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Commercio: segni di rallentamento in tutto il mondo

Che il contesto economico non sia un gran che lo sanno anche i sassi. Quello che molti non sanno, invece, è che il commercio globale sta attraversando una fase di stallo con un oscuramento delle prospettive di crescita per l’anno in corso e per quelli a venire. Insomma si vende poco (e si produce ancora meno) non solo in Europa ma in tutto il mondo. Ecco alcuni numeri diffusi dall’organizzazione mondiale del commercio: il volume globale degli scambi di merci si espanderebbe solo del 2,5% quest’anno, rispetto al 5% dello scorso anno e quasi il 14% di crescita del 2010. Alla base di questi dati disarmanti c’è, sicuramente, la crisi Europea. Nei principali paesi dell’UE, infatti, i consumi sono scesi sui livelli più bassi degli ultimi 20 anni con fortissime conseguenze perfino sulla locomotiva cinese che comincia a dare degli evidentissimi segni di rallentamento dovuti al calo delle esportazioni.

Basti pensare che la Cina, quest’anno, ha diminuito del 5% le esportazioni verso l’Unione Europea (dati aggiornati ad Agosto) e le propsettive da qui a Dicembre dovrebbero essere ancora più negative.

Secondo Andrew Kenningham, senior economist di Capital Economics, “I problemi delle economie avanzate, in particolare della zona euro, si stanno diffondendo in tutto il mondo“. A pagare il prezzo più alto di questa crisi, però, potrebbero essere proprio gli Stati Uniti. Le esportazioni hanno rappresentato quasi la metà della crescita degli Stati Uniti nel corso di questi ultimi 3 anni rispetto a una media del 12% di crescita dei cicli economici nel corso degli ultimi quattro decenni.

Il rallentamento dell’economia globale potrebbe, quindi, avere delle fortissime ripercussioni sulla crescita degli USA ostacolando l’obiettivo dell’amministrazione Obama di raddoppiare le esportazioni degli Stati Uniti nei cinque anni successivi alla fine della recessione del 2009.

Il rallentamento del commercio potrebbe peggiorare man mano che peggiora il contesto economico mondiale tanto che il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di abbassare le sue previsioni per la crescita economica globale. E se l’Europa è l’Epicentro della debolezza è altrettanto vero che anche altre economie considerate “virtuose” sono messe molto meno bene che in passato.

Insomma ci attende una fine di 2012, inizio 2013, davvero molto difficili e complessi. Questo periodo sarà caratterizzato da una contrazione economica ancora più marcata e daun forte aumento delle tensioni sociali. Quello che in tanti sperano è che si tratti del punto di svolta da cui ripartire per rilanciare l’economia.

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