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Bonus mamma domani e legge povertà in stand by: ci sono novità?

bonus mamma domani

In queste ultime settimane si sta facendo un gran parlare di bonus mamma domani, di congedo di paternità lungo e di legge sulla povertà. Di tutte quelle misure, in sostanza, che il governo ha varato con l’intenzione di aiutare le fasce più deboli della popolazione, e quindi famiglie, disoccupati, lavoratori e pensionati. Il motivo per cui se ne sta parlando è che alcuni di questi interventi sembra siano rimasti in stand by, in attesa di ricevere i decreti attuativi di cui hanno bisogno per poter essere messi in pratica.

Per quanto riguarda il bonus mamma domani, incalzata anche da Striscia la Notizia, l’Inps ha fatto sapere che le donne interessate ad avvalersi di questa misura potranno stare tranquille: quelle in dolce attesa o che hanno partorito dal primo gennaio 2017 in poi, avranno la possibilità di beneficiare del contributo di 800 euro. E potranno avvalersene anche se la misura entrerà a regime soltanto nei prossimi giorni, visto che il bonus ha carattere di retroattività.

Dopo di che c’è il bonus per i neo papà: dopo che nel 2016 il congedo di paternità obbligatorio è stato fatto passare a due giorni nei primi cinque mesi di vita del nascituro, il Parlamento sta valutando una misura che punta a rafforzare l’astensione dal lavoro dei papà per portarla a 15 giorni nel primo mese di vita del figlio (con una retribuzione al 100% che rimarrà a carico dell’Inps). Ma anche qui, silenzio più totale.

Restano in sospeso anche un altro paio di provvedimenti attesi dalle fasce più deboli del nostro Paese: da una parte la legge sulla povertà e dall’altra le disposizioni a tutela dei lavoratori precoci. Si tratta in entrambi i casi di misure molto importanti, e che in quanto tali necessitano di vedere la luce dell’attuazione in tempi quanto più brevi.

A questo proposito, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, rispettivamente presidente di Federconsumatori e di Adusbef, hanno definito “inaccettabile” questa situazione di stallo, e invitato quindi il governo a “mettere al primo posto i bisogni delle famiglie, approvando subito i decreti necessari a rendere operativi questi provvedimenti”.

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