 punti percentuali. Uno scenario straordinariamente preoccupante, che l’associazione degli industriali ha appena esposto attraverso l’ultimo volume dei report del Centro Studi.

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