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Banche: ancora troppi i titoli a rischio

Come abbiamo potuto vedere in questi mesi al centro degli obiettivi delle speculazioni, oltre ai titoli di stato dei singoli paesi, ci sono sempre le banche. In particolare le Banche europee non stanno attraversando un periodo di particolare grazia: basti pensare alle banche francesi, sotto accusa per avere troppi titoli greci in portafoglio, a quelle italiane, che continuano a perdere quote di mercato con le azioni su minimi storici, o a quelle spagnole.

Dietro ai problemi degli istituti di credito europei c’è una propensione al rischio che definire sconsiderata è già di per se un complimento. Le casseforti dei principali istituti di credito, infatti, sono pieni di titoli tossici e questo basta agli investitori per tenersi alla larga dalle loro azioni.

Ovviamente non si può fare di tutto un’erba un fascio e, come abbiamo potuto verificare qualche giorno fa, c’è anche chi guarda al settore bancario con interesse.

Tuttavia nel complesso bastano pochi dati, riportati anche dal Wall Street Journal, per comprendere la gravità della situazione delle banche europee, che l’Elba (la società di controllo della BCE) ha chiesto di ricapitalizzare entro la metà del prossimo anno.

Basti pensare che i titoli dei paesi europei più a rischio (i cosidetti PIIGS) in tasca alle banche sono stati calcolati in circa 339 miliardi di euro. Questo senza contare i circa 390 miliardi di subprime e CDO, ossia crediti che sarà difficile, se non impossibile, la riscossione.

Già questi dati bastano per capire il motivo delle pessime performance di borsa degli istituti di credito negli ultimi mesi e c’è da immaginare che il mercato sia ancora parzialmente distratto da altri scenari. Per questo motivo è ipotizzabile che  i principali istituti di credito europei che hanno in portafoglio un numero consistente di questi titoli potranno essere ulteriormente penalizzati non appena gli investitori avranno la lucidità per ritornare ad operare in borsa con più serenità.

Ma cosa devono fare le banche prima che sia troppo tardi?

Per prima cosa dovranno ricapitalizzarsi come deciso dalla Banca Centrale Europea su consiglio dell’Elba. Tuttavia nel lungo termine è ipotizzabile un ritorno alla cosidetta “attività di sportello”, ossia al reale business degli istituti di credito che per troppo tempo hanno confuso la propria attività investendo in maniera sconsiderata enorme masse di soldi.

Tornare a focalizzare il proprio core business sulle attività classiche di banca, ossia l’erogazione di finanziamenti e mutui, la gestione dei conti correnti, lea gestione dei portafogli di titoli… insomma tutte quelle operazioni fatte dai clienti e per i clienti lasciando per un po da parte la borsa e gli investimenti ad alto rischio.

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