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Crisi: le aziende USA riducono gli investimenti

Potrà sembrare strano ma le aziende statunitensi, nonostante gli ultimi dati macro economici tutt’altro che pessimi, stanno ridimensionando i propri piani di investimento ad un ritmo molto intenso. Secondo un’analisi del Wall Street Journal le prime 40 aziende quotate in borsa stanno riducendo gli investimenti in attrezzature e software nel terzo trimestre per la prima volta dall’inizio del 2009. Questo rappresenta sicuramente un ottimo parametro per valutare la vitalità economica del settore delle imprese in fase di stallo. Ma oltre a questo c’è anche da segnalare che gli investimenti delle imprese nelle nuove costruzioni sono diminuiti.

Alcuni importanti dirigenti aziendali intervistati dal quotidiano americano sostengono di aver avviato un rallentando nella realizzazione dei grandi progetti per proteggere i profitti dall’andamento negativo della domanda ma, anche, per via della crescente incertezza che ha caratterizzato gli ultimi mesi.

Ovviamente l’incertezza si riferisce alle elezioni negli Stati Uniti (vinte pochi giorni fa da Obama per la seconda volta) e per la possibilità che le politiche di bilancio federale vengano modificate.

Le aziende temono che la mancata soluzione del Fiscal Cliff porti l’economia verso una recessione senza precedenti minando in maniera estremamente pesante la capacità di spesa dei consumatori e, sopratutto, danneggiando la fiducia degli investitori distruggendo i profitti aziendali.

A testimoniare la gravità della situazione è il fatto che il presidente Barack Obama abbia incontrato un certo numero di uomini d’affari durante il fine settimana, per valutare le soluzioni attuabili per superare lo scoglio del Fiscla cliff. Tra i tanti imprenditori e investitori incontrati segnaliamo Warren Buffett, Tim Cook e James Dimon (JP Morgan).

Tutto il mondo è alla ricerca di stabilità e chiarezza dagli Stati Uniti” ha detto David Seaton, direttore generale di Fluor Corp. E il perchè è presto detto: con l’eurozona in profonda crisi se anche gli USa dovessero cominciare ad arrancare o, ancora peggio, a sprofondare il gioco si farebbe terribilmente duro.

Analizzando alcuni dati delle aziende quotate incluse nell’indice Standard & Poor 500 si evince che queste hanno investito ben 580 miliardi dollari in impianti ed attrezzature nel solo 2011, una spesa che sarebbe in linea con l’anno corrente ma che ha subito un forte rallentamento negli ultimi mesi. Basti pensare che ad avviare questo ridimensionamento sono state aziende come Wal-Mart Stores Inc., Ford Motor Co., Boeing Co. e Intel Corp.

Durante la recessione 2007-2009, le aziende ridussero drasticamente tutti i tipi di spesa per far fronte al drammatico calo dei consumi interni. Tuttavia furono proprio gli investimenti che contribuirono a spingere la ripresa, con una crescita più veloce rispetto al resto dell’economia. Il tutto ebbe inizio nella seconda metà del 2009, una volta terminata la recessione, ed è continuato fino alla prima metà di quest’anno.

La tendenza è cambiata nel terzo trimestre 2012, quando gli investimenti delle imprese sono scesi a un tasso destagionalizzato di 1.3%. Secondo Ravi Saligram, amministratore delegato di OfficeMax Inc., “non c’è vento a favore per l’economia e le aziende americane hanno rallentato gli investimenti. Quando ciò accade è sempre bene prepararsi al peggio“.

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